Barbaro ('ndrina): differenze tra le versioni

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I Barbaro insieme ad altre ‘ndrine di Platì sono attive in Sud-America e in Spagna nel traffico internazionale di cocaina. Secondo le mappe riportate da Francesco Forgione in ‘Mafia Export’ i Barbaro e gruppi collegati sono presenti in :
I Barbaro insieme ad altre ‘ndrine di Platì sono attive in Sud-America e in Spagna nel traffico internazionale di cocaina. Secondo le mappe riportate da Francesco Forgione in ‘Mafia Export’ i Barbaro e gruppi collegati sono presenti in :


''''''Colombia (Bogotà) – Barbaro-Sergi-Trimboli'''
• '''Colombia (Bogotà) – Barbaro-Sergi-Trimboli'''


• '''Bolivia (La Paz) – Barbaro-Sergi-Trimboli'''
• '''Bolivia (La Paz) – Barbaro-Sergi-Trimboli'''

Versione delle 16:55, 4 mag 2014

Nel cuore dell’Aspromonte reggino sorge Platì, un paese di 3.700 abitanti. Nicola Gratteri e Antonio Nicaso in “Fratelli di Sangue” scrivono ‘’ se San Luca rappresenta il cuore della ‘ndrangheta, Plati è la sua mente“. Il casato egemone del territorio è quello dei Barbaro, gli altri clan presenti a Platì sono gli Agresta, i Catanzariti, i Marando, i Molluso, i Musitano, i Papalia, i Perre, i Romeo, i Sergi, i Trimboli, i Violi e gli Zappia. I Barbaro iniziarono a realizzare i loro primi grandi introiti negli anni ’70 attraverso i sequestri di persona, in seguito reinvestiti nel più redditizio traffico di droga. Avvalendosi dei legami di sangue e delle alleanze con le altre potentissime famiglie originarie di Platì e San Luca, questa cosca risulta essere una delle più potenti compagini della mafia calabrese. Le principali attività del gruppo sono rivolte al narcotraffico, all’infiltrazione nei lavori pubblici e al movimento terra. I Barbaro sono presenti anche nel Nord-Italia (Lombardia e Piemonte), in Australia, in Europa (Spagna e Germania) e in Sud America (Colombia, Bolivia e Venezuela).

La dinastia

L’origine della dinastia dei Barbaro risale al matrimonio tra Barbaro Francesco (Platì 1873) e Carbone Marianna (Platì 1877) i cui dieci figli successivamente originarono 5 ‘cosche’:

• Barbaro Pasquale, nato a Platì il 19.07.1897, padre di Barbaro Rosario, nato a Platì il 30.09.1940, […], capo dell’omonima cosca denominata Barbaro “Rosy”

• Barbaro Domenico, nato a Platì il 18.10.1900, padre di Barbaro Francesco, nato a Platì il 03.05.1927, […], capo dell’omonima cosca denominata Barbaro “Castanu”

• Barbaro Serafina, nata a Platì l’08.03.1910, madre di Papalia Domenico, Antonio e Rocco nati a Platì, elementi di spicco insieme ai fratelli dell’omonima cosca Papalia

• Barbaro Elisabetta, nata a Platì l’11.05.1918, madre di Perre Giuseppe, nato a Platì il 21.06.1937, […], capo dell’omonima cosca denominata Perre “Maistru”

• Barbaro Antonio, nato a Platì il 30.08.1920, deceduto in data 13.03.1994, capo dell’omonima cosca denominata Barbaro “Nigru” [1]

Secondo la ricostruzione dei collaboratori di giustizia Rocco Varacalli e Rocco Marando i ‘Pillari’ e i ‘Rosy’ sarebbero federati in un'unica cosca.

