Rocco Chinnici: differenze tra le versioni

nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 1: Riga 1:
{{bozza}}
{{bozza}}
<center>''La mafia è stata sempre reazione, conservazione, difesa e quindi accumulazione della ricchezza. Prima era il feudo da difendere, ora sono i grandi appalti pubblici, i mercati più opulenti, i contrabbandi che percorrono il mondo e amministrano migliaia di miliardi. La mafia è dunque tragica, forsennata, crudele vocazione alla ricchezza.'' </center>
<center>('''Rocco Chinnici<ref>[[Intervista di Lillo Venezia a Rocco Chinnici|Lillo Venezia, Intervista a Rocco Chinnici, "I Siciliani", marzo 1983]]</ref>''')</center>


'''Rocco Chinnici''' (Misilmeri, [[19 gennaio]] [[1925]] – Palermo, [[29 luglio]] [[1983]]) è stato un magistrato italiano, ucciso da [[Cosa Nostra]] nella [[Strage di via Pipitone Federico|Strage di Via Pipitone Federico]]. Fu l'ideatore del "[[Pool Antimafia|pool antimafia]]" di Palermo, con il quale intendeva centralizzare e meglio organizzare le inchieste di mafia.  
'''Rocco Chinnici''' (Misilmeri, [[19 gennaio]] [[1925]] – Palermo, [[29 luglio]] [[1983]]) è stato un magistrato italiano, ucciso da [[Cosa Nostra]] nella [[Strage di via Pipitone Federico|Strage di Via Pipitone Federico]]. Fu l'ideatore del "[[Pool Antimafia|pool antimafia]]" di Palermo, con il quale intendeva centralizzare e meglio organizzare le inchieste di mafia.  


== Biografia ==
=== L'adolescenza e la carriera in magistratura ===
Alunno del liceo classico "Umberto I" di Palermo, conseguì la maturità nel 1943 e subito dopo si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza della città, dove si laureò il [[10 luglio]] [[1947]]. Nel periodo degli studi, per contribuire al peso economico dei suoi studi, lavorò all'ufficio del registro di Misilmeri, dove conobbe Agata Passalacqua, una giovane docente di scuola media con cui poi si sarebbe sposato.
Divenne magistrato nel [[1952]], prima come uditore giudiziario a Trapani, poi come pretore a Partanna, dove rimase dal [[1954]] al [[1966]]. Il [[9 aprile]] di quell'anno prese servizio come giudice istruttore a Palermo e quattro anni dopo, nel [[1970]], indagò sulla [[Strage di viale Lazio]], occupandosi per la prima volta di mafia. Nel [[1975]] fu nominato Consigliere Istruttore aggiunto e nei quattro anni successivi divenne magistrato di Cassazione e Consigliere Istruttore. Quando fu ucciso [[Cesare Terranova]] venne nominato capo dell'Ufficio Istruzione. 
=== La lotta a [[Cosa Nostra]] e l'idea del [[Pool Antimafia]] ===
La scia di sangue non era destinata ad esaurirsi con l'omicidio di Terranova: nel [[1980]] furono uccisi il [[4 maggio]] [[Emanuele Basile]], capitano dell'Arma dei Carabinieri, e il [[6 agosto]] il procuratore [[Gaetano Costa]]. Fu dopo l'omicidio del suo amico con cui si scambiava informazioni sulle varie indagini di mafia dell'ufficio istruzione che Chinnici ebbe l'idea di centralizzare tutte le indagini di mafia in una struttura di coordinamento tra magistrati che passò alla storia come "'''Pool Antimafia'''": da quel momento tutte le informazioni e le inchieste sarebbero state concentrate in un unico luogo, con magistrati impegnati a tempo pieno su indagini che riguardavano il fenomeno mafioso.
Entrarono a far parte del Pool [[Giovanni Falcone]], [[Giuseppe Di Lello]], [[Paolo Borsellino]] e [[Leonardo Guarnotta]]. «''Un mio orgoglio particolare''» - disse Chinnici in una intervista - «''è una dichiarazione degli americani secondo cui l'Ufficio Istruzione di Palermo è un centro pilota della lotta antimafia, un esempio per le altre magistrature d'Italia. I magistrati dell'Ufficio Istruzione sono un gruppo compatto, attivo e battagliero''». Fu grazie all'intuizione di Chinnici se fu possibile imbastire il lavoro necessario a istruire il [[Maxiprocesso di Palermo]].
=== L'omicidio ===
Il [[29 luglio]] [[1983]] Rocco Chinnici venne ucciso mentre usciva di casa con una Fiat 126 verde imbottita con 75 kg di tritolo: nell'esplosione, provocata da [[Antonino Madonia]], morirono anche il maresciallo dei carabinieri [[Mario Trapassi]], l'appuntato [[Salvatore Bartolotta]], componenti della scorta del magistrato, e il portiere dello stabile di via Pipitone Federico, [[Stefano Li Sacchi]]. L'unico superstite fu [[Giovanni Paparcuri]], l'autista.
== Le indagini e il processo ==
Il processo per l'omicidio individuò come mandanti i cugini [[Nino Salvo|Nino]] e [[Ignazio Salvo]], e si concluse con 12 condanne all'ergastolo e quattro condanne a 18 anni di reclusione.
Durante l'iter processuale, la fermezza del giudice [[Antonino Saetta]] nel comminare dure pene ai sicari di Chinnici costò la vita a lui e a suo figlio [[Stefano Saetta|Stefano]], uccisi il [[25 settembre]] [[1988]] a Caltanissetta.
== Bibliografia ==
* Archivio Fondazione Rocco Chinnici
== Note ==
<references></references>


[[Categoria:Magistrati]]
[[Categoria:Magistrati]] [[Categoria:Vittime di Cosa Nostra]]