Emilia Cestelli

Emilia Cestelli (Palermo, 25 luglio 1952 - Milano, 19 maggio 2021) è stata un'attivista politica in prima fila contro la mafia e la corruzione in Italia. Moglie di Nando dalla Chiesa, fu protagonista in particolare della vita civile milanese e il 7 dicembre 2021 ha ricevuto la medaglia d'oro alla memoria del Comune di Milano, meglio nota come Ambrogino d'oro.

Emilia Cestelli
Emilia Cestelli

Biografia

Primi anni e adolescenza

 
Emilia (la prima a destra) con la madre, la sorella Serenella e i tre fratelli, Maurizio, Luigi e Alessandro

Nata in una famiglia di cinque fratelli, Emilia studiò al Liceo Classico Garibaldi di Palermo, dove conobbe Simona dalla Chiesa, alla quale rimase legata da un’amicizia profonda e grazie alla quale incontrò il 17 agosto 1970 l'uomo che sarebbe diventato suo marito, Nando dalla Chiesa. I due si incontrarono al Pub Village, una discoteca per ragazzi palermitana che andava di moda a quei tempi, alle porte del parco della Favorita, trecento lire d'ingresso. Nando e Simona sarebbero dovuti essere a una festa organizzata da amici a Mondello che saltò all'ultimo minuto e lì incontrarono Emilia, che festeggiava il suo onomastico, e Daniela, un'altra amica di Simona che festeggiava invece il compleanno.

«Ci misi qualche secondo a realizzare quel che Simona aveva annunciato con tanta allegria. Sapevo della vostra amicizia e ogni tanto nei miei viaggi da Milano ti avevo anche incontrato. Non ci eravamo fatti esattamente simpatia. Senza particolari emozioni, cercai te e Daniela con lo sguardo. D'incanto ti vidi in mezzo alla pista. Il riflettore ruotava illuminandoti di continuo. non c'era in quel omento molta ressa. Restai folgorato. Eri in una tunichetta a fiori, corta e aderente, chiusa in alto al centro da un grande anello. ballavi con grazia ritmata, una sinuosità rapida, accennata. Mi voltai incredulo verso Simona. E le chiesi: "Ma è Emilia?". Lei confermò»[1].

Da quel colpo di fulmine, i due non si sarebbero più lasciati. Come raccontò Nando dalla Chiesa dopo la sua morte, a Palermo i due si incontravano in Vicolo Pandolfini[2], un minuscolo vicolo dove non passava quasi mai nessuno.

Da Palermo a Milano, per amore

 
Emilia Cestelli e Nando dalla Chiesa, nel 1976

Alla fine del 1975, Emilia decise di trasferirsi a Milano, per amore del suo "Nandù". Per quattro anni i due avevano vissuto una relazione a distanza, con lei rimasta a Palermo e lui che, per conservare il suo ruolo di assistente in università alla facoltà Scienze Politiche, si manteneva facendo il supplente annuale, prima di matematica e fisica a Cinisello Balsamo, poi di geografia economica all’istituto Cattaneo per ragionieri a Milano[3].

Quando l'Istituto di Sociologia diretto da Alessandro Pizzorno annunciò di essere alla ricerca di una segretaria "a mezzo tempo", Dalla Chiesa suggerì ad Alberto Martinelli il nome di Emilia, che a Palermo lavorava già da tre anni come segretaria regolarmente assunta a tempo pieno all’istituto di Architettura di Palermo con Gino Pollini, il padre di Maurizio, il grande pianista[4]. Lei, per amore, decise di lasciare il certo per l'incerto e iniziò la sua nuova vita milanese.

A Milano Emilia andò a vivere a casa del padre Roberto, che si era dovuto trasferire lì per lavoro. Dopo un paio d'anni "in anonimato", dandosi del Lei nei corridoi, i due annunciarono il loro matrimonio, che fu possibile perché i genitori di una sua collega, Luisa Leonini, «sapendo della nostra disperazione di coppia squattrinata e orgogliosa»[5], offrì alla coppia una loro casa in comodato gratuito, nella quale dovevano pagare solo le spese.

