Ecomafie: differenze tra le versioni

Da WikiMafia.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 22: Riga 22:
Fontana Enrico, "Ecomafie", in Dizionario Enciclopedico di Mafie e Antimafia, (a cura di) Manuela Mareso e Livio Pepino
Fontana Enrico, "Ecomafie", in Dizionario Enciclopedico di Mafie e Antimafia, (a cura di) Manuela Mareso e Livio Pepino


Summer School "Le Ecomafie", Università degli Studi di Milano, settembre 2014
Summer School "Ecomafie", Università degli Studi di Milano, settembre 2014


Legambiente, www.legambiente.it
Legambiente, www.legambiente.it

Versione delle 13:30, 27 set 2014

Definizione

Il termine “ecomafie”, come riporta il «è un neologismo coniato da Legambiente che indica quei settori della criminalità organizzata che hanno scelto il traffico e lo smaltimento illecito dei rifiuti, l'abusivismo edilizio e le attività di escavazione come nuovo grande business in cui sta acquistando sempre maggiore peso anche i traffici clandestini di opere d’arte rubate e di animali esotici.»[1] Questo termine “debutta” nella lingua italiana nel 1994, a seguito del primo Rapporto intitolato, appunto, “Le Ecomafie”, e che deriva da un lavoro svolto tra Legambiente, il corpo dei Carabinieri ed Eurospes.


Sviluppo del fenomeno

Analizzando il fenomeno nel corso degli anni, emerge che sono i soggetti che si occupano dello smaltimento, e dunque le stesse organizzazioni di stampo mafioso, a presentarsi alle aziende che necessitano tali servizi ed ad offrirsi di svolgerli al loro posto, a prezzi ovviamente concorrenziali. Fondamentale perché ciò possa accadere è uno dei requisiti delle organizzazioni mafiose, ovvero il controllo del territorio. Solo avendocelo, infatti, è possibile, ad esempio, muovere enormi quantità di terreno, riempire le buche con rifiuti e poi coprire il tutto appianandolo. Ciò è anche favorito dall'omertà, in quanto sono lavori che richiedono numerosi camion che viaggiano di notte, ed è impossibile per le popolazioni locali non accorgersi di ciò che avviene. «I risultati lasciano pochi margini di dubbio: il saccheggio sistematico delle risorse ambientali rappresenta una delle leve attraverso cui i clan accumulano ricchezza e potere. E le conseguenze sono devastanti, soprattutto nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia)».[2] Dalla Relazione di Legambiente sul tema emerge, infatti, che sui circa 30'000 reati contro l'ambiente che sono stati accertati, ben il 47% di essi avvengono in queste quattro regioni. [3]


Note

  1. Legambiente, Ecomafia, in http://www.legambiente.it/temi/ecomafia
  2. Fontana Enrico, "Ecomafie", in Dizionario Enciclopedico di Mafie e Antimafia, (a cura di) Manuela Mareso e Livio Pepino
  3. Legambiente, Ecomafia, in http://www.legambiente.it/contenuti/comunicati/legambiente-presenta-ecomafia-2014

Fonti

Fontana Enrico, "Ecomafie", in Dizionario Enciclopedico di Mafie e Antimafia, (a cura di) Manuela Mareso e Livio Pepino

Summer School "Ecomafie", Università degli Studi di Milano, settembre 2014

Legambiente, www.legambiente.it