Lucio Ferrami: differenze tra le versioni

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<center>''"<small>Mio marito non era un eroe, solo chiedeva allo Stato di proteggerlo. Ricordo che, dopo la denuncia degli estorsori, passammo un anno d'inferno: chiesi a mio marito di andarcene dal paese, gli dissi che ce l'avrebbero fatta pagare. Ma lui non volle cedere</small>"'' </center>
<center>''"<small>Mio marito non era un eroe, solo chiedeva allo Stato di proteggerlo. Ricordo che, dopo la denuncia degli estorsori, passammo un anno d'inferno: chiesi a mio marito di andarcene dal paese, gli dissi che ce l'avrebbero fatta pagare. Ma lui non volle cedere. ('''Maria Avolio''', moglie di Lucio Ferrami)</small>"''</center>
<center><small>'''Maria Avolio''', moglie di Lucio Ferrami</small></center>


 
'''Lucio Ferrami''' (Casalbuttano, [[22 febbraio]] [[1949]] – Acquappesa, [[27 ottobre]] [[1981]]), è stato un commerciante ucciso dalla [['Ndrangheta|‘ndrangheta]] perché deciso a non pagare il pizzo.
'''Lucio Ferrami''' ([[22 febbraio]] [[1949]] Casalbuttano – [[27 ottobre]] [[1981]] Acquappesa), è stato un commerciante ucciso dalla [['Ndrangheta|‘ndrangheta]] perché deciso a non pagare il pizzo.
[[File:Lucio ferrami.jpg|300px|thumb|right|Lucio Ferrami, foto concessa a WikiMafia dalla famiglia]]


==Biografia==
==Biografia==
Nato a Casalbuttano, in provincia di Cremona, Lucio Ferrami iniziò a lavorare fin da giovane nel campo dell’edilizia stradale come dipendente di una ditta lombarda. Aveva circa ventun'anni quando gli impegni lavorativi lo portarono in Calabria, a Guardia Piementose (CS), dove conobbe '''Maria Avolio''', sua futura moglie.
Nato a Casalbuttano, in provincia di Cremona, Lucio Ferrami iniziò a lavorare fin da giovane nel campo dell’edilizia stradale come dipendente di una ditta lombarda. Aveva circa ventun'anni quando gli impegni lavorativi lo portarono in Calabria, a Guardia Piementose (CS), dove conobbe '''Maria Avolio''', sua futura moglie.
   
   
Dopo essersi sposato, Lucio con l’aiuto della moglie decise di mettersi in proprio: avviò la Ferrami ceramiche per la vendita al dettaglio di materiali da costruzione che da subito diede grandi soddisfazioni al giovane imprenditore.
Dopo essersi sposato, Lucio con l’aiuto della famiglia decise di mettersi in proprio: avviò la Ferrami ceramiche per la vendita al dettaglio di materiali da costruzione che da subito diede grandi soddisfazioni al giovane imprenditore.


Ai profitti della Ferrami ceramiche però si interessarono anche le ‘ndrine locali della costa tirrenica. Non passò molto tempo, infatti, prima che alla Ferrami ceramiche venne chiesto il pagamento del pizzo dagli uomini vicini a [[Franco Muto]], conosciuto come il "''re del pesce''" di Cetraro, boss indiscusso dell’alto tirreno cosentino. Alla richiesta delle "mazzette" l’imprenditore piemontese decise di non cedere e denunciò i suoi estorsori alla giustizia facendo mettere per iscritto nomi e cognomi dei criminali<ref>Storie Antiracket: Ferrami la verità e i silenzi trentatré anni dopo, Linea Diretta, anno 2 numero 14, 30 ottobre 2014</ref>.   
Dopo qualche tempo, però, la Ferrami ceramiche ricevette la prima richiesta di estorsione da parte delle ‘ndrine locali della costa tirrenica legate a [[Franco Muto]], conosciuto come il "''re del pesce''" di Cetraro, boss indiscusso dell’alto tirreno cosentino. Alla richiesta del pizzo l’imprenditore cremonese decise di non cedere e denunciò i suoi estorsori alla giustizia facendo mettere per iscritto nomi e cognomi dei criminali<ref>Storie Antiracket: Ferrami la verità e i silenzi trentatré anni dopo, Linea Diretta, anno 2 numero 14, 30 ottobre 2014</ref>.   