Barbaro 'Castanu'

I Barbaro ‘Castanu’ sono la ‘ndrina più ricca e potente di Platì. Il patriarca della cosca è Francesco Barbaro detto ‘Ciccio 'castanu’. Questo boss è stato uno dei principali esponenti della strategia dei sequestri di persona, non a caso fu anche soprannominato ‘Il re dei sequestri’. Venne arrestato nel 1989 dopo 9 anni di latitanza e in seguito, le redini del clan passarono al figlio Giuseppe Barbaro, soprannominato ‘Peppe Canarinu ‘u Sparitu’, perché fu latitante per 14 anni. Venne catturato il 10 dicembre 2001. Nel 1998 Giuseppe Barbaro pare che condusse una presunta trattativa per la risoluzione del sequestro ai danni di Alessandra Sgarella, come riporta la Commissione Parlamentare a riguardo: ‘’ Sconcertante notizia che il deus ex machina di tale trattativa segreta dello Stato sia stato un super latitante della 'ndrangheta il boss di Platì Giuseppe Barbaro - detto 'u canarinu – […], in cambio della collaborazione per la soluzione del sequestro Sgarella avrebbe ottenuto favori alla propria latitanza ed alleggerimento del regime di cui all'articolo 41-bis per i propri familiari attualmente detenuti ‘’ [2]. Nell’Operazione Infinito realizzata dalla Dda di Milano nel 2010, gli inquirenti sostennero che Pasquale Barbaro (fratello di Giuseppe) detto ‘U zangrei’ (in calabrese ‘Il tamarro’) fu il reggente della cosiddetta “Camera di Controllo” denominata ‘Lombardia’ fino alla data del suo decesso, avvenuta nel 2007 per problemi cardiaci. Nell’Operazione Crimine (Dda Reggio Calabria, 2010) viene citato il matrimonio tra suo figlio Giuseppe e Elisa Pelle, la figlia di Giuseppe Pelle (sposato con Marianna Barbaro, figlia di Francesco ‘ciccio ‘u castanu) e nipote di Antonio Pelle ‘Gambazza’, ex Capo Crimine della ‘ndrangheta, due affiliati invitati alle nozze sostennero che il matrimonio Barbaro/Pelle è stato fatto per confermare la potenza delle due famiglie. Nell’Operazione Platino compiuta nel gennaio del 2014, attraverso le intercettazioni sarebbe emerso che il ruolo di reggente della Camera di Controllo ‘Lombardia’ sarebbe attribuibile a Rocco Barbaro [3] , anch’esso figlio di Francesco Barbaro ‘cicciu ‘u castanu. Gli esponenti dei 'Castanu' sono collegati, attraverso vincoli di matrimonio e nelle attività lecite e illecite, anche alle famiglie degli Agresta, Marando, Papalia, Pelle, Perre, Romeo, Sergi e Trimboli [4].

Barbaro 'Nigri'

Il reggente della cosca è stato Antonio Barbaro, detto ‘u nigru’, il soprannome deriva dalla carnagione scura della pelle. In seguito alla morte di Pasquale Agresta avvenuta nel '74, Antonio ‘u nigru insieme a Francesco Barbaro ‘u Castanu fecero sorgere uno dei clan più potenti della ‘ndrangheta [5] . Secondo gli inquirenti, dopo la sua morte avvenuta nel 1994, il suo ruolo all’interno della ‘ndrina fu preso dal figlio Giuseppe Barbaro [6] . Vito Nicastri, imprenditore dell'eolico è stato accusato di essere in rapporti d'affari con Matteo Messina Denaro e alcuni clan dell'area jonica di Reggio Calabria (Platì, San Luca e San Luca). Per conto delle famiglie di Platì il Nicastri avrebbe intessuto rapporti con Giuseppe Barbaro 'u nigru [7]. Venne arrestato il 23 ottobre 2006 a Modena perché reputato il presunto mandante dell’omicidio ai danni del carabiniere Antonino Marino, ucciso il 9 settembre 1990 a Bovalino durante la festa patronale [8]. Giuseppe Barbaro è deceduto nel 2012 all’età di 64 anni [9] . Ne ‘Le Mani sulla Città’ scritto da Barbacetto/Milosa si riporta un’informativa del 2008 da parte del Servizio centrale operativo della polizia di Milano ‘’ La famiglia dei Nigri, imparentata anche con i Papalia, è da considerarsi ai vertici della criminalità organizzata in Calabria operante nel Nord-Italia’’. [10]

