Maria Concetta Cacciola: differenze tra le versioni

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Maria Concetta ebbe giustizia alla fine del processo Onta: le indagini hanno dimostrato che sia la lettera che l’audiocassetta erano state estorte. Per l’omicidio di Maria Concetta, sono stati arrestati il padre, Michele Cacciola e il fratello, Giuseppe Cacciola. Alla madre, Anna Rosalba, sono stati concessi gli arresti domiciliari.
Maria Concetta ebbe giustizia alla fine del processo Onta: le indagini hanno dimostrato che sia la lettera che l’audiocassetta erano state estorte. Per l’omicidio di Maria Concetta, sono stati arrestati il padre, Michele Cacciola e il fratello, Giuseppe Cacciola. Alla madre, Anna Rosalba, sono stati concessi gli arresti domiciliari.


Sulla storia di Maria Concetta Cacciola è stato ascoltato in Commissione Parlamentare Antimafia il Pubblico Ministero Giovanni Musarò che ha sostenuto l’accusa nel “Processo Onta”: <blockquote>«Maria Concetta era attendibile. Quando l’abbiamo ascoltata era terrorizzata. Le sue dichiarazioni hanno portato anche ad operazioni di polizia giudiziaria importanti. Le intercettazioni, registrate poco prima che tornasse a Rosarno e al suo rientro a Rosarno, sono veramente terribili, materia per una tragedia greca. Questa ragazza torna infatti a Rosarno consapevole di quello che sarebbe successo e che nel momento in cui avesse ritrattato le dichiarazioni sarebbe finita quella che lei chiama “la garanzia sulla vita”. Era una ragazza che non aveva mai commesso reati e non era indagata. In una telefonata terrificante con una sua amica dice: “'''''So che succede. Io torno, mi fanno ritrattare e poi mi ammazzano, ma io ho paura a tornare, però devo farlo per i miei figli'''''”. E succede esattamente questo, con la chicca che simulano un suicidio. La trovano morta per aver ingerito acido muriatico, che purtroppo è anche un gesto evocativo, cioè una fine che viene riservata ai collaboratori di giustizia, a chi parla troppo».</blockquote>Al termine del rito abbreviato il padre di Maria Concetta, Michele, fu condannato a 6 anni e 6 mesi di reclusione, sua madre a 4 anni e 10 mesi e il fratello Giuseppe a 5 anni e 8 mesi. L'avvocato Pisani fu condannato invece a 4 anni e 6 mesi, decidendo poi di collaborare con la giustizia. L'unico a scegliere il rito ordinario fu l’avvocato Gregorio Cacciola, condannato nel novembre 2017 dalla Cassazione a 4 anni e 8 mesi per i reati di favoreggiamento, violenza e minaccia, aggravati dall’aver agevolato la 'ndrina dei Bellocco<ref>Ibidem</ref>.  
Sulla storia di Maria Concetta Cacciola è stato ascoltato in Commissione Parlamentare Antimafia il Pubblico Ministero Giovanni Musarò che ha sostenuto l’accusa nel “Processo Onta”: <blockquote>«Maria Concetta era attendibile. Quando l’abbiamo ascoltata era terrorizzata. Le sue dichiarazioni hanno portato anche ad operazioni di polizia giudiziaria importanti. Le intercettazioni, registrate poco prima che tornasse a Rosarno e al suo rientro a Rosarno, sono veramente terribili, materia per una tragedia greca. Questa ragazza torna infatti a Rosarno consapevole di quello che sarebbe successo e che nel momento in cui avesse ritrattato le dichiarazioni sarebbe finita quella che lei chiama “la garanzia sulla vita”. Era una ragazza che non aveva mai commesso reati e non era indagata. In una telefonata terrificante con una sua amica dice: “'''''So che succede. Io torno, mi fanno ritrattare e poi mi ammazzano, ma io ho paura a tornare, però devo farlo per i miei figli'''''”. E succede esattamente questo, con la chicca che simulano un suicidio. La trovano morta per aver ingerito acido muriatico, che purtroppo è anche un gesto evocativo, cioè una fine che viene riservata ai collaboratori di giustizia, a chi parla troppo»<ref>Citato in Nicola Pezzuto, ''Giustizia per Maria Concetta: ultimo atto'', Liberainformazione.org, 27 gennaio 2018.</ref>.</blockquote>Al termine del rito abbreviato il padre di Maria Concetta, Michele, fu condannato a 6 anni e 6 mesi di reclusione, sua madre a 4 anni e 10 mesi e il fratello Giuseppe a 5 anni e 8 mesi. L'avvocato Pisani fu condannato invece a 4 anni e 6 mesi, decidendo poi di collaborare con la giustizia. L'unico a scegliere il rito ordinario fu l’avvocato Gregorio Cacciola, condannato nel novembre 2017 dalla Cassazione a 4 anni e 8 mesi per i reati di favoreggiamento, violenza e minaccia, aggravati dall’aver agevolato la 'ndrina dei Bellocco<ref>Ibidem</ref>.  


==Note==
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