Emilia Cestelli: differenze tra le versioni

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[[File:Emilia cestelli con la madre e i fratelli.jpg|alt=Emilia Cestelli con i fratelli e la madre|miniatura|200x200px|Emilia (la prima a destra) con la madre, la sorella e i tre fratelli]]
[[File:Emilia cestelli con la madre e i fratelli.jpg|alt=Emilia Cestelli con i fratelli e la madre|miniatura|200x200px|Emilia (la prima a destra) con la madre, la sorella e i tre fratelli]]


Nata in una famiglia di cinque fratelli, Emilia studiò al Liceo Classico Garibaldi di Palermo, dove conobbe [[Simona dalla Chiesa]], alla quale rimase legata da un’amicizia profonda e grazie alla quale incontrò il [[17 agosto]] [[1970]] l'uomo che sarebbe diventato suo marito, [[Nando dalla Chiesa]]. I due si incontrarono al ''Pub Village'', una discoteca per ragazzi palermitana che andava di moda a quei tempi, alle porte del parco della Favorita, trecento lire d'ingresso. Nando e Simona sarebbero dovuti essere a una festa organizzata da amici a Mondello che saltò all'ultimo minuto e lì incontrarono Emilia, che festeggiava il suo onomastico, e Daniela, un'altra amica di Simona che festeggiava invece il compleanno.<blockquote>«Ci misi qualche secondo a realizzare quel che Simona aveva annunciato con tanta allegria. Sapevo della vostra amicizia e ogni tanto nei miei viaggi da Milano ti avevo anche incontrato. Non ci eravamo fatti esattamente simpatia. Senza particolari emozioni, cercai te e Daniela con lo sguardo. D'incanto ti vidi in mezzo alla pista. Il riflettore ruotava illuminandoti di continuo. non c'era in quel omento molta ressa. Restai folgorato. Eri in una tunichetta a fiori, corta e aderente, chiusa in alto al centro da un grande anello. ballavi con grazia ritmata, una sinuosità rapida, accennata. Mi voltai incredulo verso Simona. E le chiesi: "Ma è Emilia?". Lei confermò»<ref>Nando dalla Chiesa, ''Album di Famiglia'', p. 60.</ref>. </blockquote>Da quel colpo di fulmine, i due non si sarebbero più lasciati. Come raccontò Nando dalla Chiesa dopo la sua morte, a Palermo i due si incontravano in Vicolo Pandolfini<ref>Nando dalla Chiesa [https://www.facebook.com/nandodallachiesa.it/photos/a.247607478929744/1417928098564337 sulla sua pagina Facebook], il 20 maggio 2021, quando ha dato l'annuncio della scomparsa di Emilia.</ref>, un minuscolo vicolo dove non passava quasi mai nessuno.
Nata in una famiglia di cinque fratelli, Emilia studiò al Liceo Classico Garibaldi di Palermo, dove conobbe [[Simona dalla Chiesa]], alla quale rimase legata da un’amicizia profonda e grazie alla quale incontrò il [[17 agosto]] [[1970]] l'uomo che sarebbe diventato suo marito, [[Nando dalla Chiesa]]. I due si incontrarono al ''Pub Village'', una discoteca per ragazzi palermitana che andava di moda a quei tempi, alle porte del parco della Favorita, trecento lire d'ingresso. Nando e Simona sarebbero dovuti essere a una festa organizzata da amici a Mondello che saltò all'ultimo minuto e lì incontrarono Emilia, che festeggiava il suo onomastico, e Daniela, un'altra amica di Simona che festeggiava invece il compleanno.<blockquote>«Ci misi qualche secondo a realizzare quel che Simona aveva annunciato con tanta allegria. Sapevo della vostra amicizia e ogni tanto nei miei viaggi da Milano ti avevo anche incontrato. Non ci eravamo fatti esattamente simpatia. Senza particolari emozioni, cercai te e Daniela con lo sguardo. D'incanto ti vidi in mezzo alla pista. Il riflettore ruotava illuminandoti di continuo. non c'era in quel omento molta ressa. Restai folgorato. Eri in una tunichetta a fiori, corta e aderente, chiusa in alto al centro da un grande anello. ballavi con grazia ritmata, una sinuosità rapida, accennata. Mi voltai incredulo verso Simona. E le chiesi: "Ma è Emilia?". Lei confermò»<ref>Nando dalla Chiesa, ''Album di Famiglia'', p. 60.</ref>. </blockquote>Da quel colpo di fulmine, i due non si sarebbero più lasciati. Come raccontò Nando dalla Chiesa dopo la sua morte, a Palermo i due si incontravano in '''Vicolo Pandolfini'''<ref>Nando dalla Chiesa [https://www.facebook.com/nandodallachiesa.it/photos/a.247607478929744/1417928098564337 sulla sua pagina Facebook], il 20 maggio 2021, quando ha dato l'annuncio della scomparsa di Emilia.</ref>, un minuscolo vicolo dove non passava quasi mai nessuno.


