Mario Lattuca: differenze tra le versioni

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<center>''“Onesto e stimato lavoratore, nei cui confronti nessuno nutriva motivi di astio o di rancore tali da giustificare l’assassinio <ref>L'omicidio di Lattuca Mario, Sentenza n°1 del 1986 pronunciata dalla Corte di Assise di Cosenza, p. 353</ref>''</center>
<center>''"Onesto e stimato lavoratore, nei cui confronti nessuno nutriva motivi di astio o di rancore tali da giustificare l’assassinio<ref>L'omicidio di Lattuca Mario, Sentenza n°1 del 1986 pronunciata dalla Corte di Assise di Cosenza, p. 353</ref>"''</center>
[[File:Mario Lattuca.jpeg|200px|thumb|right|Mario Lattuca]]
[[File:Mario Lattuca.jpeg|200px|thumb|right|Mario Lattuca]]




'''Mario Lattuca''' (Paola, [[1° marzo]] [[1932]] – Paola, [[21 settembre]] [[1982]]), è stato un operaio ucciso dalla [['Ndrangheta|‘ndrangheta]] per errore durante un agguato.
'''Mario Lattuca''' (Paola, [[1° marzo]] [[1932]] – Paola, [[21 settembre]] [[1982]]), è stato un operaio calabrese, vittima innocente della [['ndrangheta]].
 


==Biografia==
==Biografia==
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L'assassinio di Mario Lattuca con il tempo venne classificato ad opera di ignoti e inserito, senz'altra etichettatura, nel contesto della lotta fra bande lungo la fascia tirrenica cosentina. Smentendo quindi le prime supposizioni avanzate dai giornali locali, le autorità riconobbero nell'omicidio un errore di persona e che il destinatario dell’azione delittuosa poteva essere invece un altro occupante dell’autovettura (Domenico Molinaro) in quanto sospettato di appartenere alla banda di '''Nelso Basile''' contrapposto a quella dei '''Serpa'''. Come fu riportato nella sentenza di condanna, “''Di questa faida Mario Lattuca è inconsapevole vittima che non ha avuto la prontezza, che ha, invece, caratterizzato, nell'occorso, il comportamento del Mannarino e del Molinaro, di accovacciarsi subitamente, sul fondo della autovettura, fingendosi morti, per come dagli stessi dichiarato''”<ref>L’omicidio di Lattuca Mario, Sentenza n°1 del 1986 pronunciata dalla Corte d’Assise di Cosenza, p. 357</ref>.  
L'assassinio di Mario Lattuca con il tempo venne classificato ad opera di ignoti e inserito, senz'altra etichettatura, nel contesto della lotta fra bande lungo la fascia tirrenica cosentina. Smentendo quindi le prime supposizioni avanzate dai giornali locali, le autorità riconobbero nell'omicidio un errore di persona e che il destinatario dell’azione delittuosa poteva essere invece un altro occupante dell’autovettura (Domenico Molinaro) in quanto sospettato di appartenere alla banda di '''Nelso Basile''' contrapposto a quella dei '''Serpa'''. Come fu riportato nella sentenza di condanna, “''Di questa faida Mario Lattuca è inconsapevole vittima che non ha avuto la prontezza, che ha, invece, caratterizzato, nell'occorso, il comportamento del Mannarino e del Molinaro, di accovacciarsi subitamente, sul fondo della autovettura, fingendosi morti, per come dagli stessi dichiarato''”<ref>L’omicidio di Lattuca Mario, Sentenza n°1 del 1986 pronunciata dalla Corte d’Assise di Cosenza, p. 357</ref>.  


L'omicidio tornò alla ribalta delle cronache più volte, ad esempio nel [[1983]], quand,o a seguito della perquisizione presso l’abitazione di un ricercato indagato per racket ('''Massimo Chianello''' - vicino alla [[Serpa ('ndrina)|'ndrina dei Serpa]]) e delle sue dichiarazioni, vennero ritrovate le targhe originali e i documenti della Fiat 131 rubata e utilizzata per l'agguato, oltre a 5 cartucce per pistola cal.38 nascoste in un foro di un muretto di fronte l’abitazione di Osvaldo Serpa, nel rione Cancello di Paola<ref>“Racket a Paola, terzo arrestato”, Gazzetta del Sud, 15 aprile 1983</ref>.  
L'omicidio tornò alla ribalta delle cronache più volte, ad esempio nel [[1983]], quando, a seguito della perquisizione presso l’abitazione di un ricercato indagato per racket ('''Massimo Chianello''' - vicino alla [[Serpa ('ndrina)|'ndrina dei Serpa]]) e delle sue dichiarazioni, vennero ritrovate le targhe originali e i documenti della Fiat 131 rubata e utilizzata per l'agguato, oltre a 5 cartucce per pistola cal.38 nascoste in un foro di un muretto di fronte l’abitazione di Osvaldo Serpa, nel rione Cancello di Paola<ref>“Racket a Paola, terzo arrestato”, Gazzetta del Sud, 15 aprile 1983</ref>.  


Di questo omicidio, [[Mario Serpa]] rimase gravato per il sol fatto di essere il capo dell’organizzazione criminale in formula dubitativa, per poi essere assolto insieme ad [[Osvaldo Serpa]].
Di questo omicidio, [[Mario Serpa]] rimase gravato per il sol fatto di essere il capo dell’organizzazione criminale in formula dubitativa, per poi essere assolto insieme ad [[Osvaldo Serpa]].
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*Badolati A., Mamma ‘ndrangheta, Cosenza, Pellegrini Editore, 2014
*Badolati A., Mamma ‘ndrangheta, Cosenza, Pellegrini Editore, 2014
*"L'omicidio di Mario Lattuca", Sentenza n°1 del 1986 pronunciata dalla Corte di Assise di Cosenza
*"L'omicidio di Mario Lattuca", Sentenza n°1 del 1986 pronunciata dalla Corte di Assise di Cosenza
[[Categoria:Lavoratori]] [[Categoria:Vittime innocenti delle mafie]] [[Categoria:Vittime di 'ndrangheta]] [[Categoria:Nati il 1° marzo]] [[Categoria:Nati nel 1932]]  [[Categoria:Morti il 21 settembre]] [[Categoria:Morti nel 1982]] [[Categoria:Vittime senza giustizia]]