Pippo Fava: differenze tra le versioni

Nessun oggetto della modifica
Riga 19: Riga 19:
Poco dopo il licenziamento, nel dicembre 1981, il Direttore (Fava) e gli ex giovani redattori del Giornale del Sud (Elena Brancati, Cettina Centamore, Claudio Fava, Miki Gambino, Giovanni Iozzia, Rosario Lanza, Riccardo Orioles, Nello Pappalardo, Giovanna Quasimodo, Antonio Roccuzzo, Fabio Tracuzzi e Lillo Venezia), decidono di fondare un giornale: I Siciliani.
Poco dopo il licenziamento, nel dicembre 1981, il Direttore (Fava) e gli ex giovani redattori del Giornale del Sud (Elena Brancati, Cettina Centamore, Claudio Fava, Miki Gambino, Giovanni Iozzia, Rosario Lanza, Riccardo Orioles, Nello Pappalardo, Giovanna Quasimodo, Antonio Roccuzzo, Fabio Tracuzzi e Lillo Venezia), decidono di fondare un giornale: I Siciliani.


Il primo numero esce il 22 dicembre 1982, con un pezzo intitolato "I quattro cavalieri dell'apocalisse mafiosa" dedicato ai quattro maggiori imprenditori catanesi, Rendo, Graci, Costanzo e Finocchiaro: l'inchiesta, frutto di due anni di lavoro già da quando Fava lavorava al Giornale del Sud, espone le convinzioni del giornalista sui rapporti che legano la mafia catanese (in particolare il boss Nitto Santapaola) e il mondo imprenditoriale e politico della città. Riporta anche l'intervista del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa a Giorgio Bocca su Repubblica, dove lo stesso Dalla Chiesa accennava ai quattro cavalieri del lavoro:
Il primo numero esce il 22 dicembre 1982, con un pezzo intitolato "I quattro cavalieri dell'apocalisse mafiosa" dedicato ai quattro maggiori imprenditori catanesi, Rendo, Graci, Costanzo e Finocchiaro: l'inchiesta, frutto di due anni di lavoro già da quando Fava lavorava al Giornale del Sud, espone le convinzioni del giornalista sui rapporti che legano la mafia catanese (in particolare il boss Nitto Santapaola) e il mondo imprenditoriale e politico della città. Riporta anche l'intervista del generale [[Carlo Alberto dalla Chiesa]] a Giorgio Bocca su Repubblica, dove lo stesso Generale dalla Chiesa accennava ai quattro cavalieri del lavoro:


[[Carlo Alberto dalla Chiesa]]: "Oggi la Mafia è forte anche a Catania, anzi da Catania viene alla conquista di Palermo. Con il consenso della Mafia palermitana, le quattro maggiori imprese edili catanesi oggi lavorano a Palermo. Lei crede che potrebbero farlo se dietro non ci fosse una nuova mappa del potere mafioso?"
''Oggi la Mafia è forte anche a Catania, anzi da Catania viene alla conquista di Palermo. Con il consenso della Mafia palermitana, le quattro maggiori imprese edili catanesi oggi lavorano a Palermo. Lei crede che potrebbero farlo se dietro non ci fosse una nuova mappa del potere mafioso?''


Carlo Alberto Dalla Chiesa viene ucciso il 3 settembre 1982 in via Isidoro Carini, a Palermo. Accusato dell'omicidio è Nitto Santapaola (latitante dal giugno dello stess anno), già incriminato per la strage della circonvallazione di Palermo, dove il boss Alfio Ferlito viene ucciso insieme a tre carabinieri della scorta.
Carlo Alberto dalla Chiesa viene ucciso il 3 settembre 1982 in via Isidoro Carini, a Palermo. Accusato dell'omicidio è [[Nitto Santapaola]] (latitante dal giugno dello stesso anno), già incriminato per la [[Strage della circonvallazione]] di Palermo, dove il boss [[Alfio Ferlito]] viene ucciso insieme a tre carabinieri della scorta.


Dal dicembre 1982 al gennaio 1984 furono pubblicati undici numeri (il primo numero fu ristampato per ben tre volte perché esaurito nel giro di una settimana), con numerose inchieste, molte a firma di Fava e altre condotte dagli altri redattori: tra le più rilevanti, non solo quelle che parlavano di mafia in tutte le sue sfaccettature (mafia affari e politica, mafia e banche, mafia e camorra), ma anche sulla Giustizia e il “Caso Catania”, sullo stanziamento dei missili nucleari nelle Basi Nato siciliane e così via.
Dal dicembre 1982 al gennaio 1984 furono pubblicati undici numeri (il primo numero fu ristampato per ben tre volte perché esaurito nel giro di una settimana), con numerose inchieste, molte a firma di Fava e altre condotte dagli altri redattori: tra le più rilevanti, non solo quelle che parlavano di mafia in tutte le sue sfaccettature (mafia affari e politica, mafia e banche, mafia e camorra), ma anche sulla Giustizia e il “Caso Catania”, sullo stanziamento dei missili nucleari nelle Basi Nato siciliane e così via.
1 711

contributi