=== Da Palermo a Milano, per amore ===
=== Da Palermo a Milano, per amore ===
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Alla fine del [[1975]], Emilia decise di trasferirsi a Milano, per amore del suo "''Nandù''". Per quattro anni i due avevano vissuto una relazione a distanza, con lei rimasta a Palermo e lui che, per conservare il suo ruolo di assistente in università alla facoltà Scienze Politiche, si manteneva facendo il supplente annuale, prima di matematica e fisica a Cinisello Balsamo, poi di geografia economica all’istituto Cattaneo per ragionieri a Milano<ref>Nando dalla Chiesa (2018). Per fortuna faccio il prof, Milano, Bompiani, p. 30.</ref>.  
Alla fine del [[1975]], Emilia decise di trasferirsi a Milano, per amore del suo "''Nandù''". Per quattro anni i due avevano vissuto una relazione a distanza, con lei rimasta a Palermo e lui che, per conservare il suo ruolo di assistente in università alla facoltà Scienze Politiche, si manteneva facendo il supplente annuale, prima di matematica e fisica a Cinisello Balsamo, poi di geografia economica all’istituto Cattaneo per ragionieri a Milano<ref>Nando dalla Chiesa (2018). Per fortuna faccio il prof, Milano, Bompiani, p. 30.</ref>.  


Quando l'Istituto di Sociologia diretto da Alessandro Pizzorno annunciò di essere alla ricerca di una segretaria "a mezzo tempo", Dalla Chiesa suggerì ad Alberto Martinelli il nome di Emilia, che a Palermo lavorava già da tre anni come segretaria regolarmente assunta a tempo pieno all’istituto di Architettura di Palermo con Gino Pollini, il padre di Maurizio, il grande pianista<ref>Ibidem</ref>. Lei, per amore, decise di lasciare il certo per l'incerto e iniziò la sua nuova vita milanese.
Quando l'Istituto di Sociologia diretto da '''Alessandro Pizzorno''' annunciò di essere alla ricerca di una segretaria "a mezzo tempo", Dalla Chiesa suggerì ad '''Alberto Martinelli''' il nome di Emilia, che a Palermo lavorava già da tre anni come segretaria regolarmente assunta a tempo pieno all’istituto di Architettura di Palermo con Gino Pollini, il padre di Maurizio, il grande pianista<ref>Ibidem</ref>. Lei, per amore, decise di lasciare il certo per l'incerto e iniziò la sua nuova vita milanese.