Il matrimonio con Nando dalla Chiesa

 
Nando dalla Chiesa ed Emilia Cestelli il giorno del loro matrimonio

Il 23 luglio 1977 Emilia e Nando si sposarono nella Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria a Palermo, all'interno della Caserma dei Carabinieri di Via Vittorio Emanuele. La città, al di là del fatto che era la città di origine della sposa, era anche dal punto di vista della sicurezza la più idonea per garantire l'incolumità dei presenti[6]. Anni dopo, proprio Emilia ricordò la propria delusione e amarezza quando chiese a una sua amica di andarla a vedere in Chiesa e lei rifiutò "perché non si sa mai cosa può succedere"[7]. Erano gli anni del terrorismo e il suocero, Carlo Alberto dalla Chiesa era il nemico numero uno dei terroristi di estrema sinistra.

Il matrimonio venne celebrato a una settimana di distanza da quello tra Alessandro, il fratello di Emilia, e la compagna, Antonella. I genitori di Emilia, Roberto e Francesca, si ritrovarono quindi in una settimana a partecipare ai matrimoni di due figli.

Durante il ricevimento, Emilia, così poco abituata alle divise di gala degli ufficiali, scambiò anche il Colonnello Russo, tutto vestito di bianco, per un cameriere, chiedendogli una fetta di torta. Il Colonnello, uomo di spirito, gliel'aveva tagliata e porta su un piatto con forchetta[8]. Meno di un mese dopo, il 20 agosto sarebbe stato ucciso da Cosa Nostra.

La morte della suocera Dora Fabbo, la nascita del figlio Carlo Alberto e il lavoro in banca

 
Emilia Cestelli e Nando dalla Chiesa, nei primi anni di matrimonio

Sabato 18 febbraio 1978 Emilia andò a trovare i suoceri a Torino insieme al marito. Era incinta del quinto mese. Quattro giorni prima le Brigate Rosse avevano ucciso il giudice Riccardo Palma, stretto collaboratore del Generale dalla Chiesa nella sua missione di coordinatore della sicurezza esterna delle carceri. L'indomani mattina Dora Fabbo morì di infarto, dopo essersi adagiata sul suo letto con in mano un libro regalatogli il giorno prima dal figlio Nando, Radici, di Alex Haley. Ha scritto il figlio Nando su quel giorno:

«D'un tratto sentii papà chiamarti. Più volte. A voce sempre più alta. Ma perché urla così?, pensai. Perché non la lascia dormire, sarà stanca. Poi un urlo terribile, interminabile. Mi precipitai in camera vostra. Radici era aperto sul tuo grembo alla prima pagina. Tu eri con la testa appoggiata sul cuscino. Papà in un angolo della stanza, piangendo, singhiozzando, parlava a me ma parlava a te. Non so che cosa sia successo dopo, chi sia venuto, chi ci fosse. Non lo so perché mi misi sdraiato verso di te sul letto, tenendoti la mano sperando che servisse a riscaldarti: e che ne sapevo io, non avevo mai visto morire nessuno. Ti chiamavo con la voce piana, quella che usavi tu per svegliarmi da piccolo. Ma, diversamente da me, tu non ti svegliavi e non ti saresti svegliata mai più»[9].

Il pomeriggio successivo si tennero i funerali, nell'officina della Caserma dei Carabinieri per ragioni di sicurezza. Il cappellano militare che recitò la messa disse a un certo punto: «Dora è stata la vittima più silenziosa del terrorismo».

Il 24 giugno nacque a Palermo il primo figlio della coppia, Carlo Alberto, e così nel 1979 Emilia decise di lasciare il lavoro precario di segretaria all'Istituto di Sociologia per un posto in banca, così da consentire al marito di continuare a lavorare in università, però in Bocconi, dove aveva iniziato a insegnare Sociologia generale come professore a contratto.

La Strage di Via Carini e l'anello del Generale

 
Emilia Cestelli col marito Nando e la cognata Rita, ai funerali del suocero Carlo Alberto

Quando il 3 settembre 1982 Cosa Nostra decise di uccidere suo suocero nella Strage di Via Carini, Emilia era incinta della seconda figlia, Dora. Quando tornarono a casa a Milano, dopo il funerale, fu lei a lavare via il sangue dall'anello di famiglia del Generale, per non farlo scorrere tra le mani del marito.