Barbaro 'Pillari'

Il collaboratore di giustizia originario di Platì, Rocco Marando nel marzo 2009 sostenne che il reggente dei Pillari fosse Rosario Barbaro detto 'Rosi da Massara', un altro collaboratore, Rocco Varacalli di Natile di Careri dichiarò che Rosario Barbaro è stato ''il capo società del locale di Platì’[11]. Diversi esponenti del clan sono stati arrestati per la trattazione internazionale del traffico di stupefacenti. Al Nord i Pillari sono rappresentati da Domenico Barbaro detto 'Mico l'Australiano ' e dai suoi figli Salvatore e Saverio. Salvatore Barbaro nel 1999 sposò Serafina Papalia, figlia di Rocco Papalia, reputato membro della cosiddetta “commissione provinciale reggina” denominata 'Cosa Nuova'. A questo clan sono alleati i Trimboli, i Marando, i Perre e i Papalia.

La storia

La faida di Castellace

I sequestri di persona

Nel periodo tra gli anni '70 e gli anni '90, i sequestri di persona furono una delle maggiori attività che coinvolsero i clan di Platì e quindi anche i Barbaro. Tra i principali promotori della stagione dei sequestri ci fu Francesco Barbaro, il reggente della famiglia 'Castanu'. Ne ‘L’Unità’ dell’8 gennaio 1991 si riporta ‘’ Francesco Barbaro […] condannato a 29 anni, con sentenza definitiva per il sequestro del commerciante reggino Tullio Fattorusso, del possidente Carmelo Buda […] avrebbe manovrato per Marco Fiora e Claudio Marzocco, per il gioielliere Giuseppe Gallo e l’industriale Domenico Varacalli’’ [12]. I clan di Platì, avvalendosi delle ramificazioni nel Nord-Italia organizzarono molti sequestri e spesso le persone rapite vennero segregate, in attesa del riscatto, proprio a Platì. Attraverso la stagione dei sequestri, le cosche della 'ndrangheta accumularono i proventi necessari per l'ingresso nei traffici di stupefacenti e per investire in nuovi settori come quello edilizio e del movimento terra. In Australia grazie ai soldi dei sequestri i gruppi di Platì investirono nelle piantagioni di marijuana.

I padroni di Platì

Nella Sentenza dell’Operazione Nord-Sud viene riportata una testimonianza dell’influenza e della percezione che la mafia calabrese ha all’interno di Platì. ‘’Ne v'è da meravigliarsi se nell'anno 1985 i carabinieri di Platì, uscendo dalla Caserma del Comando Stazione per andare a telefonare, sentivano la necessità di indossare il giubbotto antiproiettile […] o se, durante le indagini del sequestro Casella, per individuare l'abitazione di Barbaro Giuseppe ('u Pillari) in quella cittadina, a causa del silenzio omertoso dei suoi abitanti, fu necessario "forzare" la collaborazione del locale vigile urbano’’ [13] . Nel luglio 2002 venne scoperta una rete di bunker, un labirinto di nascondigli, frutto di avanzatissime tecnologie che consentirono ai latitanti della ‘ndrangheta alti livelli di protezione. Giuseppe Barbaro ‘u sparitu’, fu catturato sette mesi prima dell’operazione proprio tra quei cunicoli, nel corso della sua latitanza fece quattro figli. Il 30 luglio 2002 il giornalista Carlo Macrì sulle pagine del Corriere della Sera riportò ‘’ In questa cittadella scavata nelle viscere dell'abitato, gli inquilini in odor di mafia accedono scendendo le scale delle loro abitazioni. Basta muovere una parete e si arriva nel ventre del paese. Per i più «sfortunati» il cunicolo di fuga corre parallelo alla fogna. Il sistema di apertura è un congegno idraulico mosso a distanza da un telecomando. Ogni 10 metri c' è una presa d' aria. Le aperture del sistema di ventilazione coincidono con il giardino interno di qualche casa o si trovano ai lati della strada’’ [14]. L’anno successivo scattò l’Operazione Marine, a Platì vennero arrestate 125 persone con l’accusa di associazione mafiosa, traffico internazionale di stupefacenti, corruzione e turbativa d’asta [15]. I lavori per la costruzione dei bunker furono realizzati a cielo aperto durante il giorno con i soldi pubblici del Comune di Platì.‘’ Valorizzazione area latitanti fiumara’’ [16] così l’amministrazione locale giustificò i lavori. Il Municipio fu sciolto due volte: nel 2006 e nel 2012.

