Emilia Cestelli: differenze tra le versioni

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Quando l'Istituto di Sociologia diretto da '''Alessandro Pizzorno''' annunciò di essere alla ricerca di una segretaria "a mezzo tempo", Dalla Chiesa suggerì ad '''Alberto Martinelli''' il nome di Emilia, che a Palermo lavorava già da tre anni come segretaria regolarmente assunta a tempo pieno all’istituto di Architettura di Palermo con Gino Pollini, il padre di Maurizio, il grande pianista<ref>Ibidem</ref>. Lei, per amore, decise di lasciare il certo per l'incerto e iniziò la sua nuova vita milanese.
Quando l'Istituto di Sociologia diretto da '''Alessandro Pizzorno''' annunciò di essere alla ricerca di una segretaria "a mezzo tempo", Dalla Chiesa suggerì ad '''Alberto Martinelli''' il nome di Emilia, che a Palermo lavorava già da tre anni come segretaria regolarmente assunta a tempo pieno all’istituto di Architettura di Palermo con Gino Pollini, il padre di Maurizio, il grande pianista<ref>Ibidem</ref>. Lei, per amore, decise di lasciare il certo per l'incerto e iniziò la sua nuova vita milanese.


A Milano Emilia andò a vivere a casa del padre Maurizio, che si era dovuto trasferire lì per lavoro. Dopo un paio d'anni "in anonimato", dandosi del Lei nei corridoi, i due annunciarono il loro matrimonio, che fu possibile perché i genitori di una sua collega, Luisa Leonini, «sapendo della nostra disperazione di coppia squattrinata e orgogliosa»<ref>Ivi, 31.</ref>, offrì alla coppia una loro casa in comodato gratuito, nella quale dovevano pagare solo le spese.
A Milano Emilia andò a vivere a casa del padre Roberto, che si era dovuto trasferire lì per lavoro. Dopo un paio d'anni "in anonimato", dandosi del Lei nei corridoi, i due annunciarono il loro matrimonio, che fu possibile perché i genitori di una sua collega, Luisa Leonini, «sapendo della nostra disperazione di coppia squattrinata e orgogliosa»<ref>Ivi, 31.</ref>, offrì alla coppia una loro casa in comodato gratuito, nella quale dovevano pagare solo le spese.


===Il matrimonio con Nando dalla Chiesa===
===Il matrimonio con Nando dalla Chiesa===
[[File:Nando dalla chiesa emilia cestelli matrimonio.jpg|alt=Nando dalla Chiesa ed Emilia Cestelli il giorno del loro matrimonio|miniatura|200x200px|Nando dalla Chiesa ed Emilia Cestelli il giorno del loro matrimonio]]
[[File:Nando dalla chiesa emilia cestelli matrimonio.jpg|alt=Nando dalla Chiesa ed Emilia Cestelli il giorno del loro matrimonio|miniatura|200x200px|Nando dalla Chiesa ed Emilia Cestelli il giorno del loro matrimonio]]
Il [[23 luglio]] [[1977]] Emilia e Nando si sposarono nella Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria a Palermo, all'interno della Caserma dei Carabinieri di Via Vittorio Emanuele. La città, al di là del fatto che era la città di origine della sposa, era anche dal punto di vista della sicurezza la più idonea per garantire l'incolumità dei presenti<ref>Citato in Nando dalla Chiesa, ''Album di famiglia'', p. 82.</ref>. Anni dopo, proprio Emilia ricordò la propria delusione e amarezza quando chiese a una sua amica di andarla a vedere in Chiesa e lei rifiutò "''perché non si sa mai cosa può succedere''"<ref>Testimonianza pubblica di Emilia Cestelli, martedì 19 gennaio 2016 alle ore 15.30, presso l'Aula Magna del Tribunale di Milano.</ref>. Erano gli anni del terrorismo e il suocero, [[Carlo Alberto dalla Chiesa]] era il nemico numero uno dei terroristi di estrema sinistra.
Il [[23 luglio]] [[1977]] Emilia e Nando si sposarono nella Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria a Palermo, all'interno della Caserma dei Carabinieri di Via Vittorio Emanuele. La città, al di là del fatto che era la città di origine della sposa, era anche dal punto di vista della sicurezza la più idonea per garantire l'incolumità dei presenti<ref>Citato in Nando dalla Chiesa, ''Album di famiglia'', p. 82.</ref>. Anni dopo, proprio Emilia ricordò la propria delusione e amarezza quando chiese a una sua amica di andarla a vedere in Chiesa e lei rifiutò "''perché non si sa mai cosa può succedere''"<ref>Testimonianza pubblica di Emilia Cestelli, martedì 19 gennaio 2016 alle ore 15.30, presso l'Aula Magna del Tribunale di Milano.</ref>. Erano gli anni del terrorismo e il suocero, [[Carlo Alberto dalla Chiesa]] era il nemico numero uno dei terroristi di estrema sinistra.
Il matrimonio venne celebrato a una settimana di distanza da quello tra Alessandro, il fratello di Emilia, e la compagna, Antonella. I genitori di Emilia, Roberto e Francesca, si ritrovarono quindi in una settimana a partecipare ai matrimoni di due figli.