Gli anni '80, il Maxiprocesso di Palermo e Società Civile

Quando iniziò il Maxiprocesso di Palermo, nel 1986, Emilia rinunciò al suo lavoro per restare al fianco del marito che si era costituito parte civile. Non si occupò solo dei figli, ma iniziò insieme ad altre cittadine e cittadini ad organizzare molteplici iniziative per difendere agli occhi dell’opinione pubblica il lavoro di Antonino Caponnetto e dei membri che componevano il Pool antimafia, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Leonardo Guarnotta e Giuseppe Di Lello. Quando lunedì 2 dicembre 1985 al Teatro Pier Lombardo, diretto da Franco Parenti, fu battezzato il circolo "Società Civile", da un'idea del marito Nando, Emilia partecipò alle sue attività, collaborando anche all'omonimo mensile inaugurato un anno dopo, che si batteva per denunciare la corruzione dilagante nella «Milano da bere» degli anni '80.

Gli anni '90 e la fine della prima Repubblica

 
Emilia Cestelli e Nando dalla Chiesa, agli inizi degli anni '90

Negli anni ’90 Emilia fu tra le attiviste impegnate in prima fila nel rinnovamento morale della città di Milano, dopo l’inchiesta Mani Pulite e lo scandalo di Tangentopoli. Restò accanto al marito, nella durissima campagna elettorale che lo vide contrapposto a Marco Formentini. Quando il 20 giugno 1993 i risultati del ballottaggio incoronarono il candidato leghista come nuovo Sindaco di Milano, Emilia salì sul palco del Teatro Elfo Puccini insieme al marito e gli alzò il braccio, in segno di vittoria, ugualmente, mentre in sottofondo suonavano le note di Bruce Springsteen, grande passione musicale in comune col marito e che trasmisero ai figli.

Gli anni Duemila, le Girandole e i Girotondi

All’inizio degli anni 2000 fondò, con Edda Boletti e altre amiche, l’Associazione “Le Girandole”, che il 2 febbraio 2002 partecipò alla manifestazione di Piazza Navona, resa famosa dalla frase di Nanni Moretti “Con questi dirigenti non vinceremo mai”, che poi darà vita ai Girotondi, di cui fu una delle protagoniste a livello nazionale.

Nemmeno venti giorni più tardi, il 23 febbraio, insieme alle Girandole organizzò la grande manifestazione del PalaVobis in occasione del decennale dello scoppio di Mani Pulite. Non furono però solo i grandi eventi ad averla vista impegnata in ambito politico e sociale. Quando Cesare Previti, parlamentare e avvocato di Silvio Berlusconi, iniziò la sua battaglia giudiziaria per far spostare da Milano a Brescia i suoi processi, Emilia e le Girandole si vestirono da Banda Bassotti, organizzando una manifestazione sotto al Palazzo di giustizia di Brescia e rivendicando il diritto di essere lì processate[10].

Proprio in quanto girandolina, le venne proposto di far parte di una delle innumerevoli costituenti dell'Ulivo, ma rifiutò perché capì che in quel modo volevano escludere il marito: «ma perché non lo chiedete a Nando? Con quello che ha fatto in questi anni, lo chiedete a me per quello che ho fatto in qualche mese?»[11].

In ambito culturale collaborò alla nascita della libreria “Il Trittico” in Via San Vittore a Milano, mentre nel 2004, quando nacque la casa editrice Melampo, non si limitò ad organizzare innumerevoli presentazioni ed eventi in città, ma ne gestì personalmente lo stand alla fiera del Libro di Torino.

La morte del fratello Alessandro

Verso la fine del 2000 la vita di Emilia fu colpita dalla terribile notizia che suo fratello Alessandro, biologo e professore universitario a Palermo, tra i protagonisti della nascita della c.d. Primavera di Palermo dopo l'omicidio del Generale dalla Chiesa[12], era malato di tumore al fegato e al pancreas e gli restavano massimo due mesi di vita. Nonostante il tentativo di ricorrere a cure sperimentali, purtroppo Alessandro morì il 21 marzo 2001.

Il MantovaMusicaFestival

Emilia Cestelli fu anche l’anima organizzativa del “MantovaMusicaFestival”, o “Controfestival di Mantova”, ideato dal marito con la scrittrice Lidia Ravera e lo psicologo ed editorialista del Corriere Fulvio Scaparro per offrire un’alternativa al Festival di Sanremo, la cui direzione artistica era stata affidata al cantante Tony Renis, di cui erano note le frequentazioni mafiose. Il Festival, sotto la direzione artistica di Vittorio Cosma e Titti Santini, si svolse negli stessi giorni della rassegna di Sanremo, dal 2 al 6 marzo 2004. Nonostante la concorrenza, Il Festival ebbe uno straordinario successo di pubblico, con oltre tremila presenze, e mediatico (con tre milioni di spettatori su Odeon Tv e 600 titoli sulla stampa nazionale e locale, con vignetta di Giannelli in prima pagina sul Corriere della Sera).

