Antonino Caponnetto: differenze tra le versioni

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<center>«''La mafia teme più la scuola della giustizia.''»</center>
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<center>'''(Antonino Caponnetto)'''</center>
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Versione delle 11:31, 6 dic 2017

«La mafia teme più la scuola della giustizia.»
(Antonino Caponnetto)


Antonino Caponnetto (Caltanissetta, 5 settembre 1920 – Firenze, 6 dicembre 2002) è stato un magistrato italiano. Assunse la guida del pool antimafia di Palermo nel 1983, dopo l'assassinio del suo predecessore, Rocco Chinnici, mantenendo l'incarico fino al 1990, quando andò in pensione.

Antonino Caponnetto

Il pool antimafia

Mutuando l'esperienza dell'ufficio istruzione di Torino e di Giancarlo Caselli nella lotta al terrorismo, Antonino Caponnetto chiamò a sé un gruppo di magistrati con il compito di occuparsi esclusivamente del contrasto alla criminalità organizzata di stampo mafioso. Il pool era costituito da Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Giuseppe Di Lello, Leonardo Guarnotta, ed in un secondo tempo arrivarono anche Giacomo Conte e i poliziotti Ninni Cassarà e Beppe Montana.

La strategia si rivelò vincente e fu fondamentale per arrivare all'istruzione del Maxiprocesso di Palermo contro Cosa Nostra.

L'impegno dopo la magistratura

Quando lasciò Palermo per tornare a Firenze, Caponnetto indicò in Falcone il suo successore, ma il Consiglio Superiore della Magistratura gli preferì Antonino Meli, seguendo gli ordinari criteri di anzianità. La morte di Falcone e di Borsellino lo sconvolse a tal punto che, anziché godersi la pensione, intraprese un lungo viaggio nelle scuole e nelle piazze di tutta Italia per raccontare, soprattutto ai giovani, chi fossero i due magistrati uccisi da Cosa Nostra.

Nel 1993 fu candidato per La Rete alle elezioni amministrative di Palermo, divenendo così Presidente del Consiglio Comunale. Sempre in quell'anno, ricevette dall'Università di Torino la laurea ad honorem in Scienze Politiche. Sei anni dopo, invece, organizzò il primo vertice sulla legalità e la giustizia sociale a Firenze, riunendo magistrati, avvocati, associazioni e giornalisti.

Gli fu conferita la cittadinanza onoraria a Palermo, Catania, Grammichele e Monteveglio. Per tre volte fu candidato senatore a vita, con una raccolta firme.

È morto a Firenze dopo una lunga malattia il 6 dicembre 2002 all'età di 82 anni.