Camorra: differenze tra le versioni

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<center>''Dissi di una simil setta. La camorra infatti, nel significato generale del vocabolo, designa ben altro che l'associazione [...] Il vocabolo si applica a tutti gli abusi di forza o di influenza. Far la camorra, nel linguaggio ordinario, significa prelevar un diritto arbitrario e fraudolento.'' </center>
<blockquote><center>''Dissi di una simil setta. La camorra infatti, nel significato generale del vocabolo, designa ben altro che l'associazione [...] Il vocabolo si applica a tutti gli abusi di forza o di influenza. Far la camorra, nel linguaggio ordinario, significa prelevar un diritto arbitrario e fraudolento.'' </center>


<center>('''Marc Monnier'''<ref>Marc Monnier, La camorra: notizie storiche raccolte e documentate, Firenze, G. Barbera, 1862</ref>)</center>
<center>('''Marc Monnier'''<ref>Marc Monnier, La camorra: notizie storiche raccolte e documentate, Firenze, G. Barbera, 1862</ref>)</center></blockquote>
[[File:Camorra.jpg|alt=camorra|miniatura]]




Con l'espressione "'''Camorra'''" si indica normalmente la declinazione campana del fenomeno mafioso, attiva sin dagli inizi del XIX Secolo e radicata in maniera particolare nella città di Napoli, nel suo hinterland, nonché nella provincia di Caserta, Salerno e Avellino. A differenza della ben più famosa [[Cosa Nostra]] o della [['Ndrangheta|'ndrangheta]], la Camorra non ha mai avuto una struttura unitaria, se non nella sua fase originaria, ma una costellazione di Clan spesso entrati in conflitto tra loro nelle c.d. "[[Faida|faide]]". Tutti i tentativi di creare una struttura unitaria (la '''[[Nuova Camorra Organizzata]]''' di [[Raffaele Cutolo|Cutolo]], la '''[[Nuova Famiglia]]''' dei suoi rivali [[Antonio Bardellino|Bardellino]]-[[Clan Nuvoletta|Nuvoletta]]-[[Clan Alfieri|Alfieri]], la '''[[Nuova Mafia Campana]]''' di [[Carmine Alfieri]]) fallirono totalmente. Nonostante questo, la Camorra è la più antica organizzazione mafiosa italiana, strutturatasi, a differenza delle altre due, come criminalità urbana.
Con l'espressione "'''Camorra'''" si indica normalmente la declinazione campana del fenomeno mafioso, attiva sin dagli inizi del XIX Secolo e radicata in maniera particolare nella città di Napoli, nel suo hinterland, nonché nella provincia di Caserta, Salerno e Avellino. A differenza della ben più famosa [[Cosa Nostra]] o della [['Ndrangheta|'ndrangheta]], la Camorra non ha mai avuto una struttura unitaria, se non nella sua fase originaria, ma una costellazione di Clan spesso entrati in conflitto tra loro nelle c.d. "[[Faida|faide]]". Tutti i tentativi di creare una struttura unitaria (la '''[[Nuova Camorra Organizzata]]''' di [[Raffaele Cutolo|Cutolo]], la '''[[Nuova Famiglia]]''' dei suoi rivali [[Antonio Bardellino|Bardellino]]-[[Clan Nuvoletta|Nuvoletta]]-[[Clan Alfieri|Alfieri]], la '''[[Nuova Mafia Campana]]''' di [[Carmine Alfieri]]) fallirono totalmente. Nonostante questo, la Camorra è la più antica organizzazione mafiosa italiana, strutturatasi, a differenza delle altre due, come criminalità urbana.
