Attilio Manca

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Attilio Manca (San Donà di Piave, 20 febbraio 1969 – Viterbo, 11 febbraio 2004) è stato un medico, vittima innocente di Cosa Nostra.

Biografia

Brillante medico, laureatosi con il massimo dei voti, si occupava principalmente di chirurgia laparoscopica.

L’omicidio

Attilio fu trovato morto nella sua casa di Viterbo alle 11 di mattina del 12 febbraio 2004. Nel suo polso sinistro furono trovati due fori, mentre sul pavimento fu individuata una siringa.

Indagini e processi

L'autopsia certificò la presenza nel sangue di eroina, alcol etilico e barbiturici, quindi il caso venne archiviato come suicidio, ma la ricostruzione fu contestata dai genitori: Attilio, infatti, era mancino.

Inoltre le siringhe trovate non riportavano alcuna impronta digitale del medico, che di certo non si sarebbe preoccupato di indossare dei guanti o ripulire gli strumenti se intenzionato a suicidarsi. Secondo i genitori, se fosse stato lui a farlo, non si sarebbe iniettato la droga nel polso sinistro ma in quello destro.

Le intercettazioni: il viaggio di Provenzano a Marsiglia

Nel gennaio 2005 furono pubblicate le intercettazioni di Francesco Pastoia, che parlava del viaggio di Bernardo Provenzano a Marsiglia nel 2003. Il 28 gennaio 2005 Pastoia fu trovato impiccato nella sua cella. Secondo la successiva inchiesta dei magistrati, Provenzano sarebbe stato operato alla prostata alla clinica "La Ciotat" da un'équipe composta da Philippe Barnaud e dagli specialisti Breton e Bonin.

Durante questo viaggio, secondo la ricostruzione dei genitori di Attilio, l'urologo sarebbe entrato in contatto con il capomafia. All'inizio del mese di novembre del 2003, infatti, il medico sarebbe stato a Marsiglia. Secondo la ricostruzione dei genitori, Attilio sarebbe stato contattato dalla mafia di Barcellona Pozzo di Gotto per unirsi all'équipe di Barnaud durante l'intervento a Provenzano.

Riapertura dell'inchiesta

Il legale della famiglia, l'avvocato Repici, il 17 giugno 2009 dichiarò a “Radio24” che le indagini svolte dalla procura di Viterbo erano state lacunose, sia dal punto di vista del controllo delle telefonate, sia dal punto di vista delle indagini vere e proprie, che avrebbero trascurato il ruolo del cugino della vittima, Ugo Manca, con precedenti penali legati alla criminalità organizzata.

Alla fine del 2008 la procura di Viterbo riaprì le indagini, salvo chiedere nuovamente l’archiviazione il 15 ottobre 2012. Nell’ottobre 2013 l’ex-pm Antonio Ingroia andò ad affiancare Repici nel caso. Il 3 febbraio 2014 il GIP rinviò a giudizio Monica Mileti, la spacciatrice che secondo l’accusa avrebbe venduto la dose di eroina a Manca per il presunto suicidio.

Nel 2015 il collaboratore di giustizia Carmelo D’Amico, ex-capo dell’ala militare di Cosa Nostra a Barcellona di Pozzo di Gotto, rivelò di aver incontrato “Salvatore Rugolo, fratello di Venerina e cognato di Pippo Gullotti (condannato a 30 anni quale mandante dell'omicidio di Beppe Alfano). Lo incontrai a Barcellona, presso un bar che fa angolo, situato sul Ponte di Barcellona, collocato vicino alla scuola guida Gangemi. Una volta usciti da quel bar Rugolo mi disse che ce l’aveva a morte con l’avvocato Saro Cattafi perché 'aveva fatto ammazzare' Attilio Manca, suo caro amico. In quell’occasione Rugolo mi disse che un soggetto non meglio precisato, un Generale dei Carabinieri, amico del Cattafi, vicino e collegato agli ambienti della 'Corda Fratres', aveva chiesto a Cattafi di mettere in contatto Provenzano, che aveva bisogno urgente di cure mediche alla prostata, con l’urologo Attilio Manca, cosa che Cattafi aveva fatto”.

Bibliografia