Marcella Di Levrano


Marcella di Levrano (Mesagne, 18 aprile 1964 - Mesagne, 5 aprile 1990) è stata una donna e madre pugliese, vittima della Sacra Corona Unita.

Marcella Di Levrano

Biografia

Primi anni

Seconda di tre sorelle, nel 1968 a quattro anni la madre Marisa Fiorani decise di abbandonare il marito violento e di trasferirsi con le figlie a Torchiarolo. L'infanzia di Marcella trascorse serena. Dopo aver concluso le scuole medie, si iscrisse all'Istituto Magistrale di Brindisi, negli anni in cui la città cominciò a diventare una piazza importante di spaccio di droga, feudo della Sacra Corona Unita.

Nel tunnel della tossicodipendenza

Una sera, mentre frequentava il secondo anno, Marcella non tornò a casa la sera: fu ritrovata due giorni dopo, fatta di eroina. Da quel momento cominciò a frequentare uomini legati alla SCU, per procurarsi le dosi. Nonostante i tentativi della madre Marisa e delle sorelle, Marcella non riuscì a uscire dal tunnel della tossicodipendenza, con continui tentativi di risollevarsi dalla sua condizione seguiti da nuove ricadute.

La nascita della figlia Sara

Dopo 4 anni, Marcella scoprì di essere incinta. La gioia di diventare mamma la allontanò del mondo che l'aveva inghiottita. Nata sua figlia Sara, Marcella andò a cercare il padre, ma venne continuamente respinta. Caduta in depressione, tornò a drogarsi. La sua famiglia, nella speranza di aiutarla, cambiò in continuazione paese, ma senza risultati. La conseguenza fu che i servizi sociali le tolsero la figlia Sara. Quel trauma la convinse definitivamente a uscire dal tunnel della tossicodipendenza e dal mondo di rapporti con la Sacra Corona Unita.

Testimone di giustizia

Dal giugno 1987 Marcella divenne una testimone di giustizia, collaborando con le Forze dell'Ordine, raccontando la sua storia e facendo i nomi e cognomi delle persone che giravano intorno allo spaccio e al traffico di droga. Avrebbe dovuto rendere la sua testimonianza al maxiprocesso contro la SCU che sarebbe iniziato nel novembre 1990. Tuttavia, Marcella in aula non arrivò mai.

Il rapimento e la morte

L'8 marzo Marcella venne rapita. Il suo corpo venne ritrovato solamente il 5 aprile, con il volto orrendamente sfigurato da un grosso masso trovato lì accanto, nel bosco di Lucci, tra Brindisi e Mesagne.

Indagini e processi

«Si può affermare con certezza, sia per quanto dichiarato da numerosi collaboratori di giustizia, sia per quanto emerso nel corso dei due maxiprocessi leccesi, come la causa della morte di Marcella Di Levrano sia da individuarsi senza ombra di dubbio nella collaborazione da lei prestata sin dal lontano 1987 con la Squadra mobile della Questura di Lecce», ha sostenuto di recente il pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia di Lecce, Alberto Santacatterina.

Tuttavia, nonostante sulla sua morte sia stato accertato il movente mafioso, dopo le testimonianze di ben sei collaboratori di giustizia ritenuti del tutto attendibili, per l'omicidio di Marcella non sono stati mai giudicati e condannati né i mandanti, né gli esecutori materiali.

Bibliografia