Strage di Ciaculli: differenze tra le versioni

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'''La Strage di Ciaculli''' è una strage avvenuta il [[30 giugno]] [[1963]] a Ciaculli (località nella zona sud-est di Palermo). Una Giulietta imbottita di tritolo esplose lungo la statale Gibilrossa-Villabate e provocò la morte di sette uomini delle forze dell'ordine: il tenente dei carabinieri [[Mario Malausa]], i marescialli [[Silvio Corrao]] e [[Calogero Vaccaro]], gli appuntati [[Eugenio Altomare]] e [[Mario Farbelli]], il maresciallo dell’esercito [[Pasquale Nuccio]] e il soldato [[Giorgio Ciacci]].
'''La Strage di Ciaculli''' è una strage avvenuta il [[30 giugno]] [[1963]] a Ciaculli (località nella zona sud-est di Palermo). Una Giulietta imbottita di tritolo esplose lungo la statale Gibilrossa-Villabate e provocò la morte di sette uomini delle forze dell'ordine: il tenente dei carabinieri [[Mario Malausa]], i marescialli [[Silvio Corrao]] e [[Calogero Vaccaro]], gli appuntati [[Eugenio Altomare]] e [[Marino Fardelli]], il maresciallo dell’esercito [[Pasquale Nuccio]] e il soldato [[Giorgio Ciacci]].
[[File:Strage di ciaculli giulietta.JPG|200px|thumb|right|I resti della Giulietta imbottita di tritolo]]
[[File:Strage di ciaculli giulietta.JPG|200px|thumb|right|I resti della Giulietta imbottita di tritolo]]


== La strage ==
== La strage ==
La mattina del 30 giugno 1963, una telefonata anonima alla questura di Palermo avvertì della presenza di una Alfa Romeo Giulietta sospetta lungo la statale Gibilrossa-Villabate, nei pressi di Ciaculli. Quella stessa notte, nei pressi di Villabate, era esplosa un'automobile abbandonata davanti all'autorimessa del boss [[Giovanni Di Peri]], che aveva causato il crollo del primo piano dello stabile, provocando due vittime, un meccanico e un macellaio.
La mattina del 30 giugno 1963, verso le 13:30, una telefonata anonima alla questura di Palermo avvertì della presenza di una Alfa Romeo Giulietta sospetta lungo la statale Gibilrossa-Villabate, nei pressi di Ciaculli. Quella stessa notte, nei pressi di Villabate, era esplosa un'automobile abbandonata davanti all'autorimessa del boss [[Giovanni Di Peri]], che aveva causato il crollo del primo piano dello stabile, provocando due vittime, un meccanico e un macellaio.


La squadra di carabinieri mandata sul posto, all'arrivo, trovò sul sedile posteriore della Giulietta una bombola di gas agganciata ad una miccia semibruciata. A quel punto fecero sgomberare la zona e chiesero l'intervento degli artificieri dell'Esercito, i quali disinnescarono senza alcun problema l'ordigno e rassicurarono gli agenti sulla non pericolosità dell'auto. Continuando però ad ispezionare l'abitacolo, il tenente Mario Malausa aprì il portabagagli dell'auto, innescando così l'esplosione del tritolo contenuto al suo interno, dilaniando sul colpo i sette carabinieri presenti.
La squadra di carabinieri mandata sul posto, all'arrivo, trovò sul sedile posteriore della Giulietta una bombola di gas agganciata ad una miccia semibruciata. A quel punto fecero sgomberare la zona e chiesero l'intervento degli artificieri dell'Esercito, i quali disinnescarono senza alcun problema l'ordigno e rassicurarono gli agenti sulla non pericolosità dell'auto. Continuando però ad ispezionare l'abitacolo, il tenente Mario Malausa aprì il portabagagli dell'auto, innescando così l'esplosione del tritolo contenuto al suo interno, dilaniando sul colpo i sette carabinieri presenti.