Antonio Federico: differenze tra le versioni
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*Giuseppe Cerasa, ''Ecco Killer e mandanti della strage di Palermo'', la Repubblica, 2 dicembre 1984 | *Giuseppe Cerasa, ''Ecco Killer e mandanti della strage di Palermo'', la Repubblica, 2 dicembre 1984 | ||
*Giuseppe Cerasa, ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1986/11/11/per-quegli-otto-morti-nessun-colpevole-assolti.html?ref=search Per quegli otto morti nessun colpevole assolti boss e gregari]'', la Repubblica, 11 novembre 1986 | *Giuseppe Cerasa, ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1986/11/11/per-quegli-otto-morti-nessun-colpevole-assolti.html?ref=search Per quegli otto morti nessun colpevole assolti boss e gregari]'', la Repubblica, 11 novembre 1986 | ||
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Versione delle 14:32, 19 mar 2020
Antonio Federico (N.D. – Palermo, 18 ottobre 1984) è stato un venditore ambulante di frutta e verdura, vittima di Cosa Nostra nella Strage di Piazza Scaffa.
Biografia
Antonio attorno alle 21 si trovava nella stalla di Cortile Macello a Palermo. Era lì ad aiutare Francesco Quattrocchi e Cosimo Quattrocchi – commercianti di carne equina – nella sistemazione di una partita di cavalli appena giunta da Molfetta. Insieme a loro c’erano anche il cugino dei commercianti Cosimo Quattrocchi (cugino), Salvatore Schimmenti, Marcello Angelini, Giovanni Catalanotti e Paolo Canale.
Alcuni killer fecero irruzione nella stalla. L’obiettivo principale erano i fratelli Quattrocchi - che si volevano sottrarre all’influenza della mafia locale per condurre i propri commerci – ma vennero uccisi tutti i presenti.
L’intenzione degli assassini era quella di dare un segnale forte della presenza e della forza mafiosa anche alla luce delle azioni repressive intraprese da parte dello Stato in seguito alle confessioni di Tommaso Buscetta e con i mandati di cattura dell’Ufficio istruzione di Palermo.
Bibliografia
- Giuseppe Cerasa, Ecco Killer e mandanti della strage di Palermo, la Repubblica, 2 dicembre 1984
- Giuseppe Cerasa, Per quegli otto morti nessun colpevole assolti boss e gregari, la Repubblica, 11 novembre 1986