===L'omicidio===
===L'omicidio===
Nonostante le immediate denunce però la giustizia non fece il suo corso e Lucio Ferrami non riuscì a distogliere l’attenzione della ‘ndrangheta dai profitti della sua azienda. Un anno dopo l’inizio di questa travagliata vicenda, il [[27 ottobre]] [[1981]], Lucio Ferrami rimase vittima di un agguato pagando con la vita un gesto ritenuto fin troppo rivoluzionario<ref>Nel nome di mio marito accuso quei magistrati succubi della mafia, L'Unità, 27 febbraio 1983</ref><ref>Per Giannino Losardo, Laboratorio sperimentale Giovanni Losardo, L'Unità, 27 febbraio 1983</ref>.
Nonostante le immediate denunce però la giustizia non fece il suo corso e un anno dopo l’inizio di questa travagliata vicenda, il [[27 ottobre]] [[1981]], Lucio Ferrami rimase vittima di un agguato pagando con la vita un gesto ritenuto fin troppo rivoluzionario<ref>Nel nome di mio marito accuso quei magistrati succubi della mafia, L'Unità, 27 febbraio 1983</ref><ref>Per Giannino Losardo, Laboratorio sperimentale Giovanni Losardo, L'Unità, 27 febbraio 1983</ref>.


Mentre era alla guida della sua auto, Ferrami fu raggiunto da una moto con a bordo i killer che lo uccisero con un’esecuzione in pieno stile ‘ndranghetista<ref>Una via intitolata all'eroe antiracket Lucio Ferrami, Gazzetta del Sud, 6 aprile 2012</ref>, in Contrada Zaccani ad Acquappesa. Quella sera, l'imprenditore stava rientrando a casa in compagnia della moglie, Maria Avolio, che si salvò dall'agguato perché suo marito le fece da scudo umano<ref>Resistere, resistere, resistere, Corriere della Calabria, 26 aprile 2012</ref>.
Mentre era alla guida della sua auto in Contrada Zaccani, ad Acquappesa, Ferrami fu raggiunto da una raffica di colpi proveniente dal ciglio della strada dove i killer erano nascosti. Fu un’esecuzione in pieno stile ‘ndranghetista<ref>Una via intitolata all'eroe antiracket Lucio Ferrami, Gazzetta del Sud, 6 aprile 2012</ref>. Quella sera, l'imprenditore stava rientrando a casa in compagnia della moglie, Maria Avolio, che si salvò dall'agguato perché suo marito le fece da scudo umano<ref>Resistere, resistere, resistere, Corriere della Calabria, 26 aprile 2012</ref>.


Lucio Ferrami fu vittima innocente di mafia all'età di 32 anni. Lasciò la giovane moglie e il figlio Pierluigi di soli 9 anni.
Lucio Ferrami fu vittima innocente di mafia all'età di 32 anni. Lasciò la giovane moglie e i figli Pierluigi e Paolo di 9 e 3 anni.


== Le indagini e i processi ==
== Le indagini e i processi ==
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* Storie Antiracket, Ferrami la verità e i silenzi trentatré anni dopo, Linea Diretta, anno 2 – Numero 14, 30 ottobre 2014
* Storie Antiracket, Ferrami la verità e i silenzi trentatré anni dopo, Linea Diretta, anno 2 – Numero 14, 30 ottobre 2014
* Cosenza, la legalità di frontiera, Linea Diretta, anno 2 – Numero 13, 13 ottobre 2014
* Cosenza, la legalità di frontiera, Linea Diretta, anno 2 – Numero 13, 13 ottobre 2014
* Prosegue il cammino dell'associazione antiracket di Cosenza. Confermato alla presidenza Alessio Cassano, La voce dell'ANC Cosenza, anno 3 - Numero 7, agosto-dicembre 2016
* In ricordo di Lucio Ferrami, La voce dell'ANC Cosenza, anno 3 - Numero 7, agosto-dicembre 2016
* Testimonianza della famiglia, resa a Sabrina Lattuca per WikiMafia
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