Giuditta Levato

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Giuditta Levato (Calabricata, 1915 - Calabricata, 28 novembre 1946) è stata una contadina calabrese, vittima innocente di 'ndrangheta.

Biografia

Originaria di Calabricata, all'epoca parte del comune di Albi e attualmente frazione di Sellia Marina, Giuditta si era iscritta al Partito Comunista italiano nel 1944 e lottava per il rispetto dei decreti Gullo sull'assegnazione delle terre incolte ai contadini. Riuscì a far aprire anche una sezione di partito nel suo piccolo paese.

Madre di due figli e incinta del terzo, quando il 28 novembre 1946 i grandi proprietari terrieri decisero di far pascolare le proprie mandrie sui terreni coltivati dai contadini, Giuditta e altri si recarono sul feudo, per difendere la propria terra. Fu lì che venne uccisa, incinta di pochi mesi, da un colpo di fucile sparato all'altezza dell'addome.

Il suo delitto resta impunito.

Memoria

Nel dicembre 2004 l’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa della Calabria intitolò l’ex sala consiliare dell’organo regionale a Giuditta Levato “In omaggio ad una donna che è stata protagonista del suo tempo ma soprattutto in omaggio a tutte le donne calabresi abituate a lavorare sodo e spesso in silenzio. In omaggio a tutte le donne che, pur non avendo molta visibilità perché occupate nel loro lavoro quotidiano, sono uno dei pilastri fondamentali della nostra società e che, al momento giusto, com’è accaduto appunto alla contadina di Calabricata, sanno sfoderare grinta e determinazione e diventare protagoniste del loro destino”.

La sua storia nel 2018 è raccontata nel libro "L’ape furibonda - Undici donne di carattere in Calabria".

Bibliografia

  • MAFIE, Il latifondo e una fucilata contro Giuditta, repubblica.it, 9 marzo 2020