[[File:Camorrista 800.jpg|400px|thumb|right|Un camorrista di fine '800, in un disegno dell'epoca]]
== Origini del nome ==
== Origini del nome ==
Sull'origine del termine "Camorra" non c'è accordo tra gli studiosi. Nel XVII Secolo il termine indicava '''un particolare tipo di stoffa''' e, poiché l'abbigliamento dei camorristi è sempre stato molto appariscente, alcuni linguisti hanno individuato l'origine in "Gamurra", un abito femminile in uso in Europa nel Tardo Medioevo e nel Rinascimento, mentre altri ancora in "Gamurri", banditi spagnoli famosi per il loro giubbotto.
Sull'origine del termine "Camorra" non c'è accordo tra gli studiosi. Nel XVII Secolo il termine indicava '''un particolare tipo di stoffa''' e, poiché l'abbigliamento dei camorristi è sempre stato molto appariscente, alcuni linguisti hanno individuato l'origine in "Gamurra", un abito femminile in uso in Europa nel Tardo Medioevo e nel Rinascimento, mentre altri ancora in "Gamurri", banditi spagnoli famosi per il loro giubbotto.
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== Storia ed evoluzione ==
== Storia ed evoluzione ==
=== Le origini ===
=== Le origini ===
Storicamente la Camorra si organizzò molto prima della mafia siciliana e della 'ndrangheta. Il mito della fondazione viene fatto risalire a una fantomatica riunione a Napoli, mai dimostrata, nella Chiesa di Santa Caterina a Formello, nel 1820. Quel che è certo è che l'embrione dell'organizzazione venne varato subito dopo la fallita rivoluzione partenopea del 1799, tra il 1810 e il 1820. A dimostrazione della sua primogenitura tra le altre organizzazioni mafiose, va segnalato che il termine "Camorra" era presente già nelle ''Procedure per la repressione del brigantaggio e dei camorristi nelle province infettate'', meglio note come legge Pica, nel 1863: il termine "mafia" entrò nel codice penale solamente con la legge n.575 del 31/05/1965 "''Disposizioni contro la mafia''", approvata dopo la [[Strage di Ciaculli]].  
[[File:Camorrista 800.jpg|250x250px|thumb|Un camorrista di fine '800, in un disegno dell'epoca|alt=camorrista di fine '800]]Storicamente la Camorra si organizzò molto prima della mafia siciliana e della 'ndrangheta. Il mito della fondazione viene fatto risalire a una fantomatica riunione a Napoli, mai dimostrata, nella Chiesa di Santa Caterina a Formello, nel 1820. Quel che è certo è che l'embrione dell'organizzazione venne varato subito dopo la fallita rivoluzione partenopea del 1799, tra il 1810 e il 1820. A dimostrazione della sua primogenitura tra le altre organizzazioni mafiose, va segnalato che il termine "Camorra" era presente già nelle ''Procedure per la repressione del brigantaggio e dei camorristi nelle province infettate'', meglio note come legge Pica, nel 1863: il termine "mafia" entrò nel codice penale solamente con la legge n.575 del 31/05/1965 "''Disposizioni contro la mafia''", approvata dopo la [[Strage di Ciaculli]].  


