Legge Rognoni - La Torre

Da WikiMafia.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

La legge n. 646/1982, meglio conosciuta come legge Rognoni - La Torre, introdusse il reato di associazione per delinquere di tipo mafioso nel codice penale italiano. Fu approvata dal Parlamento italiano il 13 settembre 1982, a seguito dell'omicidio del segretario del Pci regionale Pio La Torre il 30 aprile 1982, e del prefetto di Palermo, il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, avvenuto il 3 settembre, nella Strage di Via Carini.

La legge si basa sulle proposte di legge presentate in pochi mesi dall’on. Pio La Torre (p.d.l. n. 1581) e dal Ministro di Grazia e Giustizia, il Dc Virginio Rognoni (d.d.l. n. 3358 e d.d.l. n. 2982). L'omicidio di Pio La Torre e dell'autista Rosario Di Salvo il 30 aprile 1982, insieme all'omicidio del Generale Dalla Chiesa diedero l'impulso all'immediata approvazione della legge.

Il testo integrale della legge è disponibile qui.

La legge

L'associazione a delinquere di stampo mafioso

L’art. 1 dispone che «l'associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgono della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri, ovvero al fine di impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a sé o ad altri in occasione di consultazioni elettorali»

Misure di prevenzione patrimoniale: sequestro e confisca

L'art. 1.7 dispone che «Nei confronti del condannato è sempre obbligatoria la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato e delle cose che ne sono il prezzo, il prodotto, il profitto o che ne costituiscono l'impiego»

Il Tribunale, anche d'ufficio, può ordinare con decreto motivato il sequestro dei beni appartento al soggetto nei confronti del quale è stato iniziato il procedimento di prevenzione perché accusato di appartenere all'associazione di stampo mafioso. I beni di cui dispone, direttamente o indirettamente, sulla base di indizi come il divario ingiustificabile tra il tenore di vita e l'entità dei redditi apparenti o dichiarati, possono essere sequestrati se si ha motivo di ritenere siano il frutto di attività illecite o ne costituiscano il reimpiego. Il Tribunale applicando la misura di prevenzione, a norma degli articoli 2-ter e 3-bis della legge, dispone, rispettivamente, la confisca dei beni sequestrati dei quali non sia stata dimostrata la legittima provenienza, la revoca del sequestro ovvero la restituzione della cauzione o la liberazione delle garanzie o la confisca della cauzione o la esecuzione sui beni costituiti in garanzia sono comunicati al Procuratore generale presso la Corte di appello, al Procuratore della Repubblica e agli interessati.