Operazione Cupola 2.0: differenze tra le versioni

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L''''Operazione Cupola 2.0''' è un'inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo scattata il [[4 dicembre]] [[2018]] che ha coinvolto 46 persone, accusate a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsioni e tentate estorsioni aggravate dal metodo mafioso, fittizia intestazione di beni, porto abusivo di armi comuni da sparo, danneggiamento a mezzo incendio e concorso esterno in associazione mafiosa.  
L''''Operazione Cupola 2.0''' è un'inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo scattata il [[4 dicembre]] [[2018]] che ha coinvolto 46 persone, accusate a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsioni e tentate estorsioni aggravate dal metodo mafioso, fittizia intestazione di beni, porto abusivo di armi comuni da sparo, danneggiamento a mezzo incendio e concorso esterno in associazione mafiosa<ref>Francesco Lo Voi, Fermo di indiziati di delitto - N.719/16 R. mod. 21 D.D.A., Direzione Distrettuale Antimafia presso il Tribunale di Palermo, 30 novembre 2018, p. 2 e ss.</ref>.  


L'operazione è stata il risultato di quattro distinti procedimenti penali, le cui indagini hanno permesso di cogliere in presa diretta la fase di riorganizzazione di [[Cosa Nostra]] dopo la morte di [[Totò Riina]], documentando la ricostituzione della nuova [[Commissione provinciale|commissione provinciale di Palermo]] che il [[29 maggio]] 2018 è tornata a riunirsi, ristabilendo le vecchie regole ed eleggendo a proprio capo [[Settimo Mineo]], capo mandamento di Pagliarelli.
L'operazione è stata il risultato di quattro distinti procedimenti penali, le cui indagini hanno permesso di cogliere in presa diretta la fase di riorganizzazione di [[Cosa Nostra]] dopo la morte di [[Totò Riina]], documentando la ricostituzione della nuova [[Commissione provinciale|commissione provinciale di Palermo]] che il [[29 maggio]] 2018 è tornata a riunirsi, ristabilendo le vecchie regole ed eleggendo a proprio capo [[Settimo Mineo]], capo mandamento di Pagliarelli<ref>Ivi, p. 32 e ss.</ref>.


Condotta dal Procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi, dall'aggiunto Salvatore De Luca e dai pm Francesca Mazzocco, Maurizio Agnello, Amelia Luise, Dario Scaletta, Gaspare Spedale e Bruno Brucoli, l'operazione ha permesso di ricostruire gli assetti dei mandamenti di Porta Nuova, Pagliarelli, Bagheria, Villabate e Misilmeri, portando all'arresto di 4 capi mandamento, 10 tra capi famiglia, capi decina e consiglieri, nonché 30 uomini d’onore e altri 2 responsabili di reati fine.
Condotta dal Procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi, dall'aggiunto Salvatore De Luca e dai pm Francesca Mazzocco, Maurizio Agnello, Amelia Luise, Dario Scaletta, Gaspare Spedale e Bruno Brucoli, l'operazione ha permesso di ricostruire gli assetti dei mandamenti di Porta Nuova, Pagliarelli, Bagheria, Villabate e Misilmeri, portando all'arresto di 4 capi mandamento, 10 tra capi famiglia, capi decina e consiglieri, nonché 30 uomini d’onore e altri 2 responsabili di reati fine.
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Nonostante il tentativo fallito, le successive indagini condotte nel tempo ([[Operazione Oscar|Oscar]], [[Operazione Pedro|Pedro]], [[Operazione Sisma|Sisma]], [[Operazione Argo|Argo]], [[Operazione Alexander|Alexander]], [[Operazione Iago|Iago]], [[Operazione Reset|Reset]], [[Operazione Panta Rei|Panta Rei]], [[Operazione Talea|Talea]]), documentarono che Cosa Nostra, al fine di sopperire alla mancanza di un organismo decisionale idoneo a dare risposte urgenti in una fase di emergenza, aveva riconosciuto legittimità ad agire ad un organismo collegiale “provvisorio”, costituito dai più influenti reggenti dei mandamenti della città, con mere funzioni di consultazione e raccordo strategico fra i mandamenti palermitani. Nulla a che vedere, però, con la sacralità e i poteri della commissione provinciale.
Nonostante il tentativo fallito, le successive indagini condotte nel tempo ([[Operazione Oscar|Oscar]], [[Operazione Pedro|Pedro]], [[Operazione Sisma|Sisma]], [[Operazione Argo|Argo]], [[Operazione Alexander|Alexander]], [[Operazione Iago|Iago]], [[Operazione Reset|Reset]], [[Operazione Panta Rei|Panta Rei]], [[Operazione Talea|Talea]]), documentarono che Cosa Nostra, al fine di sopperire alla mancanza di un organismo decisionale idoneo a dare risposte urgenti in una fase di emergenza, aveva riconosciuto legittimità ad agire ad un organismo collegiale “provvisorio”, costituito dai più influenti reggenti dei mandamenti della città, con mere funzioni di consultazione e raccordo strategico fra i mandamenti palermitani. Nulla a che vedere, però, con la sacralità e i poteri della commissione provinciale.