Gli ultimi anni a Milano

Dopo la fine della carriera politica del marito, non ricandidato dal Partito Democratico nel 2008, Emilia tornò in pianta stabile a Milano, dove continuò a dedicarsi a un'intensa attività culturale e sociale. Quando all’inizio del 2009 la prostituzione e lo spaccio di droga iniziarono a prendersi la zona tra la Bocconi e Porta Romana dove viveva, Emilia organizzò, con altri cittadini del quartiere, il “Comitato delle sedie”, che alla fine riuscì, collaborando con le forze dell’ordine, a riportare il quartiere alla sua vivibilità[13].

 
Emilia Cestelli, il 3 settembre 2016, in Piazza Diaz. Foto di Pierpaolo Farina

Ogni anno, il 3 settembre, iniziò ad organizzare in Piazza Diaz insieme a Libera la commemorazione in memoria del suocero, della seconda moglie Emmanuela Setti Carraro e dell’agente di polizia Domenico Russo. Diversi furono gli eventi che organizzò in prima persona, senza tuttavia mai voler apparire. Tra i tanti, il 27 marzo 2012 organizzò in Sala Alessi, a Palazzo Marino, sede del Comune, una grande manifestazione di solidarietà contro le minacce di morte subite dall’allora Procuratore Capo di Torino, Gian Carlo Caselli, per le sue inchieste contro il movimento no-tav.

 
Emilia Cestelli e Pierpaolo Farina, durante la campagna di crowdfunding #mappiamolitutti in sostegno di MafiaMaps

Nel gennaio 2014 fu anche tra le promotrici della petizione di WikiMafia che riportò in prima serata su Rai3 il documentario su Pippo Fava, nel trentesimo anniversario della morte. Un anno dopo, quando venne annunciata la campagna di crowdfunding di MafiaMaps, insieme al marito fu tra le poche persone che donarono la cifra più alta, 500 euro.

Questa fu solo una delle tante dimostrazioni di affetto di Emilia verso gli studenti di suo marito: anche se i crescenti impegni universitari finirono col togliere molto tempo alla vita insieme, Emilia non ne soffriva ed era anzi felice ogni volta che il marito partiva, ad esempio, per una settimana con loro con l'Università Itinerante, i viaggi di studio nelle terre della legalità difficile. Una volta sarebbe dovuta partire anche lei, nel 2015, per quella a Casal di Principe, ma per un imprevisto non riuscì a partecipare. Dal 2011, alla fine di ogni edizione della Summer School in Organized Crime ideata dal marito, organizzava a casa una cena con gli studenti e il procuratore nazionale antimafia, poi divenuto presidente del Senato, Pietro Grasso, che tradizionalmente chiudeva la settimana di studio.

I commenti dopo la morte di Provenzano e Riina

Dopo la morte di Bernardo Provenzano, scrisse pubblicamente: «È morta una mala pianta, i suoi semi erano semi di morte»[14], e un anno dopo, quando toccò a Totò Riina, si limitò a dire: «Ho altro a cui pensare»[15].

La malattia e la morte

Nel febbraio 2020 Emilia si trovava a Palermo, per passare qualche settimana con la sorella. Lì scoprì per caso di avere un tumore al colon: si operò e sembrava tutto riuscito perfettamente, ma il tumore ritornò, prima al fegato e poi alle ossa. Le continue terapie tentate si rivelarono inefficaci. Quando al Niguarda dissero al marito e ai figli che non c'era più niente da fare, optò per la terapia del dolore e il 19 maggio 2021 si spense nella sua casa, prima di poter iniziare una nuova terapia sperimentale. Il marito le restò accanto, accarezzandola per quattro giorni. «Una delle ultime cose che mi ha detto - ha raccontato in un'intervista - è stata: tu hai dato un senso alla mia vita. E io: tu lo hai dato alla mia. E lei: quello che partiva eri tu. Le ho detto: ma tu eri quella che metteva sempre a posto tutto»[16]. In un sms a don Luigi Ciotti, il marito annunciò la sua morte così: «alle 11:25 di questa mattina Emilia si è trasformata in una stella». Affidò poi ai social un messaggio:

«È partita. La ragazza di Vicolo Pandolfini, il luogo in cui ci giuravamo a Palermo amore eterno, se ne è andata dopo 50 anni. Provate qualche volta a riconoscerla in una stella. Potrebbe dirvi “sono io”, era uno dei suoi giochi preferiti. Finora per discrezione non ve ne ho parlato. Nei prossimi giorni vi dirò qualcosa di lei, donna dal cuore grandissimo...»[17].

«Tutte le nostre speranze non sono servite ma tutto il nostro amore ti ha accompagnato in questi mesi e sono certa che abbia addolcito la tua partenza»[18], scrisse invece l'amica del cuore, Simona, che aveva permesso 51 anni prima l'incontro del cuore. La notizia della sua scomparsa provocò grande emozione: WikiMafia annullò tutte le iniziative legate al 29° anniversario della Strage di Capaci, listandosi a lutto.

 
L'articolo di Nando dalla Chiesa su Il Fatto Quotidiano del 24 maggio 2021.

Il 24 maggio, il marito Nando raccontò i suoi ultimi giorni in un articolo su Il Fatto Quotidiano:

«riunì un mattino tutti i familiari, per comunicare loro che li amava, che lei era felice, e che anche loro dovevano essere felici. Diede consigli e raccomandazioni, carezze e ringraziamenti. Poi sorridendo salutò dal suo letto con ampi gesti della mano. Apparve a tutti grandissima, come l’eroe che gridi i suoi ideali in faccia al plotone d’esecuzione. Non so dove sia ora, anche se mi vengono in mente spazi immensi. So che sono fiero e felice di avere camminato al suo fianco per una vita intera»[19].

In un articolo pubblicato sul blog Qualcosa di Sinistra, Pierpaolo Farina, ideatore di WikiMafia, ricordò:

«Nel dicembre 2013 ci aiutò ad esempio a fondare l’associazione per raccogliere i fondi per WikiMafia. Le proposi la vicepresidenza, ma lei rifiutò: “Non voglio che qualcuno pensi voglia mettermi in mostra, sfruttando il cognome di Nando. Io faccio quello che ti serve, ma non voglio cariche”. Al riparo dai media, Emilia faceva, e faceva tanto. Faceva anzi più di ogni altro»[20].

I messaggi di condoglianze pervenuti solamente attraverso la pagina Facebook del marito, furono oltre diecimila.

I funerali nella Basilica di Sant'Ambrogio

 
I funerali di Emilia Cestelli

I funerali si svolsero il 21 maggio in una Basilica di Sant'Ambrogio gremita. L'omelia fu tenuta da don Luigi Ciotti, presidente di Libera[21]. Diverse le istituzioni presenti, dal Prefetto, al Questore, al Presidente del Consiglio Comunale, fino a magistrati, amici, parenti e molti studenti del suo amato "Professore", alcuni dei quali organizzarono anche il servizio d'ordine.

Memoria ed eredità

Il 19 giugno, a un mese dalla morte, WikiMafia le dedicò una stella della nebulosa della farfalla, a 3800 anni luce di distanza dalla Terra[22].

Il 19 luglio, a due mesi dalla morte, venne inaugurato un roseto a suo nome ai Giardini Falcone-Borsellino di Milano, dove nel 1993 era stata tra quei cittadini che avevano voluto un cippo commemorativo delle vittime delle Stragi di Capaci e Via D'Amelio.

La candidatura e il conferimento dell'Ambrogino d'oro alla memoria

Lo stesso giorno, in Sala Alessi, WikiMafia annunciò che l'avrebbe candidata all'Ambrogino d'oro alla memoria[23], cosa che fece il 15 ottobre successivo[24], nel 9° anniversario della sua fondazione.

 
Carlo Alberto e Dora dalla Chiesa insieme al Sindaco Beppe Sala e la Presidente del Consiglio Comunale, Elena Buscemi, il 7 dicembre 2021.