A Milano Emilia andò a vivere a casa del padre Maurizio, che si era dovuto trasferire lì per lavoro. Dopo un paio d'anni "in anonimato", dandosi del Lei nei corridoi, i due annunciarono il loro matrimonio, che fu possibile perché i genitori di una sua collega, Luisa Leonini, «sapendo della nostra disperazione di coppia squattrinata e orgogliosa»<ref>Ivi, 31.</ref>, offrì alla coppia una loro casa in comodato gratuito, nella quale dovevano pagare solo le spese.
A Milano Emilia andò a vivere a casa del padre Maurizio, che si era dovuto trasferire lì per lavoro. Dopo un paio d'anni "in anonimato", dandosi del Lei nei corridoi, i due annunciarono il loro matrimonio, che fu possibile perché i genitori di una sua collega, Luisa Leonini, «sapendo della nostra disperazione di coppia squattrinata e orgogliosa»<ref>Ivi, 31.</ref>, offrì alla coppia una loro casa in comodato gratuito, nella quale dovevano pagare solo le spese.
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Durante il ricevimento, Emilia, così poco abituata alle divise di gala degli ufficiali, scambiò anche il [[Giuseppe Russo|Colonnello Russo]], tutto vestito di bianco, per un cameriere, chiedendogli una fetta di torta. Il Colonnello, uomo di spirito, gliel'aveva tagliata e porta su un piatto con forchetta<ref>Ivi, p. 85.</ref>. Meno di un mese dopo, il [[20 agosto]] sarebbe stato ucciso da [[Cosa Nostra]].
Durante il ricevimento, Emilia, così poco abituata alle divise di gala degli ufficiali, scambiò anche il [[Giuseppe Russo|Colonnello Russo]], tutto vestito di bianco, per un cameriere, chiedendogli una fetta di torta. Il Colonnello, uomo di spirito, gliel'aveva tagliata e porta su un piatto con forchetta<ref>Ivi, p. 85.</ref>. Meno di un mese dopo, il [[20 agosto]] sarebbe stato ucciso da [[Cosa Nostra]].


=== La nascita di Carlo Alberto e il lavoro in banca ===
=== La morte della suocera Dora Fabbo, la nascita del figlio Carlo Alberto e il lavoro in banca ===
[[File:Nando dalla chiesa emilia cestelli giovani.jpg|alt=Emilia Cestelli e Nando dalla Chiesa, nei primi anni di matrimonio|miniatura|200x200px|Emilia Cestelli e Nando dalla Chiesa, nei primi anni di matrimonio]]
[[File:Nando dalla chiesa emilia cestelli giovani.jpg|alt=Emilia Cestelli e Nando dalla Chiesa, nei primi anni di matrimonio|miniatura|200x200px|Emilia Cestelli e Nando dalla Chiesa, nei primi anni di matrimonio]]
Il [[24 giugno]] [[1978]] nacque il primo figlio della coppia, '''Carlo Alberto''', e così nel [[1979]] Emilia decise di lasciare il lavoro precario di segretaria all'Istituto di Sociologia per un posto in banca, così da consentire al marito di continuare a lavorare in università, dove aveva iniziato a insegnare come professore a contratto, ma alla Bocconi, ''Sociologia generale''.  
Sabato [[18 febbraio]] [[1978]] Emilia andò a trovare i suoceri a Torino insieme al marito. Era incinta del quinto mese. Quattro giorni prima le Brigate Rosse avevano ucciso il giudice Riccardo Palma, stretto collaboratore del Generale dalla Chiesa nella sua missione di coordinatore della sicurezza esterna delle carceri. L'indomani mattina [[Dora Fabbo]] morì di infarto, dopo essersi adagiata sul suo letto con in mano un libro regalatogli il giorno prima dal figlio Nando, ''Radici'', di Alex Haley. Ha scritto il figlio Nando su quel giorno: <blockquote>«D'un tratto sentii papà chiamarti. Più volte. A voce sempre più alta. Ma perché urla così?, pensai. Perché non la lascia dormire, sarà stanca. Poi un urlo terribile, interminabile. Mi precipitai in camera vostra. ''Radici'' era aperto sul tuo grembo alla prima pagina. Tu eri con la testa appoggiata sul cuscino. Papà in un angolo della stanza, piangendo, singhiozzando, parlava a me ma parlava a te. Non so che cosa sia successo dopo, chi sia venuto, chi ci fosse. Non lo so perché mi misi sdraiato verso di te sul letto, tenendoti la mano sperando che servisse a riscaldarti: e che ne sapevo io, non avevo mai visto morire nessuno. Ti chiamavo con la voce piana, quella che usavi tu per svegliarmi da piccolo. Ma, diversamente da me, tu non ti svegliavi e non ti saresti svegliata mai più»<ref>Citato in Nando dalla Chiesa, ''Album di famiglia'', p. 96.</ref>. </blockquote>Il pomeriggio successivo si tennero i funerali, nell'officina della Caserma dei Carabinieri per ragioni di sicurezza. Il cappellano militare che recitò la messa disse a un certo punto: «Dora è stata la vittima più silenziosa del terrorismo».
 