Risale invece al 1842 uno statuto a firma di un certo Francesco Scorticelli, in cui si parla della camorra come "''Bella società riformata''". Il prototipo del "mafioso" della famosa commedia "''I Mafiusi della Vicaria''" del 1863 era ricalcato inoltre su un camorrista realmente esistito che spadroneggiava nelle carceri borboniche e "''camurrìa''" in dialetto siciliano significa proprio "''fastidio, impiccio''".  
Risale invece al 1842 uno statuto a firma di un certo Francesco Scorticelli, in cui si parla della camorra come "''Bella società riformata''". Il prototipo del "mafioso" della famosa commedia "''I Mafiusi della Vicaria''" del 1863 era ricalcato inoltre su un camorrista realmente esistito che spadroneggiava nelle carceri borboniche e "''camurrìa''" in dialetto siciliano significa proprio "''fastidio, impiccio''".  


==== Ai tempi dei Borbone ====
==== Ai tempi dei Borbone ====
[[File:Struttura camorra 800.png|400px|thumb|left|La struttura gerarchica della Camorra di fine '800]]
[[File:Struttura-camorra-ottocento.jpg|alt=Struttura della camorra ottocentesca|miniatura|300x300px|La struttura gerarchica della camorra di fine '800]]
Negli anni della Restaurazione borbonica, subito dopo il Congresso di Vienna, la Camorra si diede un'organizzazione che prevedeva tre livelli gerarchici: ''picciotto d'onore'', ''picciotto di sgarro'', ''camorrista''. L'aspirante camorrista, prima di poter intraprendere questo particolare ''cursus honorum'', era chiamato "''tamurro''". Ogni quartiere di Napoli, suddiviso a sua volta in "''paranze''", aveva un "''caposocietà''", per un totale di dodici: questi, a loro volta, eleggevano un "''capintesta''" generale della Camorra, ruolo che per molti anni fu egemonizzato dalla famiglia Cappuccio del quartiere della Vicaria. Ogni capo della Camorra poteva fregiarsi del titolo di "''Masto''" (Maestro, Padrone). La medesima struttura era presente anche nell'area ristretta tra Caserta, Marcianise e Santa Maria Capua Vetere (la c.d. Terra di Lavoro), ma il ''capintesta'' veniva eletto solo tra i ''capisocietà'' di Napoli. I comuni, anche capoluoghi di provincia, erano equiparati ai quartieri di Napoli ed eleggevano un solo caposocietà.
Negli anni della Restaurazione borbonica, subito dopo il Congresso di Vienna, la Camorra si diede un'organizzazione che prevedeva '''tre livelli gerarchici''': ''picciotto d'onore'', ''picciotto di sgarro'', ''camorrista''. L'aspirante camorrista, prima di poter intraprendere questo particolare ''cursus honorum'', era chiamato "'''''tamurro'''''". Ogni quartiere di Napoli, suddiviso a sua volta in "'''''paranze'''''", aveva un "'''''caposocietà'''''", per un totale di dodici: questi, a loro volta, eleggevano un "'''''capintesta'''''" generale della Camorra, ruolo che per molti anni fu egemonizzato dalla famiglia Cappuccio del quartiere della Vicaria. Ogni capo della Camorra poteva fregiarsi del titolo di "'''''Masto'''''" (maestro, padrone). La medesima struttura era presente anche nell'area ristretta tra Caserta, Marcianise e Santa Maria Capua Vetere (la c.d. ''Terra di Lavoro''), ma il ''capintesta'' veniva eletto '''solo''' tra i ''capisocietà'' di Napoli. I comuni, anche capoluoghi di provincia, erano equiparati ai quartieri di Napoli ed eleggevano un solo caposocietà.


Per entrare a far parte della Camorra bisognava rispondere a criteri precisi: a mero titolo d'esempio, erano esclusi dall'affiliazione gli omosessuali passivi e chiunque avesse una moglie o una sorella prostituta (anche se quest'ultimo divieto era il più frequentemente disatteso). La prova di coraggio con la quale si stabiliva l'idoneità del candidato consisteva o nell'esecuzione di un omicidio o nello sfregio di uno dei nemici dell'organizzazione. Gli sfregi col rasoio erano in particolare la punizione per chi infrangeva il codice d'onore, sia che fosse affiliato o che non lo fosse. Una volta giudicato idoneo, il candidato doveva pronunciare un giuramento di fronte a due coltelli incrociati e combattere in un duello all'arma bianca contro un camorrista estratto a sorte. I duelli con il pugnale erano il rito di passaggio da un grado all'altro nella gerarchia criminale: raramente erano duelli all'ultimo sangue, avevano uno scopo prevalentemente cerimoniale. Il pugnale restava comunque l'arma preferita del camorrista per compiere i propri delitti.
Per entrare a far parte della camorra bisognava rispondere a criteri precisi: a mero titolo d'esempio, erano esclusi dall'affiliazione gli omosessuali passivi e chiunque avesse una moglie o una sorella prostituta (anche se quest'ultimo divieto era il più frequentemente disatteso). La prova di coraggio con la quale si stabiliva l'idoneità del candidato consisteva o nell'esecuzione di un omicidio o nello sfregio di uno dei nemici dell'organizzazione. Gli sfregi col rasoio erano in particolare la punizione per chi infrangeva il codice d'onore, sia che fosse affiliato o che non lo fosse. Una volta giudicato idoneo, il candidato doveva pronunciare un giuramento di fronte a due coltelli incrociati e combattere in un duello all'arma bianca contro un camorrista estratto a sorte. I duelli con il pugnale erano il rito di passaggio da un grado all'altro nella gerarchia criminale: raramente erano duelli all'ultimo sangue, avevano uno scopo prevalentemente cerimoniale. Il pugnale restava comunque l'arma preferita del camorrista per compiere i propri delitti.


