Pietro Sanua

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Pietro Sanua (Lavello, 1948 - Corsico, 4 febbraio 1995) è stato un fruttivendolo, Presidente Provinciale milanese dell'Associazione Nazionale Venditori Ambulanti (ANVA) e fondatore dell'associazione "Sos impresa". È stato ucciso in un agguato mafioso, il cui movente e mandanti restano ancora ignoti.

Biografia

Originario di Lavello, in provincia di Potenza, lasciò la casa natia ad appena tredici anni per andare a Milano da solo, ospite di una zia, in cerca di lavoro. Lavorò per alcuni anni come panettiere, poi in un supermercato, e nei fine settimana aiutò un ortolano nei mercati. A 23 anni acquistò una bancarella, affittò la licenza da ambulante e cominciò a girare i mercati vendendo la sua frutta.

L'attività sindacale

Residente a Cisliano, in provincia di Milano, fu fiduciario dei mercati di Buccinasco, Corsico e Quarto Oggiaro, per i quali assegnava le posizioni ai venditori secondo le disposizioni delle graduatorie e dei regolamenti e verificava che le posizioni assegnate venissero rispettate. Si guadagnò subito la fama in ambito personale, professionale e sindacale per la sua onestà e correttezza: prima in qualità di segretario, poi come presidente provinciale di Milano dell’Associazione Nazionale Venditori Ambulanti (affiliata a Confesercenti); si occupò dei principali problemi dei mercati della provincia (dai sorteggi dei fiori per le fiere alle postazioni davanti ai cimiteri), gestendo regole e graduatorie per il posizionamento dei venditori; un campo dominato dalla criminalità organizzata, soprattutto per quanto riguardava l'Ortomercato di Milano e i mercati delle città di Corsico, Buccinasco, roccaforti della 'ndrangheta. Nella sua veste di sindacalista, entrò nella Commissione comunale del Settore Commercio e Artigianato per la disciplina del commercio ambulante, facendo domande e pretendendo risposte. Chiese che per le feste in cui si vendevano fiori fosse potenziata la presenza della Vigilaza Urbana per controllare l'abusivismo. Propose di ridurre la metratura dell'occupazione dello spazio di ogni banco nella fiera di Sant'Antonio, per consentire a più ambulanti di lavorare. Si batté per contenere i prezzi di vendita dei fiori, per consentire a tutti di poter commemorare i propri defunti.

SOS Impresa

Relazione conclusiva del primo Comitato di iniziativa e di vigilanza sulla correttezza degli atti amministrativi e sui fenomeni di infiltrazione di stampo mafioso

Prima delle inchieste, denunciò il giro di tangenti e il racket dei fiori intorno all'Ortomercato di Milano e non solo: seguì i passi di SOS Impresa, associazione nata nel 1991 a Palermo all'indomani dell'omicidio di Libero Grassi, e caldeggiò la nascita di una realtà territoriale simile anche a Milano nel 1994. Grazie alle testimonianze raccolte da alcuni ambulanti denunciò il racket dei fiori coinvolgendo funzionari del Comune, Polizia Annonaria, associazioni di categoria e grossisti di fiori. Nella Relazione conclusiva del Comitato Smuraglia del 1992 esponenti di Confesercenti affermarono che potevano verificarsi estorsioni anche all'interno dell' Amministrazione Comunale. Denunce e interrogativi ripresi anche dalla Relazione del Comitato dalla Chiesa istituito nel maggio 1995. [1] Oggetto di pressioni e minacce, continuò comunque a denunciare nelle sedi opportune le storture del sistema.

L'omicidio

Il 4 febbraio 1995, alle prime luci dell'alba, verso le 5:30, Sanua salì sul suo furgone per dirigersi a Corsico, insieme a suo figlio Lorenzo, di 21 anni, per allestire la bancarella del sabato. A poche centinaia di metri dal mercato, padre e figlio notarono un auto, una Fiat Punto marrone targata Genova, che fece inversione a U a 500 metri davanti a loro. Sanua commentò col figlio: "Guarda quel pirla che manovra che fa in una strada così...". Complice il buio, nemmeno il figlio si accorse della dinamica dell'incidente: sentì solo uno sparo e il padre che gli cadde tra le braccia, mentre il furgone andò a sbattere contro un'altra auto. Trasportato d'urgenza in ospedale, morì dopo il ricovero.

Le indagini e il processo

Sei giorni dopo l'omicidio, la Procura dispose l'archiviazione del caso, dopo aver seguito una pista passionale senza riscontri. Fino al 2010, quando il nome di Sanua viene inserito nell'elenco delle vittime di mafia da Libera, il sindacalista non fu considerato una vittima di mafia.

Le due ipotesi sulla sua morte sono due: un diverbio, avvenuto poco tempo prima dell’omicidio, con Salvatore Morabito, boss della 'ndrangheta di Africo che regnava a Buccinasco; le sue denunce sulle graduatorie non rispettate in provincia di Milano fuori dai cimiteri. Attualmente nessuna ipotesi ha trovato alcun riscontro processuale.

Bibliografia

  1. Smuraglia C., Relazione conclusiva del primo Comitato di iniziativa e di vigilanza sulla correttezza degli atti amministrativi e sui fenomeni di infiltrazione di stampo mafioso, 14 luglio 1992