Il [[24 giugno]] nacque il primo figlio della coppia, '''Carlo Alberto''', e così nel [[1979]] Emilia decise di lasciare il lavoro precario di segretaria all'Istituto di Sociologia per un posto in banca, così da consentire al marito di continuare a lavorare in università, però in Bocconi, dove aveva iniziato a insegnare ''Sociologia generale'' come professore a contratto.  


=== La Strage di Via Carini e l'anello del Generale ===
=== La Strage di Via Carini e l'anello del Generale ===
[[File:Funerali generale dalla chiesa.jpg|alt=Emilia Cestelli Nando dalla Chiesa|miniatura|200x200px|Emilia Cestelli col marito Nando e la cognata Rita, ai funerali del suocero Carlo Alberto]]
[[File:Funerali generale dalla chiesa.jpg|alt=Emilia Cestelli Nando dalla Chiesa|miniatura|200x200px|Emilia Cestelli col marito Nando e la cognata Rita, ai funerali del suocero Carlo Alberto]]
Quando il [[3 settembre]] [[1982]] [[Cosa Nostra]] decise di uccidere suo suocero nella [[Strage di via Isidoro Carini|Strage di Via Carini]], Emilia era incinta della seconda figlia, Dora. Quando tornarono a casa a Milano, dopo il funerale, fu lei a lavare via il sangue dall'anello di famiglia del Generale.  
Quando il [[3 settembre]] [[1982]] [[Cosa Nostra]] decise di uccidere suo suocero nella [[Strage di via Isidoro Carini|Strage di Via Carini]], Emilia era incinta della seconda figlia, Dora. Quando tornarono a casa a Milano, dopo il funerale, fu lei a lavare via il sangue dall'anello di famiglia del Generale, per non farlo scorrere tra le mani del marito.  


=== Gli anni '80, il Maxiprocesso di Palermo e Società Civile ===
=== Gli anni '80, il Maxiprocesso di Palermo e Società Civile ===
Quando iniziò il [[Maxiprocesso di Palermo]], Emilia rinunciò al suo lavoro per restare al fianco del marito che si era costituito parte civile. Non solo: iniziò insieme ad altre cittadine e cittadini ad organizzare molteplici iniziative per difendere agli occhi dell’opinione pubblica il lavoro di [[Antonino Caponnetto]] e dei membri che componevano il [[Pool antimafia di Palermo|Pool antimafia]], [[Giovanni Falcone]], [[Paolo Borsellino]], [[Leonardo Guarnotta]] e [[Giuseppe Di Lello]].
Quando iniziò il [[Maxiprocesso di Palermo]], Emilia rinunciò al suo lavoro per restare al fianco del marito che si era costituito parte civile. Non si occupò solo dei figli, ma iniziò insieme ad altre cittadine e cittadini ad organizzare molteplici iniziative per difendere agli occhi dell’opinione pubblica il lavoro di [[Antonino Caponnetto]] e dei membri che componevano il [[Pool antimafia di Palermo|Pool antimafia]], [[Giovanni Falcone]], [[Paolo Borsellino]], [[Leonardo Guarnotta]] e [[Giuseppe Di Lello]]. Quando lunedì [[2 dicembre]] [[1985]] al Teatro Pier Lombardo, diretto da Franco Parenti, fu battezzato il circolo "[[Circolo Società Civile|Società Civile]]", da un'idea del marito Nando, Emilia partecipò attivamente alle sue attività, collaborando anche all'omonimo mensile inaugurato un anno dopo, che si batteva per denunciare la corruzione dilagante nella «Milano da bere» degli anni '80.


