Operazione Luna

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L’Operazione Luna è un’inchiesta del Tribunale di Milano sulle presunte attività della ‘ndrangheta in Lombardia, le cui indagini vennero condotte tra l’ottobre del 1995 e il 1997 dai Carabinieri del R.O.S. di Milano.

L’operazione scattata nel 5 marzo 1997 portò a 45 misure di custodia cautelare e degli arresti domiciliari per vari reati tra cui associazione mafiosa, detenzione e spaccio di stupefacenti, oltreché riciclaggio di denaro sporco.

Antefatti

Secondo l'accusa, Milano era diventata un tassello fondamentale del traffico nazionale e internazionale di cocaina gestito da un’articolata associazione per delinquere gestita da Vincenzo Coluccio, boss della ‘ndrangheta calabrese della famiglia Mazzaferro di Marina di Gioiosa Jonica (RC), e dei suoi collaboratori. Dalle indagini che portarono all'operazione emerse “la continuità dell'illecita attività, resa possibile dalla stabilità del vincolo esistente fra gli indagati, vincolo consistito nell'interesse di fruire dei notevoli benefici economici provenienti dal commercio della cocaina, unica fonte di guadagno individuata nel corso delle indagini.”[1]

In particolare le attività del gruppo criminale coordinato da Coluccio avrebbero tratto vantaggio dall’utilizzo di tre appartamenti, siti nel centro di Milano, come basi logistiche per il deposito e lo smercio di cocaina proveniente dall’estero (Canada e Stati Uniti). Gli appartamenti di Via Paisiello 24 e Via Guerzoni 44 sarebbero risultati essere beni strumentali all'organizzazione nella gestione del traffico internazionale di sostanze stupefacenti mentre l'appartamento di Via Murat 70 sarebbe stato identificato come una vera e propria base logistica dell'associazione, nonché deposito di ingenti quantitativi di cocaina. In particolare l'organizzazione avrebbe utilizzato l'abitazione di Via Guerzoni, in quel periodo in uso a Stefano Augugliaro, per dare rifugio a Silvano Pugliese, latitante della Cosca Mazzaferro di Gioiosa Ionica, oltre a permettergli di acquisire una falsa documentazione identificativa. Riguardo il civico 24 di via Paisiello invece, le intercettazioni ambientali e le riprese video avvenute in questo stabile, hanno svelato le strategie e gli obiettivi dell'associazione mafiosa, nonchè documentato numerosi incontri e consegne di ingenti quantitativi di denaro avvenute al medesimo indirizzo tra gli esponenti del gruppo. Il monitoraggio di via Murat 70 ha dato la possibilità di mostrare la procedura di preparazione, deposito e occultamento di ingenti quantitativi di cocaina all'interno dello stabile, nonché documentare diversi incontri e scambi di denaro e sostanze stupefacenti.[2] Gli affiliati, una volta in possesso degli stupefacenti, avrebbero incontrato regolarmente cittadini extracomunitari in diversi Hotel circostanti la zona della Stazione Centrale di Milano che avrebbero a loro volta smerciato la cocaina sul territorio italiano.


Bibliografia

  • Anna Introini, Ordinanza di custodia cautelare in carcere - Procedimento Penale n. 10111/95 R.G.N.R., G.I.P., Tribunale di Milano, 05 Marzo 1997

Note

  1. Anna Introini, Ordinanza di custodia cautelare in carcere - Procedimento Penale n. 10111/95 R.G.N.R., G.I.P., Tribunale di Milano, 05 Marzo 1997, p.19
  2. Anna Introini, Ordinanza di custodia cautelare in carcere - Procedimento Penale n. 10111/95 R.G.N.R., G.I.P., Tribunale di Milano, 05 Marzo 1997, p.10