Rosario Iozia

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Rosario Iozia (Catania, 19 agosto 1962 – Cittanova, 10 aprile 1987) è stato un vice-Brigadiere dell'Arma dei Carabinieri, ucciso dalla 'ndrangheta.

Rosario Iozia

Biografia

Rosario entrò giovanissimo nell'arma dei Carabinieri, a 18 anni. Prima di essere trasferito in Calabria nel 1985 alla stazione dei carabinieri di San Giorgio Morgeto, in provincia di Reggio Calabria, il giovane carabiniere fu assegnato a diverse sedi, tra cui quella di Roma Salaria.

Per le sue abilità investigative e per la sua ottima conoscenza dell'Aspromonte, ottenne il comando della Squadriglia Carabinieri di Cittanova, sempre in Provincia di Reggio Calabria, dove prese parte a numerose operazioni contro la 'ndrangheta. Divenne celebre per il rilascio di Angela Mittica, giovane figlia di Giuseppe, all'epoca sindaco di Oppido Mamertina, sequestrata e tenuta nascosta in una grotta sull'Aspromonte per 130 giorni.

L'omicidio

Poche ore dopo la liberazione della giovane Angela, Rosario si mise alla guida della sua macchina, una Fiat Regata bianca, per andare a Cinquefondi, dove lo attendeva la fidanzata Silvana. Imboccò la strada provinciale che da Cittanova porta a Polistena. Superato il bivio Barco, percorse quasi un km per poi girare a destra all'altezza del ristorante "La Petrara". Fu lì che notò due persone che, dopo aver attraversato la strada, si stavano nascondendo in un uliveto dall'altra parte della strada. Capendo che c'era qualcosa di strano, nonostante fosse in borghese e fuori servizio, Iozia adempì ai suoi doveri di pubblico ufficiale e rincorse i malviventi, intimando loro di fermarsi impugnando la propria pistola d'ordinanza. Per tutta risposta, uno dei due aprì il fuoco, uccidendolo con due colpi di un fucile automatico calibro 12 caricato a pallettoni. Il vice-brigadiere, in fin di vita, sparò un colpo di difesa, inutilmente.

I funerali

Il funerale fu celebrato nella Chiesa di Maria Santissima del Santo Rosario di Cittanova in forma solenne. L’Amministrazione comunale proclamò una giornata di lutto cittadino. La bara, avvolta nel tricolore, fu portata a spalla da sei brigadieri dell’Arma. La madre di Iozia, Anna Monaco, urlò "Assassini, mi avete tolto un figlio".

Le indagini

Fu formulata l’ipotesi che l’omicidio fosse stato determinato da un incontro occasionale tra il Vicebrigadiere e qualche delinquente che era solito vagare per quelle campagne. Incontrando i giornalisti, il Colonnello Sabato Palazzo affermò che nella zona dove fu ucciso Iozia erano nascosti ben diciassette latitanti della ‘ndrangheta, tutti elementi di primo piano dell’organizzazione, tra cui il boss Giuseppe Facchineri.

Nonostante varie ipotesi investigative, per l'omicidio di Rosario Iozia non fu condannato nessuno.

Memoria

La storia di Rosario Iozia ebbe risalto nazionale in seguito al discorso pronunciato in occasione del 30° anniversario della morte dal Colonnello Giancarlo Scafuri, divenuto virale in rete e ripreso anche dall'ex-presidente del Consiglio e candidato alla segreteria nazionale del Partito Democratico Matteo Renzi su twitter[1].

Note

Bibliografia

  • Archivio Storico Corriere della Sera