Antonio Macrì: differenze tra le versioni

Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Riga 56: Riga 56:
=== I rapporti con Cosa Nostra ===
=== I rapporti con Cosa Nostra ===


Il potente boss sidernese fu in rapporti con esponenti di spicco del clan dei Corleonesi di Cosa Nostra come Luciano Leggio e Michele Navarra (spedito al confino a Marina di Gioiosa Ionica negli anni ’50), Salvatore Riina e Bernardo Provenzano. Quanto avvenuto nella strage di Locri nel 1967, fu la conferma delle relazioni intessuta tra Macrì e gli uomini di Cosa Nostra, infatti, ad aprire il fuoco contro furono i due sicari siciliani originari di Bagheria: Antonio Di Cristina (fratello di Giuseppe Di Cristina, detto ‘Il tigre’) e Tommaso Scaduto. Tra le due organizzazioni, vigevano degli accordi sul commercio delle sigarette da contrabbando.  
Il potente boss sidernese fu in rapporti con esponenti di spicco del clan dei Corleonesi di Cosa Nostra come Luciano Leggio, Michele Navarra (spedito al confino a Marina di Gioiosa Ionica negli anni ’50), Salvatore Riina e Bernardo Provenzano. Quanto avvenuto nella strage di Locri nel 1967, fu la conferma delle relazioni intessuta tra Macrì e gli uomini di Cosa Nostra, infatti, ad aprire il fuoco contro furono i due sicari siciliani originari di Bagheria: Antonio Di Cristina (fratello di Giuseppe Di Cristina, detto ‘Il tigre’) e Tommaso Scaduto. Tra le due organizzazioni, vigevano degli accordi sul commercio delle sigarette da contrabbando.  
'''Secondo un rapporto inviato a Giovanni Falcone da Giovanni De Gennaro, Antonio Macrì, insieme ad altri boss prestigiosi del reggino erano affiliati oltre che alla ‘ndrangheta, anche a Cosa Nostra''', ciò era segno dell’affidabilità e della caratura mafiosa dei calabresi.
'''Secondo un rapporto inviato a Giovanni Falcone da Giovanni De Gennaro, Antonio Macrì, insieme ad altri boss prestigiosi del reggino erano affiliati oltre che alla ‘ndrangheta, anche a Cosa Nostra''', ciò era segno dell’affidabilità e della caratura mafiosa dei calabresi.