Cosimo Quattrocchi: differenze tra le versioni

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(Cosimo Quattrocchi 1)
 
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== Biografia ==
== Biografia ==


Commerciante e proprietario di alcune macellerie a Palermo insieme al fratello Francesco, Cosimo Quattrocchi attorno alle 21 si trovava nella stalla di Cortile Macello per sistemare una partita di cavalli appena giunta da Molfetta. Insieme a lui c’erano il fratello [[Francesco Quattrocchi]], loro cugino [[Cosimo Quattrocchi]], il cognato [[Marcello Angelini]], [[Salvatore Schimmenti]], [[Antonio Federico]], [[Giovanni Catalanotti]] e [[Paolo Canale]].
Commerciante e proprietario di alcune macellerie a Palermo insieme al fratello Francesco, Cosimo Quattrocchi attorno alle 21 si trovava nella stalla di Cortile Macello per sistemare una partita di cavalli appena giunta da Molfetta. Insieme a lui c’erano il fratello [[Francesco Quattrocchi]], loro cugino [[Cosimo Quattrocchi (cugino)]], il cognato [[Marcello Angelini]], [[Salvatore Schimmenti]], [[Antonio Federico]], [[Giovanni Catalanotti]] e [[Paolo Canale]].


Alcuni killer fecero irruzione nella stalla.  L’obiettivo principale erano i fratelli Quattrocchi - che si volevano sottrarre all’influenza della mafia locale per condurre i propri commerci – ma vennero uccisi tutti i presenti.
Alcuni killer fecero irruzione nella stalla.  L’obiettivo principale erano i fratelli Quattrocchi - che si volevano sottrarre all’influenza della mafia locale per condurre i propri commerci – ma vennero uccisi tutti i presenti.

Versione attuale delle 14:21, 19 mar 2020


Cosimo Quattrocchi (N.D. – Palermo, 18 ottobre 1984) è stato un commerciante di carne equina, vittima di Cosa Nostra nella Strage di Piazza Scaffa.

Biografia

Commerciante e proprietario di alcune macellerie a Palermo insieme al fratello Francesco, Cosimo Quattrocchi attorno alle 21 si trovava nella stalla di Cortile Macello per sistemare una partita di cavalli appena giunta da Molfetta. Insieme a lui c’erano il fratello Francesco Quattrocchi, loro cugino Cosimo Quattrocchi (cugino), il cognato Marcello Angelini, Salvatore Schimmenti, Antonio Federico, Giovanni Catalanotti e Paolo Canale.

Alcuni killer fecero irruzione nella stalla. L’obiettivo principale erano i fratelli Quattrocchi - che si volevano sottrarre all’influenza della mafia locale per condurre i propri commerci – ma vennero uccisi tutti i presenti.

L’intenzione degli assassini era quella di dare un segnale forte della presenza e della forza mafiosa anche alla luce delle azioni repressive intraprese da parte dello Stato in seguito alle confessioni di Tommaso Buscetta e con i mandati di cattura dell’Ufficio istruzione di Palermo.

Bibliografia