Durante il ricevimento, Emilia, così poco abituata alle divise di gala degli ufficiali, scambiò anche il [[Giuseppe Russo|Colonnello Russo]], tutto vestito di bianco, per un cameriere, chiedendogli una fetta di torta. Il Colonnello, uomo di spirito, gliel'aveva tagliata e porta su un piatto con forchetta<ref>Ivi, p. 85.</ref>. Meno di un mese dopo, il [[20 agosto]] sarebbe stato ucciso da [[Cosa Nostra]].
Durante il ricevimento, Emilia, così poco abituata alle divise di gala degli ufficiali, scambiò anche il [[Giuseppe Russo|Colonnello Russo]], tutto vestito di bianco, per un cameriere, chiedendogli una fetta di torta. Il Colonnello, uomo di spirito, gliel'aveva tagliata e porta su un piatto con forchetta<ref>Ivi, p. 85.</ref>. Meno di un mese dopo, il [[20 agosto]] sarebbe stato ucciso da [[Cosa Nostra]].
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Sabato [[18 febbraio]] [[1978]] Emilia andò a trovare i suoceri a Torino insieme al marito. Era incinta del quinto mese. Quattro giorni prima le Brigate Rosse avevano ucciso il giudice Riccardo Palma, stretto collaboratore del Generale dalla Chiesa nella sua missione di coordinatore della sicurezza esterna delle carceri. L'indomani mattina [[Dora Fabbo]] morì di infarto, dopo essersi adagiata sul suo letto con in mano un libro regalatogli il giorno prima dal figlio Nando, ''Radici'', di Alex Haley. Ha scritto il figlio Nando su quel giorno: <blockquote>«D'un tratto sentii papà chiamarti. Più volte. A voce sempre più alta. Ma perché urla così?, pensai. Perché non la lascia dormire, sarà stanca. Poi un urlo terribile, interminabile. Mi precipitai in camera vostra. ''Radici'' era aperto sul tuo grembo alla prima pagina. Tu eri con la testa appoggiata sul cuscino. Papà in un angolo della stanza, piangendo, singhiozzando, parlava a me ma parlava a te. Non so che cosa sia successo dopo, chi sia venuto, chi ci fosse. Non lo so perché mi misi sdraiato verso di te sul letto, tenendoti la mano sperando che servisse a riscaldarti: e che ne sapevo io, non avevo mai visto morire nessuno. Ti chiamavo con la voce piana, quella che usavi tu per svegliarmi da piccolo. Ma, diversamente da me, tu non ti svegliavi e non ti saresti svegliata mai più»<ref>Citato in Nando dalla Chiesa, ''Album di famiglia'', p. 96.</ref>. </blockquote>Il pomeriggio successivo si tennero i funerali, nell'officina della Caserma dei Carabinieri per ragioni di sicurezza. Il cappellano militare che recitò la messa disse a un certo punto: «Dora è stata la vittima più silenziosa del terrorismo».  
Sabato [[18 febbraio]] [[1978]] Emilia andò a trovare i suoceri a Torino insieme al marito. Era incinta del quinto mese. Quattro giorni prima le Brigate Rosse avevano ucciso il giudice Riccardo Palma, stretto collaboratore del Generale dalla Chiesa nella sua missione di coordinatore della sicurezza esterna delle carceri. L'indomani mattina [[Dora Fabbo]] morì di infarto, dopo essersi adagiata sul suo letto con in mano un libro regalatogli il giorno prima dal figlio Nando, ''Radici'', di Alex Haley. Ha scritto il figlio Nando su quel giorno: <blockquote>«D'un tratto sentii papà chiamarti. Più volte. A voce sempre più alta. Ma perché urla così?, pensai. Perché non la lascia dormire, sarà stanca. Poi un urlo terribile, interminabile. Mi precipitai in camera vostra. ''Radici'' era aperto sul tuo grembo alla prima pagina. Tu eri con la testa appoggiata sul cuscino. Papà in un angolo della stanza, piangendo, singhiozzando, parlava a me ma parlava a te. Non so che cosa sia successo dopo, chi sia venuto, chi ci fosse. Non lo so perché mi misi sdraiato verso di te sul letto, tenendoti la mano sperando che servisse a riscaldarti: e che ne sapevo io, non avevo mai visto morire nessuno. Ti chiamavo con la voce piana, quella che usavi tu per svegliarmi da piccolo. Ma, diversamente da me, tu non ti svegliavi e non ti saresti svegliata mai più»<ref>Citato in Nando dalla Chiesa, ''Album di famiglia'', p. 96.</ref>. </blockquote>Il pomeriggio successivo si tennero i funerali, nell'officina della Caserma dei Carabinieri per ragioni di sicurezza. Il cappellano militare che recitò la messa disse a un certo punto: «Dora è stata la vittima più silenziosa del terrorismo».  


