Circolo Società Civile

Il Circolo "Società Civile" è stato un circolo culturale milanese nato a metà degli anni '80 con l’obiettivo di sensibilizzare e rendere partecipi i cittadini della città di Milano contro mafie e corruzione, oltre che sui temi primari che interessavano la metropoli in quegli anni.

circolo società civile

Storia

Il Circolo “Società Civile” venne ufficialmente presentato il 2 dicembre 1985 al teatro Pier Lombardo diretto da Franco Parenti[1]. La sede del circolo si trovava in Corso Cristoforo Colombo 10, a Milano.

L’idea di creare il Circolo venne a Nando dalla Chiesa, che coinvolse nel progetto altri dieci soci fondatori: il giudice Gherardo Colombo, il sociologo Alberto Martinelli, il sacerdote padre Davide Maria Turoldo, l’economista Paolo Brera, i giornalisti Giampaolo Pansa, Paolo Murialdi e Carla Stampa, lo scrittore Corrado Stajano, l’avvocato Raffaella Lanzillo, il portiere del Milan Giuliano Terraneo[2]. Il totale dei soci partecipanti raggiunse nelle prime settimane la quota di 101, per poi stabilizzarsi a 104[3]. L'unica non milanese accettata come socia fu Saveria Antiochia, madre di Roberto Antiochia.

"Società civile" si proponeva come spazio pubblico nel quale si potessero riunire i cittadini (tra i quali si contarono molti giovani), grandi nomi del giornalismo e della cultura, delle istituzioni e delle professioni, per discutere liberamente sui temi di maggior rilevanza nella città di Milano e proporre soluzioni ai problemi che l’affliggevano. Lo slogan del circolo, infatti, recitava «Per dare voce alla società civile, per fare più civile la società»[4].

Le questioni principali affrontate dal circolo nei suoi anni di vita sono state: urbanistica, invasione dei poteri privati nella vita pubblica, prime degenerazioni nel sistema sanitario, presenza della mafia in città, elezione diretta del sindaco e referendum Segni contro le preferenze multiple, inefficienze in vari rami della pubblica amministrazione[5].

In linea con la missione che si era prefissato il Circolo, lo Statuto prevedeva all’articolo cinque, dal titolo “Incompatibilità[6], che potessero aderire tutti i cittadini, tranne quelli che avevano incarichi politici e di partito, con l’obiettivo di avere uno spazio autonomo, in un momento storico in cui i partiti erano presenti in tutte le espressioni della vita istituzionale, sociale ed economica, e gli interessi di questi, anche quelli illegali, iniziavano a essere noti, come svelò anni dopo l'inchiesta Mani Pulite[7]. Per questo, allo scopo di rendere il circolo indipendente, i soci fondatori avevano deciso di autotassarsi per una cifra di trecentomila lire a testa[8].

Il contesto di nascita

All’inizio degli anni Ottanta alcune vicende eclatanti avevano mostrato il regime della corruzione che si stava perfezionando in ambito politico e la crisi etica che il Paese stava vivendo[9].

L'11 luglio 1979 l’avvocato Giorgio Ambrosoli era stato ucciso da un mafioso italo-americano su mandato di Michele Sindona, finanziere siciliano asceso ai vertici del potere nel capoluogo lombardo usando con spregiudicatezza i suoi istituti di credito e finanza. Prima dichiarato "il salvatore della Lira" dall'allora presidente del Consiglio Giulio Andreotti e poi protagonista di una bancarotta devastante, Sindona si era dato alla latitanza negli Stati Uniti, rimanendo tuttavia in stretto contatto sia con l'entourage di Andreotti che di altri esponenti politici e non iscritti alla loggia massonica P2[10].

Proprio indagando sul finto sequestro di Michele Sindona durante le indagini per l'omicidio Ambrosoli, i giudici istruttori Gherardo Colombo e Giuliano Turone ritrovarono il 17 marzo 1981 gli elenchi degli iscritti alla Loggia P2, portando alla luce una struttura clandestina e parallela del Potere, ramificata nella politica, nello Stato, nell’imprenditoria, nell’informazione.

