Categoria:Associazioni criminali di stampo mafioso
L'interpretazione ontologica delle organizzazioni criminali di stampo mafioso non è univoca. Sono stati elaborati differenti modelli di analisi volti a comprendere quali elementi facciano di un'organizzazione criminale, una mafia. Tra i più importanti si possono individuare il Modello Mafioso elaborato da Nando dalla Chiesa, il Paradigma della complessità elaborato da Umberto Santino e il modello dell'Industria di protezione privata elaborato da Diego Gambetta.
Il Modello Mafioso
L'art.1 della Legge Rognoni - La Torre afferma che "L’associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgono della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per se’ o per altri ovvero al fine di impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a se’ o ad altri in occasione di consultazioni elettorali."
E' possibile, quindi, a partire da questa definizione giuridica, arrivare anche ad una definizione sociologica di associazione mafiosa.
I requisiti fondamentali affinché si possa parlare di associazione di stampo mafioso sono quattro:
Schema 1 - I requisiti del Modello Mafioso[1] |
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Controllo del territorio |
Rapporti di dipendenza personali |
Violenza come suprema regolatrice dei conflitti (economici, sociali, politici) |
Rapporti organici con la politica |
Se manca anche solo uno dei requisiti sopra citati, non si può parlare di associazione di stampo mafioso: senza la violenza, infatti, si configurerebbe semplicemente un caso classico di clientelismo; se non ci fossero invece i rapporti organici con la politica si sarebbe di fronte ad una forma di criminalità organizzata classica.
Ogni elemento costitutivo è caratterizzato da un alto grado di interdipendenza con gli altri.
Il controllo del territorio serve a condizionare la politica (attraverso il voto), la quale a sua volta è fondamentale per costruire la fitta rete di dipendenze personali che la violenza da sola non garantirebbe.
Così come ad uno Stato è necessario il monopolio della violenza legittima per far accettare le proprie leggi, così è per l'associazione mafiosa. Ci sono così due poteri che vogliono dettare legge sullo stesso territorio: questa è la sostanza della "mafia". Dove è presente un'associazione mafiosa, le persone non sono libere, in quanto accettano per paura il suo controllo, si inseriscono in quella fitta rete di rapporti di dipendenza personali garantita dalla politica e finiscono per assorbire la stessa mentalità mafiosa.
La violenza però non basta all'associazione mafiosa, perché il suo è un regime misto di terrore, condivisioni, rapporti personali, dove i diritti vengono trasformati in favori. La violenza non è necessario che venga esercitata, ma è sufficiente che si sappia che può essere efficientemente utilizzata.
I rapporti con la politica servono soprattutto per mantenere l’anomalia dei due Stati, per ottenere risorse economiche (appalti, assunzioni per chiamata diretta, fondi UE) e risorse giudiziarie (giudici compiacenti). In cambio di queste risorse la politica ottiene i voti controllati dall'associazione mafiosa.
Paradigma della complessità
Industria di protezione privata
Note
- ↑ Dalla Chiesa N., La Convergenza, Milano, Melampo, 2010
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