La morte di Riina, il [[17 novembre]] [[2017]], ha costituito quindi uno storico spartiacque per Cosa Nostra: da quel momento le indagini condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo sui mandamenti di Porta Nuova, Pagliarelli, Villabate e Belmonte Mezzagno hanno consentito di registrare un grande fermento all'interno dell'organizzazione, con un'escalation di incontri tra vari esponenti apicali dei mandamenti mafiosi cittadini e della provincia.
La morte di Riina, il [[17 novembre]] [[2017]], costituì '''uno storico spartiacque''' per Cosa Nostra, perché solo dopo la sua dipartita Cosa Nostra poté riorganizzarsi. L'importanza della morte di Riina era già stata captata in un'intercettazione nell'ambito dell'[[Operazione Brasca]]: l'[[8 gennaio]] [[2015]] [[Santi Pullarà]], discutendo delle precarie condizioni di salute di [[Bernardo Provenzano]] con [[Mario Marchese]], al vertice del mandamento di Villagrazia-Santa Maria di Gesù, commentava che solo la sua scomparsa e quella di Riina avrebbero potuto aprire una nuova fase per 1'associazione mafiosa [''...e se non muoiono tutti e due, luce non ne vede nessuno... è vero zio Mario?'']<ref>Ivi, p. 37</ref>.
 
Da quel momento le indagini condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo sui mandamenti di Porta Nuova, Pagliarelli, Villabate e Belmonte Mezzagno hanno consentito di registrare un grande fermento all'interno dell'organizzazione, con un'escalation di incontri tra vari esponenti apicali dei mandamenti mafiosi cittadini e della provincia.
 
=== La riunione del 29 maggio 2018 ===
Il [[29 maggio]] [[2018]] i Carabinieri intercettarono una conversazione tra [[Francesco Colletti]], capo mandamento di Villabate, e il suo fedele autista [[Filippo Cusimano]], a bordo della Panda che erano soliti utilizzare, scoprendo che questi era di ritorno da una riunione tra i rappresentanti dei mandamenti di Cosa Nostra appena conclusasi il cui fine era la riorganizzazione dell'associazione mafiosa.
 
Nell'intercettazione ambientale Colletti riferì quanto accaduto durante la riunione, facendo riferimento anche ad alcuni dei presenti, in particolare<ref>Ivi, p.62</ref>:
* [[Settimo Mineo]], raffigurato come il soggetto di maggior autorevolezza che aveva preso “la parola” durante la riunione e aveva chiesto a tutti gli intervenuti il rispetto delle regole spiegandone i contenuti e le modalità di esecuzione;
* [[Gregorio Di Giovanni]], detto “''Revuccio''”, reggente del mandamento mafioso di Porta Nuova;
* [[Filippo Bisconti]], reggente del mandamento di Misilmeri/Belmonte Mezzagno.
 
Colletti faceva riferimento anche ad altri uomini d'onore dei dei diversi mandamenti mafiosi che, sebbene svolgessero ruoli apicali nelle rispettive articolazioni mafiose, non rivestivano la “carica” necessaria per poter partecipare alla riunione che era riservata esclusivamente ai diversi reggenti o rappresentanti dei mandamenti. In particolare, faceva riferimento a<ref>Ivi, p.63</ref>:
* [[Salvatore Pispicia]], esponente apicale del mandamento di Porta Nuova e cugino di Gregorio Di Giovanni, già condannato nell'ambito dell'[[Operazione Gotha]] per avere "''diretto la famiglia mafiosa di Palermo Centro; 2) per aver costituito un punto di riferimento  mafioso per il controllo di lavori pubblici e l’imposizione del pizzo alle imprese operanti nella zona; 3) per aver mantenuto, attraverso il continuo scambio di messaggi e attraverso riunioni ed incontri, tra gli altri con INGARAO Nicolò, un costante collegamento con gli altri associati in libertà, in tal modo, svolgendo funzioni direttive per l’organizzazione''"<ref>Ibidem</ref>;
* Francesco Caponetto, detto Franco, uomo d’onore di Villabate;
* Giovanni Sirchia, il quale, nonostante fosse un importante uomo d’onore del mandamento di Passo di Rigano-Boccadifalco, pur essendo fisicamente presente, era stato costretto a rimanere fuori dal locale ove aveva avuto luogo la riunione, poiché potevano parteciparvi solo i rappresentanti dei relativi mandamenti;
* Francesco Picone, uomo d'onore del mandamento della Noce, articolazione che, a causa della mancanza di un reggente, alla riunione era stata rappresentata da un “consigliere”.
 
 
 


=== Indagati ===
=== Indagati ===
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== Note ==
== Note ==
<references></references>


== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
* Francesco Lo Voi, ''Fermo di indiziati di delitto - N.719/16 R. mod. 21 D.D.A.'', Direzione Distrettuale Antimafia presso il Tribunale di Palermo, 30 novembre 2018




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