Mario Francese: differenze tra le versioni

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=== Film ===
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Il [[21 gennaio]] [[2018]] è andato in onda per la prima volta, su Canale 5, il film ''"Delitto di Mafia - Mario Francese"''<ref>http://www.video.mediaset.it/video/liberi_sognatori/full/delitto-di-mafia-mario-francese-seconda-puntata_798709.html</ref>.
Il 21 gennaio 2018 è andato in onda per la prima volta, su Canale 5, il film ''"Delitto di Mafia - Mario Francese"''<ref>http://www.video.mediaset.it/video/liberi_sognatori/full/delitto-di-mafia-mario-francese-seconda-puntata_798709.html</ref>.


== Note ==
== Note ==

Versione delle 19:33, 12 mar 2018

                                      Uomini del Colorado, vi saluto e me ne vado.
                  (tipico saluto di Mario Francese quando salutava la redazione prima di andare via)

Mario Francese (Siracusa, 6 febbraio 1925 - Palermo 26 gennaio 1979) è stato un giornalista italiano, ucciso da Cosa Nostra dopo essersi occupato di numerose inchieste sugli affari della mafia.

Biografia

Primi anni

Nato a Siracusa, a quindici anni Mario si trasferì a Palermo, per portare a termine il liceo classico e iniziare poi l'università, alla facoltà di ingegneria.

Negli anni Cinquanta venne assunto all'Ansa come telescriventista e poco dopo, grazie alla sua passione per il giornalismo, riuscì a coronare il suo sogno di scrivere per un giornale divenendo corrispondente de "La Sicilia" di Catania, nella sezione riguardante la cronaca nera e giudiziaria.

Nel 1957 venne assunto alla Regione, come cottimista, con il ruolo di capo ufficio stampa dell'assessorato ai Lavori Pubblici; assunzione che diventerà definitiva, però, solo nel 1958.

Il 30 ottobre 1958 sposa Maria Sagona a Campofiorito, nel corleonese. Diventerà padre di quattro figli maschi.

Nel 1960 iniziò a lavorare presso il "Giornale di Sicilia" di Palermo, dove gli venne affidata la cronaca giudiziaria. A poco a poco iniziò a farsi strada nel mondo del giornalismo, divenendo sempre più apprezzato, e quando si trovò a dover scegliere tra continuare a lavorare alla Regione o continuare la strada del giornalismo, scelse quest'ultima strada.

Le inchieste scomode

Quello di Mario Francese è stato definito "giornalismo investigativo", proprio per la sua attenta analisi di ogni vicenda, e la sua ricerca della verità. Quella verità scomoda che in tanti sapevano, ma che nessuno aveva il coraggio di raccontare.

Durante la sua carriera giornalistica si occupò di numerose vicende che mostravano un collegamento tra mafia e istituzioni. Mario Francese non aveva paura di raccontare il funzionamento, gli affari e la struttura di Cosa Nostra.

Proprio tra le inchieste basate sul collegamento tra mafia e politica viene ricordata soprattutto quella riguardante la costruzione della diga Garcia nella Valle del Belice, a seguito del terremoto del '68, e gli interessi mafiosi sugli appalti.

E ancora, la Strage di viale Lazio e la Strage di Ciaculli.

Fu l'unico giornalista a intervistare la moglie di Totò Riina, Ninetta Bagarella.

Mario Francese fu assassinato da Cosa Nostra, davanti la sua abitazione, il 26 gennaio 1979.

Il processo

Processo di 1° grado

L'omicidio di Mario Francese venne inizialmente archiviato. Il caso verrà riaperto solamente molti anni dopo, su richiesta della famiglia.

Il 10 maggio 2000 ha inizio il processo, svoltosi con rito abbreviato, che avrà termine l'11 aprile 2001, con la condanna a 30 anni di Totò Riina, Francesco Madonia, l'esecutore materiale Leoluca Bagarella, Antonino Geraci, Giuseppe Calò, Michele Greco e Giuseppe Farinella.

Nella sentenza veniva scritto su Mario Francese: "una straordinaria capacità di operare collegamenti fra i fatti di cronaca più significativi, di interpretarli con coraggiosa intelligenza, e di tracciare così una ricostruzione di eccezionale chiarezza e credibilità sulle linee evolutive di Cosa Nostra, in una fase storica in cui oltre a emergere le penetranti e diffuse infiltrazioni mafiose nel mondo degli appalti e dell'economia, iniziava a delinearsi la strategia di attacco di Cosa Nostra alle istituzioni"[1].

Il figlio di Mario Francese, Giuseppe Francese, che lottò a lungo per ottenere giustizia per la morte del padre, si tolse la vita nella notte tra il 2 e il 3 settembre 2002. Fu lui che riuscì ad ottenere la riapertura dell'inchiesta giudiziaria archiviata.

Processo di 2° grado

Il 13 dicembre 2002 la Corte d'Appello di Palermo, nel secondo grado di giudizio, confermò le condanne di primo grado.

A queste venne aggiunta la condanna all'ergastolo per Bernardo Provenzano.

Nella sentenza si legge: "Mario Francese rappresentava un pericolo per la mafia emergente, proprio perché capace di svelarne il suo programma criminale, in un tempo ben lontano da quello in cui è stato successivamente possibile, grazie ai collaboratori di giustizia, conoscere le regole e la struttura di Cosa Nostra"[2].

Cassazione

Nel 2003, in Cassazione, vennero assolti Giuseppe Farinella, Giuseppe Calò e Antonino Geraci per "non avere commesso il fatto". Tutte le altre condanne vennero invece confermate[3].

In memoria di Mario Francese

La diga Garcia

Il 24 giugno del 2013, su iniziativa di Legambiente Sicilia, la diga Garcia venne intitolata a Mario Francese.

Il giorno dell'inaugurazione Giulio Francese, il figlio maggiore di Mario Francese e anch'egli giornalista, disse: "La diga Garcia è stata una grande speranza ma anche un bagno di sangue: in questa grande incompiuta che finalmente sarà sbloccata, si è abbeverata la mafia corleonese, la stessa mafia che nel 1979, anno della morte di mio padre, prende il sopravvento e inaugura la stagione degli omicidi eccellenti"[4].

Il premio Mario Francese

Dal 1993 è stato istituito il premio giornalistico Mario Francese.

Dal 2014 il premio Mario Francese ha aperto una sezione anche alle scuole superiori, lo Spazio Scuola.

Per saperne di più

Libri

Francesca Barra, Il quarto comandamento. La vera storia di Mario Francese che sfidò la mafia e del figlio Giuseppe che gli rese giustizia, Rizzoli, 2011.

Film

Il 21 gennaio 2018 è andato in onda per la prima volta, su Canale 5, il film "Delitto di Mafia - Mario Francese"[5].

Note