=== Gli anni '90 e la fine della prima Repubblica ===
=== Gli anni '90 e la fine della prima Repubblica ===
[[File:Dalla-chiesa-nando-cestelli-emilia-anni90.jpg|alt=Emilia Cestelli e Nando dalla Chiesa|miniatura|200x200px|Emilia Cestelli e Nando dalla Chiesa, agli inizi degli anni '90]]
[[File:Dalla-chiesa-nando-cestelli-emilia-anni90.jpg|alt=Emilia Cestelli e Nando dalla Chiesa|miniatura|200x200px|Emilia Cestelli e Nando dalla Chiesa, agli inizi degli anni '90]]
Negli anni ’90 fu tra le attiviste impegnate in prima fila nel rinnovamento morale della città di Milano, dopo l’inchiesta '''Mani Pulite''' e lo scandalo di '''Tangentopoli'''. Restò accanto al marito, nella durissima campagna elettorale che lo vide contrapposto a Marco Formentini. Quando il [[20 giugno]] [[1993]] i risultati del ballottaggio incoronarono il candidato leghista come nuovo Sindaco di Milano, Emilia salì sul palco del Teatro Elfo Puccini insieme al marito e gli alzò il braccio, in segno di vittoria, ugualmente.   
Negli anni ’90 Emilia fu tra le attiviste impegnate in prima fila nel rinnovamento morale della città di Milano, dopo l’inchiesta '''Mani Pulite''' e lo scandalo di '''Tangentopoli'''. Restò accanto al marito, nella durissima campagna elettorale che lo vide contrapposto a Marco Formentini. Quando il [[20 giugno]] [[1993]] i risultati del ballottaggio incoronarono il candidato leghista come nuovo Sindaco di Milano, Emilia salì sul palco del Teatro Elfo Puccini insieme al marito e gli alzò il braccio, in segno di vittoria, ugualmente, mentre in sottofondo suonavano le note di Bruce Springsteen, grande passione musicale in comune col marito e che trasmisero ai figli.   


=== Gli anni Duemila, le Girandole e i Girotondi ===
=== Gli anni Duemila, le Girandole e i Girotondi ===
All’inizio degli anni 2000 fondò, con Edda Boletti e altre amiche, l’Associazione “Le Girandole”, che il 2 febbraio 2002 partecipò alla manifestazione di Piazza Navona, resa famosa dalla frase di Nanni Moretti “''Con questi dirigenti non vinceremo mai''”, che poi darà vita ai Girotondi, di cui fu una delle protagoniste a livello nazionale.  
All’inizio degli anni [[2000]] fondò, con Edda Boletti e altre amiche, l’Associazione “Le Girandole”, che il 2 febbraio 2002 partecipò alla manifestazione di Piazza Navona, resa famosa dalla frase di Nanni Moretti “''Con questi dirigenti non vinceremo mai''”, che poi darà vita ai Girotondi, di cui fu una delle protagoniste a livello nazionale.  


Nemmeno venti giorni più tardi, il 23 febbraio, insieme alle Girandole organizzò la grande manifestazione del ''PalaVobis'' in occasione del decennale dello scoppio di Mani Pulite. Non furono però solo i grandi eventi ad averla vista impegnata in ambito politico e sociale. Quando all’inizio del 2009 la prostituzione e lo spaccio di droga iniziarono a prendersi la zona tra la Bocconi e Porta Romana dove viveva, Emilia organizzò, con altri cittadini del quartiere, il “''Comitato delle sedie''”, che alla fine riuscì, collaborando con le forze dell’ordine, a riportare quel quartiere alla sua vivibilità.
Nemmeno venti giorni più tardi, il 23 febbraio, insieme alle Girandole organizzò la grande manifestazione del ''PalaVobis'' in occasione del decennale dello scoppio di Mani Pulite. Non furono però solo i grandi eventi ad averla vista impegnata in ambito politico e sociale.  


