Processo Borsellino primo: differenze tra le versioni

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==Cassazione==
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===La sentenza===
===La sentenza===
La sentenza di Cassazione viene emessa il 18 dicembre 2000.
Viene confermata l'assoluzione di Pietro Scotto e la condanna a 9 anni a Giuseppe Orofino.
Salvatore Profeta

Versione delle 11:03, 17 feb 2013


Il processo è basato sulle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Vincenzo Scarantino.

Gradi di giudizio

Primo grado

Il processo si apre il 4 ottobre 1994.

La sentenza

Dopo sessantacinque ore di camera di consiglio, il 27 gennaio 1996, la Corte di Assise di Caltanissetta emette la sentenza del processo.

Giuseppe Orofino viene condannato all'ergastolo per essersi procurato le disponibilità delle targhe e dei documenti di circolazione e assicurativi falsi che permettessero la circolazione della 126 e la collocazione in Via d'Amelio.

Vincenzo Scarantino viene condannato a 18 anni di reclusione e 4,5 milioni di multa. È accusato, insieme a Salvatore Profeta, di aver rubato, riempito di esplosivo e collocato in Via d'Amelio la Fiat 126. Salvatore Profeta viene condannato all'ergastolo.

Pietro Scotto viene condannato all'ergastolo per aver manomesso l'impianto telefonico del palazzo di via d'Amelio per sapere, grazie alle telefonate alla madre di Paolo Borsellino, gli spostamenti del magistrato.

Giuseppe Orofino sbatte la testa contro le sbarre della prigione urlando "La vita m'arrubasti!" e viene fermato sanguinante dai carabinieri. Nell'impassibilità di Scotto e Profeta, le familiari dei condannati scoppiano in grida e pianti. L'aula viene sgomberata e gli avvocati di parte civile scortati all'uscita.

La condanna a 18 anni di Vincenzo Scarantino non sarà poi appellata e dunque diverrà definitiva.

Appello

Il processo si apre il 15 luglio 1997 davanti alla Corte d'Assise d'Appello di Caltanissetta. Presidente è Giovanni Marletta, mentre i sostituti procuratori generali Salvatore Mastroeni e Roberto Sajeva rappresentano l'accusa.

La sentenza

Il 23 gennaio 199 viene emessa la sentenza. La Corte assolve Pietro Scotto, riduce la condanna Giuseppe Orofino a 8 anni e la derubrica in favoreggiamento semplice. Viene confermato l'ergastolo a 18 anni di Salvatore Profeta.

Cassazione

La sentenza

La sentenza di Cassazione viene emessa il 18 dicembre 2000. Viene confermata l'assoluzione di Pietro Scotto e la condanna a 9 anni a Giuseppe Orofino.

Salvatore Profeta