Bernardino Verro (Corleone, 3 luglio 1866 - Corleone, 3 novembre 1915) è stato un sindacalista e politico italiano, vittima innocente di Cosa Nostra.

Biografia

Attivista di spicco tra i contadini siciliani, nel 1892 fondò un gruppo di Fasci a Corleone divenendone successivamente il presidente. L'impegno di Verro non si limitò soltanto a Corleone ma si estese anche alle zone limitrofe, tanto che nel 1893 fu eletto membro del nuovo Comitato Centrale durante il primo Congresso Regionale svoltosi a Palermo. Nello stesso anno ospitò nella sua città il congresso provinciale dei Fasci. Sempre nel 1893 Verro, convinto che i mafiosi potessero rappresentare un sostegno agli scioperi, fu affiliato alla cosca dei fratelli Frantuzzi. Resosi conto dell'impraticabilità delle sue teorie di discostò dai mafiosi diventando un loro acerrimo nemico.

I problemi con la legge

Nel corso della suo impegno a tutela dei contadini siciliani Verro fu arrestato e condannato diverse volte. La prima nel 1894 dopo che il Presidente del Consiglio Francesco Crispi aveva deciso lo scioglimento di tutti i Fasci Siciliani, dove fu condannato a 12 anni di carcere. La seconda nel 1896 dopo avere fondato una cooperativa di consumatori che, considerata dal prefetto una società occulta per rilanciare i Fasci, fu subito sciolta. In quell'occasione Verro fu condannato a sei mesi di reclusione. Tra le due condanne ce ne fu anche una del tribunale militare a 16 anni di carcere per il presunto coinvolgimento nel massacro di Lercara Friddi. Ricevuta la grazie e scontati alcuni periodi di reclusione Verro emigrò negli Stati Uniti per poi ritornare in Sicilia dopo pochi anni.

Cooperative, scioperi e politica

Nel 1899 Verro fondò una cooperativa di consumo e la Fratellanza Agricola Zuccarrone e nel 1906 la cooperativa “Unione Agricola”. Furono strumenti importanti questi che uniti all'ondata di scioperi del 1901 consentirono di ottenere numerosi successi in termini di diritti agricoli e a minare il potere economico dei gabelloti. Tuttavia nel 1903 Verro dovette riparare di nuovo all'estero a causa di nuove minacce di reclusione. Emigrò prima a Marsiglia, poi a Tunisi e nel 1906 fece ancora ritorno in Sicilia dove continuò il suo impegno, ottenendo nuove vittorie sociali.

Nel 1910, mentre si trovava a conversare di tecniche agrarie nei locali della farmacia Palazzo, Verro uscì illeso da un attentato nei suoi confronti. I colpi di lupara sarebbero stati esplosi a causa delle denunce di Verro nei confronti del sindaco e al tradimento del sindacalista verso i fratelli Fantuzzi, cui era stato affiliato. Alla violenza i mafiosi fecero seguire anche le armi della calunnia e organizzata una truffa fecero cadere su di lui la colpa, con Verro che fu arrestato, in maniera plateale a Roma, durante il congresso delle cooperative del 1912, e condannato a scontare dieci mesi di carcere.

Il 1912 fu anche l'anno del suffragio universale maschile. Verro, uscito dal carcere, si candidò per i socialisti alle elezioni comunali del 1914. Il successo fu notevole e Verro divenne il primo sindaco socialista di Corleone.

L'omicidio

Il 3 novembre del 1915 undici colpi di rivoltella uccisero Bernardino Verro. Il sindaco era appena uscito dal Municipio, diretto verso casa dove lo attendevano la moglie Maria Rosa Angelastri e la figlia Giuseppina Pace Umana. Aveva da poco congedato i vigili urbani che gli facevano da scorta.

Il processo si concluse con l'assoluzione di tutti gli imputati così come richiesto dal pubblico ministero, il commendatore Wancolle. Gli esecutori materiali non furono mai individuati.