Pietro Cannizzaro

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Pietro Cannizzaro (N.D. – Villabate, 30 giugno 1963) è stato un custode ucciso da un’autobomba fatta esplodere da Cosa Nostra.

Biografia

Pietro Cannizzaro era custode dell’autorimessa e la sua attenzione quella notte fu richiamata da Giuseppe Tesauro il quale si trovava a Villabate (PA) nel panificio in cui lavorava e, mentre aspettava che il forno raggiungesse la giusta temperatura, insieme ad un altro panettiere, Giuseppe Castello, a circa 50 metri (nei pressi di Corso Vittorio Emanuele) vide del fumo che fuoriusciva da un’automobile che era parcheggiata davanti ad un garage chiamato “Gatto verde”.

Al che Tesauro chiamò Pietro Cannizzaro, custode del garage, avvisandolo della situazione. I due si avvicinarono all’automobile per cercare di spegnere il fuoco, ma quando Cannizzaro provò ad aprire l’automobile questa esplose perché imbottita di tritolo. Pietro Cannizzaro e Giuseppe Tesauro morirono sul colpo, mentre Giuseppe Castello rimase ferito. L’autobomba era stata appositamente abbandonata davanti all’autorimessa del boss mafioso Giovanni Di Peri a Villabate al fine di colpirlo tramite un metodo, quello dell’utilizzo di autobombe appunto, che contrassegnò all’epoca la feroce faida palermitana tra il clan Greco e quello dei fratelli La Barbera.

Allo stesso Giovanni Di Peri era destinata anche l’auto, abbandonata sulla strada che da Ciaculli porta a Villabate, che nella cosiddetta Strage di Ciaculli provocò la morte di Mario Malausa, dei marescialli Silvio Corrao e Cologero Vaccaro, degli appuntati Eugenio Altomare e Mario Farbelli, del maresciallo dell’esercito Pasquale Nuccio e del soldato Giorgio Ciacci.

Non furono mai individuati né i mandanti, né gli esecutori materiali dello scoppio dell’autobomba che uccise Giuseppe Tesauro e Pietro Cannizzaro né di quello che causò la Strage di Ciaculli e i casi sono tutt’ora irrisolti.