In ambito culturale collaborò alla nascita della libreria “Il Trittico” in Via San Vittore a Milano, mentre nel 2004, quando nacque la casa editrice Melampo, non si limitò ad organizzare innumerevoli presentazioni ed eventi in città, ma ne gestì personalmente lo stand alla fiera del Libro di Torino.
In ambito culturale collaborò alla nascita della libreria “Il Trittico” in Via San Vittore a Milano, mentre nel 2004, quando nacque la casa editrice Melampo, non si limitò ad organizzare innumerevoli presentazioni ed eventi in città, ma ne gestì personalmente lo stand alla fiera del Libro di Torino.
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=== Gli ultimi anni a Milano ===
=== Gli ultimi anni a Milano ===
Dopo la fine della carriera politica del marito, non ricandidato dal Partito Democratico nel [[2008]], Emilia tornò in pianta stabile a Milano, dove continuò a dedicarsi a un'intensa attività culturale e sociale.  
Dopo la fine della carriera politica del marito, non ricandidato dal Partito Democratico nel [[2008]], Emilia tornò in pianta stabile a Milano, dove continuò a dedicarsi a un'intensa attività culturale e sociale. Quando all’inizio del [[2009]] la prostituzione e lo spaccio di droga iniziarono a prendersi la zona tra la Bocconi e Porta Romana dove viveva, Emilia organizzò, con altri cittadini del quartiere, il “''Comitato delle sedie''”, che alla fine riuscì, collaborando con le forze dell’ordine, a riportare il quartiere alla sua vivibilità.  


Il [[27 marzo]] [[2012]] organizzò in Sala Alessi, a Palazzo Marino, sede del Comune, una grande manifestazione di solidarietà contro le minacce di morte subite dall’allora Procuratore Capo di Torino, [[Gian Carlo Caselli]].  
Ogni anno, il [[3 settembre]], iniziò ad organizzare in Piazza Diaz insieme a [[Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie|Libera]] la commemorazione in memoria del suocero, della seconda moglie [[Emmanuela Setti Carraro]] e dell’agente di polizia [[Domenico Russo]]. Diversi furono gli eventi che organizzò in prima persona, senza tuttavia mai voler apparire. Tra i tanti, il [[27 marzo]] [[2012]] organizzò in Sala Alessi, a Palazzo Marino, sede del Comune, una grande manifestazione di solidarietà contro le minacce di morte subite dall’allora Procuratore Capo di Torino, [[Gian Carlo Caselli]], per le sue inchieste contro il movimento no-tav.  


Nel gennaio 2014 fu tra le promotrici della [https://www.wikimafia.it/appello-il-documentario-su-fava-sia-trasmesso-in-prima-serata/ petizione di WikiMafia] che riportò in prima serata su Rai3 il documentario su [[Pippo Fava]], nel trentesimo anniversario della morte.  
Nel gennaio 2014 fu anche tra le promotrici della [https://www.wikimafia.it/appello-il-documentario-su-fava-sia-trasmesso-in-prima-serata/ petizione di WikiMafia] che riportò in prima serata su Rai3 il documentario su [[Pippo Fava]], nel trentesimo anniversario della morte. Un anno dopo, quando venne annunciata la campagna di crowdfunding di [https://www.mafiamaps.it MafiaMaps], insieme al marito fu tra le poche persone che donarono la cifra più alta, 500 euro.  


Ogni anno, il [[3 settembre]], organizzava in Piazza Diaz insieme a Libera la commemorazione in memoria del suocero, della seconda moglie [[Emmanuela Setti Carraro]] e l’agente di polizia [[Domenico Russo]].
Questa fu solo una delle tante dimostrazioni di affetto di Emilia verso gli studenti di suo marito: anche se i crescenti impegni universitari finirono col togliere molto tempo alla vita insieme, Emilia non ne soffriva ed era anzi felice ogni volta che il marito partisse, ad esempio, una settimana con loro per l'''Università Itinerante'', i viaggi di studio nelle terre della legalità difficile. Una volta sarebbe dovuta partire anche lei, nel 2015, per quella a Casal di Principe, ma per un imprevisto non riuscì a partecipare. Dal 2011, alla fine di ogni edizione della ''Summer School in Organized Crime'' ideata dal marito, organizzava a casa una cena con gli studenti e il procuratore nazionale antimafia, poi divenuto presidente del Senato, [[Pietro Grasso]], che tradizionalmente chiudeva la settimana di studio.


==== La malattia e la morte ====
==== La malattia e la morte ====

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