L'uccisone del Sindaco Domenico De Maio

Nel biennio 1985-1986 furono uccisi due sindaci di Platì: Domenico Natale De Maio (sindaco in carica, venne ucciso il 25 marzo 1985) e Francesco Prestia (è stato sindaco di Platì dal 1965 al 1970 e poi dal 1976 al 1978, venne ucciso il 12 febbraio 1986). Il sindaco De Maio, che negava l’esistenza della mafia nel suo Municipio [17] , fu assassinato a Natile. Si riporta in ‘Buccinasco’ ‘’ Le ragioni per cui fu eliminato non sono mai state del tutto chiarite[…] Il sindaco si era impegnato in una missione ‘insolente’: far tornare in possesso del Comune oltre cento ettari di terreno demaniale occupati abusivamente dalla famiglia Barbaro.[…] casi mai provati, caddero su Francesco Barbaro ‘u Castanu’' [18].

Le attività

Latitanza sul territorio: prestigio e potere

Quello dei Barbaro è un clan molto potente in grado di diversificare le attività all’interno del ‘locale’. Se un affiliato ha un ruolo di prestigio all’interno del ‘locale’, per dimostrare il suo potere in caso di latitanza deve restare sul territorio. Tra le contrade di Platì sono stati costruiti diversi bunker per garantire la latitanza agli affiliati. L’elenco delle latitanze più lunghe a Platì:

• Francesco Barbaro, 9 anni latitante. E’ stato arrestato il 5 gennaio 1989 (patriarca dei Barbaro ‘Castanu’)

• Giuseppe Barbaro, 14 anni latitante. E’ stato arrestato l’11 dicembre 2001 (affiliato ai Barbaro ‘Castanu’)

• Rocco Barbaro, 11 anni latitante. E’ stato arrestato l’8 febbraio 2003 (affiliato ai Barbaro ‘Castanu’)

• Saverio Trimboli, 16 anni latitante. E’ stato arrestato il 12 febbraio 2010 (affiliato ai Barbaro ‘Pillari’)

• Francesco Perre, 18 anni latitante. E’ stato arrestato il 26 agosto 2011 (affiliato ai Barbaro ‘Castanu’)

Il traffico internazionale di stupefacenti

I Barbaro, insieme alle principali ‘ndrine di Platì e con potenti clan della mafia calabrese furono coinvolti in grandi operazioni in cui sono state sequestrate diverse tonnellate di cocaina provenienti dal Sud-America. A seguito delle operazioni Igres (2003) e Stupur Mundi (2007), emersero i rapporti tra i clan di Platì e Roberto Pannunzi per il traffico di cocaina in Sud-America. Quando venne arrestato nel luglio del 2013 il Procuratore Aggiunto della Procura di Reggio Nicola Gratteri sostenne ‘’ E’ di sicuro il più potente broker della droga al mondo’’ [19] . Per questa attività i clan di Platì si sono attivati anche in Spagna. A seguito dell’Operazione Stupur Mundi si ipotizzò che a Platì fosse presente una raffineria di cocaina [20]. I Barbaro insieme ad altre ‘ndrine di Platì sono attive in Sud-America e in Spagna nel traffico internazionale di cocaina. Secondo le mappe riportate da Francesco Forgione in ‘Mafia Export’ i Barbaro e gruppi collegati sono presenti in :

