Beppe Montana

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Giuseppe Montana (Agrigento, 8 ottobre 1951 – Santa Flavia, 28 luglio 1985), detto “Beppe”. Commissario della squadra mobile di Palermo, stretto collaboratore del v icequestore Ninni Cassarà.

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Lo chiamavano Serpico: l'attività investigativa

A 34 anni Beppe Montana è già un investigatore esperto ed apprezzato.

Dopo la sua morte, per esempio, si scopre che la sua decisione di affittare una casetta a Porticello non è stato un caso. Voleva tenere sott’occhio una zona ad alta densità mafiosa, quella della costa est di Palermo, che riunisce i comuni del c.d. “triangolo della morte” (Bagheria, Casteldaccia, Altavilla Milicia) che era stato teatro, pochi anni prima, della seconda guerra di mafia che insanguinò la provincia di Palermo.

Anche nelle giornate di vacanza, dunque, non cessava la sua lotta contro Cosa Nostra, che lo aveva portato ad arrestare numerosi latitanti.

Montana era ossessionato dal suo lavoro. Per questo gli agenti della mobile lo chiamavano “Serpico”, come quel coraggioso poliziotto italo americano del film, quello che inseguiva e lottava contro i criminali in una New York cruda e violenta. Beppe Montana era così. Uno stakanovista, un mastino.

Agrigentino di nascita, era cresciuto a Catania, dove si era fatto le ossa arrestando i boss Nunzio Salafia e Antonino Ragona, bracci destri di Nitto Santapaola.

Beppe Montana giunge a Palermo nel ’82, all’indomani dell’uccisione di Carlo Alberto Dalla Chiesa.

Nel ’83, mentre imperversava la seconda guerra di mafia guerra di mafia, scopre un vero e proprio arsenale mafioso, mimetizzato sotto un cavalcavia dell’autostrada Palermo-Catania. Mitra, fucili, pistole, munizioni. Centinaia di esemplari.

L’anno dopo arresta a Palermo, in via Lincoln, il boss Tommaso Spadaro, astro nascente del traffico di eroina.

Nel ’85 scardina un gruppo dedito ad affari illecito di livello internazionale. Otto arresti, tra cui quello del superlatitante di Prizzi Tommaso Cannella.

È tra i pochi investigatori che della mafia prova a ricostruire un quadro completo. Cerca i collegamenti con le altre organizzazioni criminali, specialmente negli Stati Uniti e nella Campania. Prova a seguire le grandi piste internazionali che facevano pervenire in Sicilia quantità enormi di capitale. Beppe Montana tocca con mano i punti nevralgici: il denaro e i grandi boss. Lo stesso aveva fatto Boris Giuliano, ucciso sei anni prima.

L'uccisione

Beppe Montana viene ammazzato il 28 luglio 1985, una domenica pomeriggio a Porticello, frazione marinara del comune di Santa Flavia (PA), dopo una bella giornata d’estate passata in barca con la fidanzata e alcuni amici. I killer lo colgono di sorpresa, mentre è in costume e sandali, ovviamente disarmato. Gli sparano in faccia e lo lasciano a terra in una pozza di sangue.

Gli sviluppi

L'uccisione di Salvatore Marino

Dopo l'uccisione di Beppe Montana, le indagini vengono avvelenate da un evento inquietante su cui ancora non si è fatto chiarezza.

Viene arrestato un giovane di 25 anni, Salvatore Marino, calciatore dilettante del Bagheria originario della borgata palermitana di Sant’Erasmo. È accusato di aver fatto parte del commando di killer che ammazzarono Beppe Montana. Il giovane Marino, la notte stessa, viene torturato e ucciso dagli agenti della squadra mobile. La questura tenta di coprire la faccenda ma l’evento è troppo grosso.

Due giorni dopo scoppia lo scandalo e, tra le proteste dei familiari e di tutto un quartiere di Palermo, il ministro degli interni Scalfaro decide di rimuovere i vertici di polizia e carabinieri di Palermo: Francesco Pellegrino, Gennaro Scala e Giuseppe Russo. In seguito alcuni poliziotti vengono anche arrestati.

L'omicidio di Ninni Cassarà

Intanto la struttura delle forze dell’ordine di Palermo è costretta a riorganizzarsi, in una fase delicatissima della storia mafiosa e della lotta alla mafia.

Le indagini per la morte di Montana subiscono così un netto stop, mentre Cosa Nostra prepara le mitragliatrici contro il capo della squadra mobile Ninni Cassarà, che viene ammazzato poco più di una settimana dell'uccisione di Beppe Montana: il 6 agosto 1985.

Bibliografia