Legge sullo Scioglimento dei Consigli comunali per mafia

Da WikiMafia.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca


La legge n.221 del 22 luglio 1991 rendeva permanente nell'ordinamento giudiziario italiano la possibilità, prevista dall'art.1 del decreto legge n.164 del 31 maggio 1991, dello scioglimento di un consiglio comunale o provinciale per infiltrazione mafiosa. Approvata in brevissimo tempo, dopo l'ondata di indignazione scaturita dal barbaro omicidio del salumiere Giuseppe Grimaldi, decapitato da una scarica di pallettoni e la cui testa venne ripetutamente lanciata in aria dai killer nella piazza principale del paese, nell'ambito della faida di Taurianova, la legge ha aggiunto l'articolo 15bis alla 55/1190.

La normativa prevede che il provvedimento di scioglimento possa essere preso se emergono concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità di tipo mafioso o similare degli amministratori o se si registrano forme di condizionamento degli stessi, tali da determinare un'alterazione del procedimento di formazione della volontà degli organi elettivi ed amministrativi. La verifica di tali condizioni è effettuata da una commissione d'accesso di nomina prefettizia che in 3 mesi prorogabili presenta il suo parere in una relazione al prefetto e al comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, integrato dal procuratore della Repubblica. A quel punto, il prefetto invia un rapporto al ministero dell'Interno il quale, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, propone lo scioglimento al Presidente della Repubblica, che può procedere per decreto.

A seguito del decreto viene nominata una commissione straordinaria di 3 soggetti, tra funzionari dello Stato e magistrati. I poteri che esercita sono i medesimi del Consiglio Comunale, della Giunta e del Sindaco.

Voci Correlate

Consigli Comunali sciolti per infiltrazione mafiosa