Sempre in quegli anni in Sicilia infuriava la Seconda Guerra di Mafia, con il lungo elenco di omicidi eccellenti che comportò: Cesare Terranova, Piersanti Mattarella,Gaetano Costa, Rocco Chinnici, Pio La Torre, Carlo Alberto dalla Chiesa.

Anche la Camorra era nel bel mezzo di una faida, che vedeva contrapposti da una parte Raffaele Cutolo e la sua Nuova Camorra Organizzata e dall'altra i boss della Nuova Famiglia, durante la quale il 27 aprile 1981 avvenne il rapimento dell’assessore della Regione Campania Ciro Cirillo, responsabile della ricostruzione nelle aree colpite dal terremoto dell’Irpinia. Il rapimento era stato compiuto dalle Brigate Rosse e la trattativa era stata affidata a Cutolo, che ottenne la liberazione dell'assessore, considerato la "scatola nera" dei rapporti tra Democrazia Cristiana e Camorra nel dopo-sisma, dietro il pagamento di un miliardo di lire ai terroristi.

Il 18 giugno 1982 un altro finanziere milanese, Roberto Calvi, presidente del Banco Ambrosiano e vicepresidente dell’Università Bocconi, era stato trovato “suicida” sotto il ponte dei Frati Neri a Londra. Considerato l'erede di Sindona, probabilmente la sua morte è da ricondurre alla perdita di ingenti somme di denaro delle famiglie di Cosa Nostra, riciclate attraverso l'Ambrosiano.

Non solo Milano, quindi, ma l'intera nazione stava vivendo un visibile declino di valori, con una presenza sempre più marcata nell'economia di soldi sporchi derivanti dai traffici illeciti delle organizzazioni mafiose. In questo contesto a Milano, dopo l'omicidio del Generale dalla Chiesa il 3 settembre 1982, era nato un nuovo movimento antimafia, decisivo per far maturare il progetto di Società Civile.

La nascita del mensile

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La storica copertina con Salvatore Ligresti e Palazzo Marino ritagliato come un abito su misura

Dopo pochi mesi di vita del circolo, era affiorata l’idea di dotarsi di una newsletter o di un foglio[11]. Inizialmente era uscito un numero zero sotto forma di newsletter, poi due numeri unici, uno dedicato ai servizi pubblici dal titolo “Se Milano non funziona” e il secondo sull’ospedale San Carlo intitolato “Le mani sull’ospedale”. Seguirono altri tre numeri non più unici[12]. Il mensile alle sue prime battute era stato diffuso agli incontri del circolo, distribuito tra gli amici o in qualche libreria e teatro[13].

Poi si era puntato a far uscire un mensile vero e proprio in edicola, composto da ventiquattro pagine, che negli anni sono diventate trentadue. Così, nel dicembre del 1986, in occasione del primo anniversario della nascita del circolo, venne presentato il mensile “Società civile”. Prendendo slancio dall’attività del circolo, il mensile si occupò negli anni principalmente di inchieste sulla corruzione, analisi di costume, urbanistica, immigrazione e contrasto al razzismo, denuncia della presenza mafiosa. Il metodo di lavoro prevedeva, oltre a intere giornate in redazione a scrivere e correggere gli articoli, il recarsi sul campo a vedere i problemi che venivano di volta in volta trattati[14].

La diffusione oscillava tra le due e tremila copie, vendute quasi tutte a Milano città[15].

In due/tre anni la redazione del mensile era diventata un punto di riferimento per giovani giornalisti e per quelli che avrebbero voluto fare i giornalisti e non ci avevano mai provato. I ragazzi arrivavano a decine, soprattutto dalla facoltà di Scienze politiche dell’Università degli Studi di Milano, dove insegnava Nando dalla Chiesa[16].

La redazione faceva anche corsi di formazione con i professionisti che collaboravano al mensile (tra cui anche alcuni dei soci del circolo) e organizzava ritiri seminariali fuori Milano. Per il numero consistente di persone coinvolte, la sede era stata trasferita: la redazione rimaneva in Corso Cristoforo Colombo, ma le riunioni si facevano in una scuola professionale di Via Tadino che aveva una stanza più ampia adeguata al numero di partecipanti raggiunto[17].

