Francesco Pepi

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Francesco Pepi (N.D., - Niscemi (CL), 14 febbraio 1989) è stato un imprenditore, vittima innocente di Cosa Nostra.

Biografia

Da mezzadro ad imprenditore, iniziò la sua carriera acquistando appezzamenti di terreno per passare poi a macchinari industriali: con questi, fondò la sua azienda, la “Paic Sud”, specializzata nella lavorazione degli ortaggi. Venne ucciso il 14 febbraio 1989 con sette colpi di pistola sparati da un killer in motorino, nel totale silenzio della cittadina di Niscemi: Pepi si era opposto fermamente al racket, rifiutandosi categoricamente di pagare il pizzo e coinvolgendo molti imprenditori in quest'atto di coraggio.

La verità sull'omicidio Pepi emerse solo 25 anni dopo, grazie ad alcune informazioni fornite da diversi collaboratori di giustizia che permisero l'arresto di dodici soggetti. Dalle dichiarazioni dei pentiti, inoltre, fu possibile fare luce su numerosi omicidi che vessarono la provincia di Caltanissetta tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90: infatti, si riuscì anche a capire che l'omicidio Pepi fu uno degli unici omicidi condivisi tra le cosche in guerra tra loro.

Nonostante mafia e stidda si scontrassero per il dominio del territorio, (soprattutto quello gelese), congiuntamente risultò necessario mandare un messaggio forte: non sarebbe stato tollerato alcun gesto di dissenso contro il racket e le estorsioni.

Tra gli arrestati, si contano anche lo storico boss di Cosa nostra Piddu Madonia e Antonio Rinzivillo. Le indagini della squadra mobile accertarono che l'omicidio di Francesco Pepi fu eseguito con la diretta approvazione dei vertici di Cosa Nostra, in primis proprio di Madonia. Tra i destinatari dei provvedimenti, oltre a Madonia e Rinzivillo, figurano altre figure storiche della mafia nissena tra cui Alessandro Barberi, 62 anni, al vertice dell'organizzazione operante su Gela, e i fratelli Pino e Vincenzo Cammarata, capi famiglia di Riesi.

Bibliografia