Strage di Via dei Georgofili: differenze tra le versioni

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L’attentato dinamitardo avviene all’1.04 del 27 maggio 1993. La Fiat Fiorino, imbottita con 250 chilogrammi di esplosivo, parcheggiata di fronte all’ingresso secondario dell’Accademia dei Georgofili, dietro la Galleria degli Uffizi,  fa tremare con l’esplosione l’intera città.
L’attentato dinamitardo avviene all’1.04 del 27 maggio 1993. La Fiat Fiorino, imbottita con 250 chilogrammi di esplosivo, parcheggiata di fronte all’ingresso secondario dell’Accademia dei Georgofili, dietro la Galleria degli Uffizi,  fa tremare con l’esplosione l’intera città.
All’arrivo dei Vigili del Fuoco, delle forze dell’ordine, delle ambulanze lo scenario che si presenta è un enorme cratere nel suolo causato dall’esplosione della Fiat Fiorino, un lago di acqua, macerie e fango e la Torre de’ Pulci, all’interno della quale ha sede l’Accademia dei Georgofili sin dal 1932, squarciata a metà .  
All’arrivo dei Vigili del Fuoco, delle forze dell’ordine, delle ambulanze lo scenario che si presenta è un enorme cratere nel suolo causato dall’esplosione della Fiat Fiorino, un lago di acqua, macerie e fango e la Torre de’ Pulci, all’interno della quale ha sede l’Accademia dei Georgofili sin dal 1932, squarciata a metà .  
Nell’attentato perdono la vita cinque persone. All’ultimo piano della Torre de’ Pulci vive la custode Angela con il marito Fabrizio Nencioni e le loro due bambine, Nadia e Caterina. Le ricerche durano più di due ore. La prima ad essere ritrovata è Caterina di appena cinquanta giorni, battezzata la domenica precedente. Inutile la corsa del vigile del fuoco con il fagottino bianco in braccio verso l’ambulanza. Il mezzo si muove a sirene spiegate nel vano tentativo di salvare la piccola per fermarsi poco dopo. In seguito vengono ritrovati i corpi senza vita di Nadia Nencioni, nove anni, Angela Fiume e Fabrizio Nencioni. L’ultima vittima, ritrovata poco più tardi, è Dario Capolicchio, studente ventiduenne di architettura che vive nel palazzo di fronte. Oltre alle vittime si è registrato il ferimento di una quarantina di persone.
Nell’attentato perdono la vita cinque persone. All’ultimo piano della Torre de’ Pulci vive la custode Angela con il marito Fabrizio Nencioni e le loro due bambine, Nadia e Caterina. Le ricerche durano più di due ore. La prima ad essere ritrovata è Caterina di appena cinquanta giorni, battezzata la domenica precedente. Inutile la corsa del vigile del fuoco con il fagottino bianco in braccio verso l’ambulanza. Il mezzo si muove a sirene spiegate nel vano tentativo di salvare la piccola per fermarsi poco dopo. In seguito vengono ritrovati i corpi senza vita di Nadia Nencioni, nove anni, Angela Fiume e Fabrizio Nencioni. L’ultima vittima, ritrovata poco più tardi, è Dario Capolicchio, studente ventiduenne di architettura che vive nel palazzo di fronte. Oltre alle vittime si è registrato il ferimento di una quarantina di persone.


===DANNI===
===DANNI===
La Torre de’ Pulci, la torre medioevale (secolo XV) nella quale ha sede l’Accademia dei Georgofili dal 1932, è stata parzialmente distrutta. L’ordigno esplosivo ha fatto crollare gran parte della parete prospiciente Via dei Georgofili. Il crollo della parete ha comportato la distruzione della quasi totalità delle volte in muratura poste al primo piano, delle coperture dei solai . I lavori di ristrutturazione si sono svolti in due fasi. La prima ha previsto la messa in sicurezza e nel preconsolidamento della parte della struttura prospiciente via Lambertesca; la seconda fase ha, invece, riguardato il restauro completo del complesso vasariano degli Uffizi.  
La Torre de’ Pulci, la torre medioevale (secolo XV) nella quale ha sede l’Accademia dei Georgofili dal 1932, è stata parzialmente distrutta. L’ordigno esplosivo ha fatto crollare gran parte della parete prospiciente Via dei Georgofili. Il crollo della parete ha comportato la distruzione della quasi totalità delle volte in muratura poste al primo piano, delle coperture dei solai . I lavori di ristrutturazione si sono svolti in due fasi. La prima ha previsto la messa in sicurezza e nel preconsolidamento della parte della struttura prospiciente via Lambertesca; la seconda fase ha, invece, riguardato il restauro completo del complesso vasariano degli Uffizi.  
L’esplosione ha danneggiato gravemente alcune opere presenti negli ambienti della Galleria degli Uffizi posti in via dei Georgofili e nel corridoio vasariano. Altre opere sono andate completamente perse. Tra queste ultime si annoverano “Il concerto musicale” e “I giocatori di carte” di Bartolomeo Manfredi; “L’adorazione dei Pastori” di Gerrit van Honthorst; “Aquila” di Bartolomeo Bimbi; “Avvoltoi, gufi e beccaccia” di Andrea Scacciati; “Scena di caccia” di Francis Grant; “Grande cervo in una palude” di Edwin Landseer.
L’esplosione ha danneggiato gravemente alcune opere presenti negli ambienti della Galleria degli Uffizi posti in via dei Georgofili e nel corridoio vasariano. Altre opere sono andate completamente perse. Tra queste ultime si annoverano “Il concerto musicale” e “I giocatori di carte” di Bartolomeo Manfredi; “L’adorazione dei Pastori” di Gerrit van Honthorst; “Aquila” di Bartolomeo Bimbi; “Avvoltoi, gufi e beccaccia” di Andrea Scacciati; “Scena di caccia” di Francis Grant; “Grande cervo in una palude” di Edwin Landseer.


==IL PROCESSO E LE SENTENZE==
==IL PROCESSO E LE SENTENZE==
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