Colombia (Bogotà) – Barbaro-Sergi-Trimboli

Bolivia (La Paz) – Barbaro-Sergi-Trimboli

• Spagna (Malaga) – Barbaro-Marando-Trimboli [21]

Attraverso l’Operazione Tanamaco del giugno 2010 sono emerse le attività di narcotraffico dei Barbaro ‘Pillari’ in Venezuela, a Caracas. [22]

Le ramificazioni

Lombardia

Il 'governo' della 'ndrangheta

Il settore del movimento terra: intimidazione ambientale

Le operazioni in cui sono stati coinvolti

Piemonte

'Minotauro' e il 'locale' di Volpiano

Germania

Australia

Note

  1. Regione Carabinieri ‘Lombardia’, Indagine Infinito, Gruppo di Monza Nucleo Investigativo, Capitolo 3.3 ‘’Dalla Tequila’’ dos alla ‘’Infinito’’ p.102
  2. Camera dei Deputati, Seduta n.406 del 17/9/1998, [1]
  3. Corriere della Sera, «La Lombardia ha un nuovo boss Rocco Barbaro è il capo dei capi» , 11 gennaio 2014 [2]
  4. Regione Carabinieri ‘Lombardia’, Indagine Infinito, Gruppo di Monza Nucleo Investigativo, Capitolo 3.3 ‘’Dalla Tequila’’ dos alla ‘’Infinito’’ p.102, 103
  5. N. Gratteri - A. Nicaso, Fratelli di Sangue, Mondadori, 2008, p.127
  6. Calabria Ora, Eolico, spunta Barbaro “Nigru”. Il boss è stato coinvolto nell’inchiesta per la morte del brigadiere Marino, 12 settembre 2011, [3]
  7. Corriere della Calabria, ‘Ndrangheta e Cosa nostra: In nome del fotovoltaico, 4 agosto 2011 [4]
  8. Strill, ‘Ndrangheta, domiciliari a Barbaro, 22 novembre 2006 [5]
  9. Cn24, Platì, vietati i funerali di Giuseppe Barbaro [6]
  10. G.Barbacetto – D.Milosa, Le mani sulla città p.157, Chiarelettere, Milano
  11. F.Monga – R.Varacalli, Sono un uomo morto p.25, Chiarelettere, Milano 2013
  12. L’Unità, Tutti gli uomini di ‘u castanu’ boss dell’Anonima sequestri, 9 gennaio 1991 [7]
  13. Sentenza Nord-Sud, Dda Milano 1997, p.361
  14. Corriere della Sera, Platì, scoperta una rete di bunker utilizzati da latitanti della ‘ndrangheta, 30 luglio 2002 [8]
  15. Repubblica, ‘Ndrangheta, maxi-blitz all’alba 125 arresti nella Locride, 13 novembre 2003 [9]
  16. Corriere della Sera, 4 dicembre 2003, Bunker e cunicoli, la città segreta dei boss [10]
  17. L’Unità, 28 marzo 1985, Esecuzione mafiosa in Calabria: ucciso sindaco democristiano [11]
  18. dalla Chiesa–Panzarasa, Buccinasco. La ‘ndrangheta al Nord, Einaudi, p.122
  19. Strill, 6 luglio 2013, Arresto Pannunzi, Procuratore Gratteri: E' il piu' potente broker della droga al mondo. No ai domiciliari [12]
  20. Nuova Cosenza, Operazione Stupor Mundi: sgominato traffico di droga, 9 maggio 2007 [13]
  21. F.Forgione, Mafia export, Dalai Editore, Milano 2009 vedi mappe Spagna e Sud America
  22. Calabria notizie, Operazione Tanamaco: arrestati 16 narcotrafficanti, alleanza criminale ‘ndrangheta-camorra – La cocaina proviene da Colombia e Venezuela, 22 giugno 2010 [14]

Bibliografia