Il [[24 giugno]] nacque il primo figlio della coppia, '''Carlo Alberto''', e così nel [[1979]] Emilia decise di lasciare il lavoro precario di segretaria all'Istituto di Sociologia per un posto in banca, così da consentire al marito di continuare a lavorare in università, però in Bocconi, dove aveva iniziato a insegnare ''Sociologia generale'' come professore a contratto.  
Il [[24 giugno]] nacque a Palermo il primo figlio della coppia, '''Carlo Alberto''', e così nel [[1979]] Emilia decise di lasciare il lavoro precario di segretaria all'Istituto di Sociologia per un posto in banca, così da consentire al marito di continuare a lavorare in università, però in Bocconi, dove aveva iniziato a insegnare ''Sociologia generale'' come professore a contratto.  


=== La Strage di Via Carini e l'anello del Generale ===
=== La Strage di Via Carini e l'anello del Generale ===
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=== Gli anni '80, il Maxiprocesso di Palermo e Società Civile ===
=== Gli anni '80, il Maxiprocesso di Palermo e Società Civile ===
Quando iniziò il [[Maxiprocesso di Palermo]], nel 1986, Emilia rinunciò al suo lavoro per restare al fianco del marito che si era costituito parte civile. Non si occupò solo dei figli, ma iniziò insieme ad altre cittadine e cittadini ad organizzare molteplici iniziative per difendere agli occhi dell’opinione pubblica il lavoro di [[Antonino Caponnetto]] e dei membri che componevano il [[Pool antimafia di Palermo|Pool antimafia]], [[Giovanni Falcone]], [[Paolo Borsellino]], [[Leonardo Guarnotta]] e [[Giuseppe Di Lello]]. Quando lunedì [[2 dicembre]] [[1985]] al Teatro Pier Lombardo, diretto da Franco Parenti, fu battezzato il circolo "[[Circolo Società Civile|Società Civile]]", da un'idea del marito Nando, Emilia partecipò attivamente alle sue attività, collaborando anche all'omonimo mensile inaugurato un anno dopo, che si batteva per denunciare la corruzione dilagante nella «Milano da bere» degli anni '80.
Quando iniziò il [[Maxiprocesso di Palermo]], nel 1986, Emilia rinunciò al suo lavoro per restare al fianco del marito che si era costituito parte civile. Non si occupò solo dei figli, ma iniziò insieme ad altre cittadine e cittadini ad organizzare molteplici iniziative per difendere agli occhi dell’opinione pubblica il lavoro di [[Antonino Caponnetto]] e dei membri che componevano il [[Pool antimafia di Palermo|Pool antimafia]], [[Giovanni Falcone]], [[Paolo Borsellino]], [[Leonardo Guarnotta]] e [[Giuseppe Di Lello]]. Quando lunedì [[2 dicembre]] [[1985]] al Teatro Pier Lombardo, diretto da Franco Parenti, fu battezzato il circolo "[[Circolo Società Civile|Società Civile]]", da un'idea del marito Nando, Emilia partecipò alle sue attività, collaborando anche all'omonimo mensile inaugurato un anno dopo, che si batteva per denunciare la corruzione dilagante nella «Milano da bere» degli anni '80.


=== Gli anni '90 e la fine della prima Repubblica ===
=== Gli anni '90 e la fine della prima Repubblica ===
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==== La morte del fratello Alessandro ====
==== La morte del fratello Alessandro ====
Verso la fine del [[2000]] la vita di Emilia fu colpita dalla terribile notizia che suo fratello Alessandro, biologo e professore universitario a Palermo, tra i protagonisti della nascita della c.d. Primavera di Palermo dopo l'omicidio del Generale dalla Chiesa<ref>Nel 1983, Alessandro Cestelli, insieme al cognato Nando dalla Chiesa, organizzò un comitato e una mostra itinerante per raccogliere i fondi per un monumento ai "caduti nella lotta", da cui nacque il libro, scritto insieme ad altri, ''Dimenticati a Palermo''. </ref>, era malato di tumore al fegato e al pancreas e gli restavano massimo due mesi di vita. Nonostante il tentativo di ricorrere a cure sperimentali, purtroppo Alessandro morì il [[25 marzo]] [[2001]].  
Verso la fine del [[2000]] la vita di Emilia fu colpita dalla terribile notizia che suo fratello Alessandro, biologo e professore universitario a Palermo, tra i protagonisti della nascita della c.d. Primavera di Palermo dopo l'omicidio del Generale dalla Chiesa<ref>Nel 1983, Alessandro Cestelli, insieme al cognato Nando dalla Chiesa, organizzò un comitato e una mostra itinerante per raccogliere i fondi per un monumento ai "caduti nella lotta", da cui nacque il libro, scritto insieme ad altri, ''Dimenticati a Palermo''. </ref>, era malato di tumore al fegato e al pancreas e gli restavano massimo due mesi di vita. Nonostante il tentativo di ricorrere a cure sperimentali, purtroppo Alessandro morì il [[21 marzo]] [[2001]].  


==== Il MantovaMusicaFestival ====
==== Il MantovaMusicaFestival ====