Antonio Macrì: differenze tra le versioni

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• Il 30 aprile 1946 venne arrestato da latitante, fu catturato dai Carabinieri di Locri mentre circolava tranquillamente nelle vicinanze del Palazzo di Giustizia, con indosso una Colt a tamburo e un pugnale. Successivamente, Macrì venne prosciolto ed evitò il confino, gli fu concessa la libertà condizionale.  
• Il 30 aprile 1946 venne arrestato da latitante, fu catturato dai Carabinieri di Locri mentre circolava tranquillamente nelle vicinanze del Palazzo di Giustizia, con indosso una Colt a tamburo e un pugnale. Successivamente, Macrì venne prosciolto ed evitò il confino, gli fu concessa la libertà condizionale.  


• Il 29 dicembre 1951 fu condannato insieme ad altri 40 imputati originari di Siderno, nell'indagine gli riconobbero il ruolo di ''mente direttiva'', fu condannato a 4 anni di reclusione. L'accusa sostenne che a Siderno al termine della seconda guerra mondiale si era costituita un'associazione che incuteva terrore nei confronti della popolazione '' costretta il più delle volte a tacere, sopportare e tenersi in rapporti amichevoli con i malviventi, per non urtare la suscettibilità di costoro e per evitare maggiori danni e malanni''. Nel 1954 fu assolto per insufficienza di prove.
• Il 29 dicembre 1951 fu condannato insieme ad altri 40 imputati originari di Siderno, nell'indagine gli riconobbero il ruolo di ''mente direttiva'', fu condannato a 4 anni di reclusione. L'accusa sostenne che a Siderno, al termine della seconda guerra mondiale si era costituita un'associazione che incuteva terrore nei confronti della popolazione ''costretta il più delle volte a tacere, sopportare e tenersi in rapporti amichevoli con i malviventi, per non urtare la suscettibilità di costoro e per evitare maggiori danni e malanni''. Nel 1954 fu assolto per insufficienza di prove.


• Nel settembre 1955 fu spedito al confino nei Vestini (L'Aquila), al termine della misura riuscì ad ottenere una licenza per effettuare dei lavori agricoli nel suo paese nativo.  
• Nel settembre 1955 fu spedito al confino nei Vestini (L'Aquila), al termine della misura riuscì ad ottenere una licenza per effettuare dei lavori agricoli nel suo paese nativo.  
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