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'''Michele Reina''' (N.D., [[1932]] - Palermo, [[9 marzo]] [[1979]]) è stato un politico italiano, vittima innocente di [[Cosa Nostra]].
 
== Biografia ==
Politico italiano eletto segretario provinciale della Democrazia Cristiana (DC) nell'anno 1976.
Era un personaggio estroverso, molto popolare a Palermo.
 
Nella sua carriera politica Reina fu sempre in contrasto con [[Vito Ciancimino]] e fautore della corrente interna alla DC che spingeva verso una maggiore apertura al Partito Comunista. Per [[Cosa Nostra]] un avvicinamento della DC ai comunisti rappresentava sicuramente un grave pericolo; questo fu sicuramente uno dei motivi che portarono al suo omicidio.
 
Intorno alle 22:30 del 9 marzo del 1979 Reina aveva da poco lasciato casa di un amico, dove aveva trascorso la serata. Stava salendo in auto, dove lo attendevano la moglie e due amici, quando alcuni sicari gli si avvicinarono e, da distanza ravvicinata, gli sparano tre colpi mortali con una calibro 38, al collo, alla testa e al torace, dandosi subito dopo alla fuga, a bordo di una Fiat Ritmo.
 
Appena un'ora dopo, l'omicidio fu rivendicato con una telefonata anonima al centralino del "Giornale di Sicilia" da uno dei gruppi armati più attivi del terrorismo rosso. La pista terroristica però apparve subito poco realistica agli investigatori, che ipotizzarono una mossa di Cosa Nostra per sviare le indagini.
 
Il 16 luglio del 1984, davanti a [[Giovanni Falcone]], [[Tommaso Buscetta]] iniziò la sua collaborazione con la Giustizia; in quel primo racconto verbalizzato disse: "Anche l'onorevole Reina è stato ucciso su mandato di Salvatore Riina". Solo otto anni più tardi, nel 1992, a Palermo si aprì il processo per i cosiddetti "omicidi politici": tra questi anche quello di Michele Reina. Il processo approdò in cassazione nel 1999. Come mandanti dell’omicidio Reina vennero condannati.
[[Salvatore Riina]], [[Bernardo Provenzano]], [[Pippo Calò]], [[Michele Greco]], [[Bernardo Brusca]], [[Francesco Madonia]] e [[Antonino Geraci]] .
 
Gli esecutori materiali non furono mai individuati.
 
Lasciò tre figlie, di undici, otto e quattro anni.
 
 
== Bibliografia ==
*interno.gov.it ''[https://www.interno.gov.it/sites/default/files/allegati/reina_michele.pdf Michele Reina]''
 
[[Categoria:Politici]] [[Categoria:Vittime innocenti delle mafie]] [[Categoria:Vittime di Cosa Nostra]] [[Categoria:Nati nel 1932]] [[Categoria:Morti il 9 marzo]] [[Categoria:Morti nel 1979]]

Versione attuale delle 11:39, 19 mar 2020


Michele Reina (N.D., 1932 - Palermo, 9 marzo 1979) è stato un politico italiano, vittima innocente di Cosa Nostra.

Biografia

Politico italiano eletto segretario provinciale della Democrazia Cristiana (DC) nell'anno 1976. Era un personaggio estroverso, molto popolare a Palermo.

Nella sua carriera politica Reina fu sempre in contrasto con Vito Ciancimino e fautore della corrente interna alla DC che spingeva verso una maggiore apertura al Partito Comunista. Per Cosa Nostra un avvicinamento della DC ai comunisti rappresentava sicuramente un grave pericolo; questo fu sicuramente uno dei motivi che portarono al suo omicidio.

Intorno alle 22:30 del 9 marzo del 1979 Reina aveva da poco lasciato casa di un amico, dove aveva trascorso la serata. Stava salendo in auto, dove lo attendevano la moglie e due amici, quando alcuni sicari gli si avvicinarono e, da distanza ravvicinata, gli sparano tre colpi mortali con una calibro 38, al collo, alla testa e al torace, dandosi subito dopo alla fuga, a bordo di una Fiat Ritmo.

Appena un'ora dopo, l'omicidio fu rivendicato con una telefonata anonima al centralino del "Giornale di Sicilia" da uno dei gruppi armati più attivi del terrorismo rosso. La pista terroristica però apparve subito poco realistica agli investigatori, che ipotizzarono una mossa di Cosa Nostra per sviare le indagini.

Il 16 luglio del 1984, davanti a Giovanni Falcone, Tommaso Buscetta iniziò la sua collaborazione con la Giustizia; in quel primo racconto verbalizzato disse: "Anche l'onorevole Reina è stato ucciso su mandato di Salvatore Riina". Solo otto anni più tardi, nel 1992, a Palermo si aprì il processo per i cosiddetti "omicidi politici": tra questi anche quello di Michele Reina. Il processo approdò in cassazione nel 1999. Come mandanti dell’omicidio Reina vennero condannati.

Salvatore Riina, Bernardo Provenzano, Pippo Calò, Michele Greco, Bernardo Brusca, Francesco Madonia e Antonino Geraci .

Gli esecutori materiali non furono mai individuati.

Lasciò tre figlie, di undici, otto e quattro anni.


Bibliografia