Antonio Macrì: differenze tra le versioni

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=== Le posizioni del boss e le forze in campo ===
=== Le posizioni del boss e le forze in campo ===
Antonio Macrì fu uno dei primi ‘ndranghetisti che entrò a far parte della santa, ovvero quella dote che consente la doppia affiliazione: alla ‘ndrangheta e alla massoneria. Attraverso la massoneria la ‘ndrangheta mutò il suo modus operandi: infatti i boss calabresi entrarono in rapporti con la zona grigia, le conseguenze furono maggiore potere contrattuale e il predomino attorno ai lavori pubblici calabresi. I ‘’vecchi’’ come Antonio Macrì entrarono in conflitto con le nuove leve dell’organizzazione perché si contendevano il ruolo predominante all’interno della mafia calabrese, scoppio la prima guerra di ‘ndrangheta. Nella città di Reggio Calabria ci fu il conflitto per il predominio cittadino tra i Tripodo e i De Stefano, il Macrì era in stretti rapporti con Don Mico Tripodo. Inoltre, nei primi anni del ’70 iniziò la stagione dei sequestri di persona, il boss dei due mondi si oppose.


=== Il Summit di Gioia Tauro ===
=== Il Summit di Gioia Tauro ===
In [[Fratelli di Sangue]] si spiega ''‘’Antonio Macrì aveva partecipato a Gioia Tauro ad una riunione, alla quale erano presenti Giuseppe Piromalli e i fratelli De Stefano[…]. La discussione tra Paolo De Stefano e Antonio Macrì era diventata abbastanza animata, […] arrivarono quasi alle mani. Grazie alla mediazione di Piromalli si placarono gli animi e lo stesso Macrì si disse disposto a mediare tra Tripodo e De Stefano’’''. Lo scontro tra questi boss prestigiosi avvenne perché non riuscirono a mettersi d’accordo sulla spartizione dei lavori pubblici all’interno della provincia di Reggio Calabria.


=== 19 gennaio 1975: la fine del capobastone di Siderno ===
=== 19 gennaio 1975: la fine del capobastone di Siderno ===
Il 19 gennaio 1975 venne assassinato Antonio Macrì all’età di 71 anni. Il capobastone dei Macrì fu ucciso nei pressi del campo bocciofilo di Siderno a colpi di mitra. Nell’attentato fu gravemente ferito anche il suo guardaspalle Giuseppe Commisso. A ordinare l'omicidio furono i De Stefano di Reggio Calabria, i Cataldo di Locri e i Mazzaferro di Marina di Gioiosa Jonica. L’eliminazione di Macrì fu decisa da parte della ‘ndrangheta perché il boss avrebbe intralciato i piani futuri dell’organizzazione, il suo carisma e il suo prestigio avrebbero impedito l'emergere di nuovi boss. All’indomani dell’omicidio all’interno de ‘L’Unità’ definivano l’omicidio come ''‘’ un terremoto di assestamento ‘’'' .


== Il funerale ==
== Il funerale ==
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