Giovanni Bonsignore

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Giovanni Bonsignore (Palermo, 10 gennaio 1931 – Palermo, 9 maggio 1990) è stato un funzionario italiano, dipendente della Regione Sicilia, assassinato da un sicario assoldato da Antonino Velio Sprio, anch'egli impiegato alla stessa regione.

Biografia

Giovanni Bonsignore fu un dirigente superiore dell’assessorato regionale della cooperazione, del commercio e della pesca della Regione Sicilia. Non diede mai adito a direttive che contrastassero con le disposizioni legislative e per questo motivo era stato trasferito da un ramo all’altro dell’amministrazione siciliana. Da dirigente dell’assessorato alla Cooperazione aveva ostacolato la creazione del consorzio agroalimentare, un organismo costato miliardi di lire, recuperati da capitoli di bilancio che egli sosteneva fossero destinati ad altre spese. Giovanni Bonsignore aveva preparato una relazione dettagliata nella quale sosteneva che secondo le leggi regionali e statali in vigore, il finanziamento predisposto dalla Regione Sicilia di circa 38 miliardi era illegittimo.

L’omicidio

Giovanni Bonsignore era uno degli ispettori che avevano condotto l’inchiesta amministrativa, risalente al 1982, riguardante un finanziamento irregolare alla cooperativa “Il Gattopardo” di Palma di Montechiaro, di cui Antonino Velio Sprio, suo collega in Regione Sicilia ne era il vicepresidente. La cooperativa in oggetto aveva attirato le attenzioni della Procura di Agrigento per collegamenti con le famiglie mafiose degli Allegro e dei Ribisi. L’inchiesta portò ad accertare che Antonino Velio Sprio era inserito nel comitato tecnico incaricato di istruire le pratiche sui contribuiti. Il rapporto amministrativo degli ispettori si concluse con una denuncia alla magistratura: Antonino Velio Sprio fu condannato per truffa proprio per effetto dell’inchiesta portata avanti da Bonsignore che portò, il 30 aprile 1990, alla pronuncia della condanna definitiva in Cassazione. Il successivo 9 maggio 1990 Bonsignore venne ucciso. L’assassino fu il pregiudicato palermitano Ignazio Giliberti, che nel 1999 confesserò di essere stato incaricato da Antonino Velio Sprio dietro pagamento di una somma di denaro. Fu assassinato il 9 maggio 1990 alle 8:30 a Palermo in Via Alessio Di Giovanni, appena uscito da casa.

La memoria

Nel 1991 fu insignito della medaglia d’oro al valore civile e alla memoria.

Bibliografia

  • Amelia Crisantino [1]’’, la Repubblica, 20 novembre 2008