Un mese dopo, il 16 novembre, grazie anche all'impegno in Commissione di Carlo Monguzzi, capogruppo dei Verdi in Consiglio Comunale, la notizia del conferimento della medaglia d'oro alla memoria del Comune di Milano[25], che ha ricevuto il 7 dicembre al Teatro Dal Verme di Milano, nel giorno di Sant'Ambrogio, santo patrono della città, con la seguente motivazione:

«Animatrice della vita culturale e sociale di Milano, ha promosso con spirito indomito la cultura antimafia. Un impegno in favore della giustizia iniziato insieme al marito Nando dopo l’omicidio del suocero Carlo Alberto dalla Chiesa e proseguito con determinazione e costanza nei decenni successivi. La sua alta sensibilità sociale l’ha spinta a impegnarsi per la legalità, con importanti eventi culturali a Milano e in numerose città italiane. Con la stessa passione e costanza, ha lottato per combattere lo spaccio di droga nel suo quartiere, riuscendo a restituirgli dignità e vivibilità. La sua vita è stata una testimonianza perenne di spirito civile e la sua tempra morale ha toccato i cuori di chiunque l’abbia conosciuta. Per oltre quarant’anni, infatti, si è dedicata a promuovere il bene, il giusto, la cultura e lo ha fatto lontano dai riflettori e dalla ribalta, ma sempre vicino alle persone»[26].

A ritirare il prezioso riconoscimento al Teatro Dal Verme di Milano i figli, Carlo Alberto e Dora.

Note

  1. Nando dalla Chiesa, Album di Famiglia, p. 60.
  2. Nando dalla Chiesa sulla sua pagina Facebook, il 20 maggio 2021, quando ha dato l'annuncio della scomparsa di Emilia.
  3. Nando dalla Chiesa (2018). Per fortuna faccio il prof, Milano, Bompiani, p. 30.
  4. Ibidem
  5. Ivi, 31.
  6. Citato in Nando dalla Chiesa, Album di famiglia, p. 82.
  7. Testimonianza pubblica di Emilia Cestelli, martedì 19 gennaio 2016 alle ore 15.30, presso l'Aula Magna del Tribunale di Milano.
  8. Ivi, p. 85.
  9. Citato in Nando dalla Chiesa, Album di famiglia, p. 96.
  10. Citato in Nando dalla Chiesa, Album di Famiglia, pp. 144-145.
  11. Ivi, p. 146.
  12. Nel 1983, Alessandro Cestelli, insieme al cognato Nando dalla Chiesa, organizzò un comitato e una mostra itinerante per raccogliere i fondi per un monumento ai "caduti nella lotta", da cui nacque il libro, scritto insieme ad altri, Dimenticati a Palermo.
  13. Per approfondire, si veda Nando dalla Chiesa, Il comitato delle sedie. Una barriera contro gli schiavisti del sesso, l'Unità, 26 febbraio 2009.
  14. Dal profilo Facebook di Emilia Cestelli.
  15. Ibidem.
  16. Citato in Candida Morvillo, Nando Dalla Chiesa e la moglie scomparsa: «Io ed Emù, insieme per 50 anni con le stesse frasi d'amore», Corriere della Sera, 30 maggio 2021.
  17. Dalla pagina Facebook di Nando dalla Chiesa
  18. Dal profilo Facebook di Simona dalla Chiesa.
  19. Citato in Nando dalla Chiesa, Il viaggio e il coraggio di una donna che conoscevo bene. Addio Emilia mia, Il Fatto Quotidiano, 24 maggio 2021.
  20. Citato in Pierpaolo Farina, Addio Emilia, grande donna dell’Italia migliore, Qualcosa di Sinistra, 30 maggio 2021.
  21. Il video è disponibile sul canale YouTube di WikiMafia: "Emilia Cestelli, l'omelia di don Luigi Ciotti".
  22. Una stella per Emilia Cestelli, WikiMafia, 19 giugno 2021.
  23. Erano Eroi, 19 luglio 2021, Sala Alessi, Palazzo Marino. Video sul Canale YouTube di WikiMafia.
  24. Abbiamo candidato Emilia Cestelli all'Ambrogino d'oro alla memoria, WikiMafia, 15 ottobre 2021
  25. Emilia Cestelli riceverà l'Ambrogino d'oro alla memoria, WikiMafia, 16 novembre 2021
  26. Civiche Benemerenze 2021, le motivazioni. Sito web del Comune di Milano.

Bibliografia