Come criminalità urbana, la camorra esercitava la sua principale attività, '''l'estorsione''', soprattutto nelle carceri, vero luogo di reclutamento dell'organizzazione: qualsiasi attività ed eventuale disponibilità materiale del detenuto era "tassata" del 10%. Altri fronti delle attività camorristiche erano i mercati (dove veniva imposta una percentuale sulla vendita di farine, creali, frutta, pesce, carne etc.) e le case da gioco, nonché la prostituzione. A Napoli in pratica non vi era attività commerciale che non prevedesse il pagamento di una tangente alla Camorra. L'addetto agli affari economici e finanziari dell'organizzazione era il "''contarulo''", nominato da ciascun ''capososcietà'' alla gestione del "''barattolo''", dove finivano tutti gli introiti delle estorsioni.
Come criminalità urbana, la camorra esercitava la sua principale attività, '''l'estorsione''', soprattutto nelle carceri, vero luogo di reclutamento dell'organizzazione: qualsiasi attività ed eventuale disponibilità materiale del detenuto era "tassata" del 10%. Altri fronti delle attività camorristiche erano i mercati (dove veniva imposta una percentuale sulla vendita di farine, creali, frutta, pesce, carne etc.) e le case da gioco, nonché la prostituzione. A Napoli in pratica non vi era attività commerciale che non prevedesse il pagamento di una tangente alla Camorra. L'addetto agli affari economici e finanziari dell'organizzazione era il "'''''contarulo'''''", nominato da ciascun ''capososcietà'' alla gestione del "'''''barattolo'''''", dove finivano tutti gli introiti delle estorsioni.


Ogni quartiere, inoltre, aveva un suo tribunale, che si chiamava "''Mamma''": il tribunale supremo della città era la "''Gran Mamma''", presieduto dal ''capintesta'', che in quella funzione assumeva il titolo di "''Mammasantissima''". Del resto, la stessa polizia borbonica assicurava impunità in cambio di tutela dell'ordine pubblico da parte della Camorra, che dopo la fallita insurrezione liberale del 15 maggio 1848 venne impiegata anche per raccogliere informazioni sulle manovre degli oppositori politici al governo borbonico.
Ogni quartiere, inoltre, aveva un suo tribunale, che si chiamava "''Mamma''": il tribunale supremo della città era la "''Gran Mamma''", presieduto dal ''capintesta'', che in quella funzione assumeva il titolo di "''Mammasantissima''". Del resto, la stessa polizia borbonica assicurava impunità in cambio di tutela dell'ordine pubblico da parte della Camorra, che dopo la fallita insurrezione liberale del 15 maggio 1848 venne impiegata anche per raccogliere informazioni sulle manovre degli oppositori politici al governo borbonico.
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=== Cutolo e la Nuova Camorra Organizzata ===
=== Cutolo e la Nuova Camorra Organizzata ===
*''Per approfondire vedi anche [[Raffaele Cutolo]] e [[Nuova Camorra Organizzata]]''
*''Per approfondire vedi anche [[Raffaele Cutolo]] e [[Nuova Camorra Organizzata]]''
[[File:Raffaele cutolo.jpg|200px|thumb|left|Raffaele Cutolo, nell'aula bunker di Napoli, agli inizi degli anni '80 (Archivio l'Unità)]]
[[File:Raffaele cutolo.jpg|200px|thumb|Raffaele Cutolo, nell'aula bunker di Napoli, agli inizi degli anni '80 (Archivio l'Unità)|alt=Raffaele Cutolo]]
A scompaginare gli equilibri camorristici in Campania creatisi con la proficua collaborazione tra i clan della Camorra e Cosa Nostra ci pensò Raffaele Cutolo, detto '''o professore''. In ottimi rapporti con i boss della 'ndrangheta Giuseppe Piromalli, Salvatore Mammoliti, Paolo De Stefano, Egidio Muraca e Francesco Cangemi, dopo aver eliminato per loro il vecchio boss Mico Tripodo nel carcere di Poggioreale, segue il loro consiglio di creare una sua associazione criminale per non lasciare troppo spazio ai siciliani in Campania.
A scompaginare gli equilibri camorristici in Campania creatisi con la proficua collaborazione tra i clan della Camorra e Cosa Nostra ci pensò Raffaele Cutolo, detto '''o professore''. In ottimi rapporti con i boss della 'ndrangheta Giuseppe Piromalli, Salvatore Mammoliti, Paolo De Stefano, Egidio Muraca e Francesco Cangemi, dopo aver eliminato per loro il vecchio boss Mico Tripodo nel carcere di Poggioreale, segue il loro consiglio di creare una sua associazione criminale per non lasciare troppo spazio ai siciliani in Campania.