La chiusura del mensile e la breve esperienza di "Nuova Società Civile"

Nel 1994 il mensile “Società civile”, rimasto senza finanziatori, chiuse[18].

Un gruppo di giovani pensò di rilanciare l'iniziativa, aprendo “Nuova Società Civile”, che proseguì per due anni, con quattro numeri pubblicati dal dicembre 1994 all'aprile 1996. Il primo, dal titolo “Milano è Cosa nostra”, riportava una ricostruzione di quattro anni di inchieste antimafia a Milano (29 operazioni, 1800 arresti, una decina di maxiprocessi). Proseguì nel numero due del marzo 1995, con una grande mappa che mostrava “la Federazione” dei gruppi criminali creatasi a Milano negli anni Ottanta e Novanta, e in esclusiva venne pubblicato il rapporto della Direzione Investigativa Antimafia sui rapporti tra Silvio Berlusconi, Marcello Dell'Utri e Cosa nostra.

Venne realizzata anche una mappatura delle tribù giovanili nella metropoli. Nel numero del luglio del 1995 uscì un’intervista a Tiziano Sclavi, il padre di Dylan Dog. Nell’ultimo numero, nell’aprile del 1996 uscirono le pagelle ai candidati (uno dei cavalli di battaglia del mensile “Società civile”) nei collegi milanesi che si presentavano alle elezioni della primavera del 1996. Quello fu l'ultimo numero della rivista.

La Chiusura del Circolo

Il 18 marzo 2000, con l'abbandono del Circolo da parte della maggior parte dei suoi soci fondatori, l'Assemblea dei Soci decise che non vi erano più le condizioni per proseguire le attività del Circolo e votò per lo scioglimento. L’assenza di candidature per il rinnovo delle cariche aveva portato a convocare un'Assemblea straordinaria, dando incarico a un comitato di otto soci di verificare un'ipotesi di ristrutturazione con modifica dello Statuto. Ciò, però, non era risultato possibile, così l'Assemblea deliberò lo scioglimento dell'associazione[19].

Note

  1. Franco Vernice, Contro la corruzione nasce ‘Società Civile’, La Repubblica, 4 dicembre 1985
  2. Ibidem
  3. Per l’elenco completo dei soci promotori del Circolo e di chi ha collaborato al mensile si rimanda al libro di Gianni Barbacetto e di Nando dalla Chiesa, L’assalto al cielo. Storie di società civile e di lotta alla corruzione, edito da Melampo Editore nel 2016, pp. 301-311
  4. Ivi, p.21
  5. Ivi, p.24
  6. Ivi, p.22
  7. Gianni Barbacetto, Che cos’è Società Civile, in Identikit, Societàcivile.it, 13 marzo 2001
  8. Barbacetto, dalla Chiesa, op.cit., p.20
  9. Barbacetto, dalla Chiesa, op.cit., pp.13-15
  10. Ibidem
  11. Ivi, pp. 24-35
  12. Ibidem
  13. Ibidem
  14. Nando dalla Chiesa, Società civile, il mensile che raccontò corruzione e mafia a Milano prima dei pm: libro e festa per i trent’anni, Il Fatto quotidiano, 12 dicembre 2016
  15. Barbacetto, dalla Chiesa, op.cit., pp.24-35
  16. Ibidem
  17. Ibidem
  18. Ivi, pp. 49-51
  19. Citato in Jole Garuti, Il Circolo ha chiuso, retecivica.milano.it, 19 aprile 2000

Bibliografia

  • Barbacetto Gianni, Dalla Chiesa Nando (2016). L’assalto al cielo. Storie di Società civile e di lotta alla corruzione, Milano, Melampo editore.
  • Barbacetto Gianni (2001). Che cos’è Società Civile, in Identikit, Societàcivile.it, 13 marzo[1].
  • Dalla Chiesa Nando (2016). Società civile, il mensile che raccontò corruzione e mafia a Milano prima dei pm: libro e festa per i trent’anni, Il Fatto quotidiano, 12 dicembre [2].
  • Garuti Jole, Il Circolo ha chiuso, in retecivica.milano.it, 19 aprile 2000[3].
  • Vernice Franco, Contro la corruzione nasce ‘Società Civile’, la Repubblica, 4 dicembre 1985[4].

Voci correlate