Strage del rapido 904: differenze tra le versioni

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[[File:Rapido_904.jpg|350px|thumb|right|Strage del rapido 904]]
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La Strage del Rapido 904 (detta anche strage del treno di Natale), è una strage avvenuta '''il 23 dicembre 1984''' all'interno della Grande Galleria dell'Appennino, all'altezza di '''San Benedetto Val di Sambro''' (a 40 km da Bologna). Una bomba, posta all'interno della nona carrozza della seconda classe del treno n.904, partito da Napoli con destinazione Milano, deflagrò all'interno della galleria: il bilancio della strage fu di '''16 morti''' e quasi '''300 feriti'''.
'''La Strage del Rapido 904''' (detta anche strage del treno di Natale), è una strage avvenuta '''il [[23 dicembre]] [[1984]]''' alle 19:08 all'interno della Grande Galleria dell'Appennino, all'altezza di '''San Benedetto Val di Sambro''' (a 40 km da Bologna). Una bomba, posta all'interno della nona carrozza della seconda classe del treno n.904, partito da Napoli con destinazione Milano, deflagrò all'interno della galleria: il bilancio della strage fu di '''17 morti''' e '''267 feriti'''.
 
== La Strage ==
=== La dinamica e il precedente dell'Italicus ===
Sempre all'altezza di San Benedetto Val di Sambro, nei pressi della Grande Galleria dell'Appenino, esattamente dieci anni prima, il '''[[4 agosto]] [[1984]]''', era stato effettuato un altro attentato, di matrice terroristica, ai danni del treno '''Italicus'''. Mentre però nel caso dell'Italicus la bomba venne fatta esplodere all'esterno della galleria dell'Appennino, nella strage del rapido 904 gli attentatori amplificarono la portata dell'esplosione, facendo deflagrare la bomba all'interno della galleria. La strage del rapido è la prima strage in Italia dove una bomba viene azionata a distanza tramite un telecomando.
 
La strage del Rapido 904 è l'unica strage, all'interno di quella che viene definita la "[[strategia delle tensione]]", di cui sono stati condannati i mandanti; ad oggi sono invece sconosciuti gli esecutori e non sono del tutto chiari i moventi che hanno portato a compierla.
 
Una bomba di questa portata non si vedeva dalla Strage alla Stazione di Bologna del [[2 agosto]] [[1980]]: proprio in occasione dell'attentato al Rapido 904, si sperimentò per la prima volta il piano di emergenza predisposto dal sistema centralizzato di gestione delle emergenze costituito dal comune di Bologna.


== Le vittime ==
== Le vittime ==
Le vittime furono in totale diciassette:
* Giovanbattista Altobelli (51 anni)
* Giovanbattista Altobelli (51 anni)
* Anna Maria Brandi (26 anni)
* Anna Maria Brandi (26 anni)
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* Federica Taglialatela (12 anni)
* Federica Taglialatela (12 anni)
* Abramo Vastarella (29 anni)
* Abramo Vastarella (29 anni)
Nei mesi successivi persero la vita, a seguito delle gravi ferite riportate:
* Gioacchino Taglialatela (50 anni)
* Gioacchino Taglialatela (50 anni)
* Giovanni Calabrò (67 anni)
* Giovanni Calabrò (67 anni)
== Le dinamiche e il precedente dell'Italicus ==
Sempre all'altezza di San Benedetto Val di Sambro, nei pressi della Grande Galleria dell'Appenino, esattamente dieci anni prima, il '''4 agosto 1984''', era stato effettuato un altro attentato, di matrice terroristica, ai danni del treno '''Italicus'''. Mentre però nel caso dell'Italicus la bomba venne fatta esplodere all'esterno della galleria dell'Appennino, nella strage del rapido 904 gli attentatori amplificarono la portata dell'esplosione, facendo deflagrare la bomba all'interno della galleria. La strage del rapido è la prima strage in Italia dove una bomba viene azionata a distanza tramite un telecomando.
La strage del Rapido 904 è l'unica strage, all'interno di quella che viene definita la "[[strategia delle tensione]]", di cui sono stati condannati i mandanti; ad oggi sono invece sconosciuti gli esecutori e non sono del tutto chiari i moventi che hanno portato a compierla.
Una bomba di questa portata non si vedeva dalla Strage alla Stazione di Bologna del [[2 agosto]] [[1980]]: proprio in occasione dell'attentato al Rapido 904, si sperimentò per la prima volta il piano di emergenza predisposto dal sistema centralizzato di gestione delle emergenze costituito dal comune di Bologna.


== Le indagini ==
== Le indagini ==
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Nell'ottobre [[1988]] Ferraiuolo e Luongo decisero di interrompere la collaborazione, ritrattando le dichiarazioni rese precedentemente, il primo a seguito di minacce ai propri familiari, il secondo dopo un tentativo di suicidio. Nel frattempo, Friedrich Schaudinn, agli arresti domiciliari per aver presumibilmente costruito l'ordigno utilizzato nella strage, riuscì ad evadere e a fuggire in Germania, aiutato da alcune autorità tedesche, cosa che portò Vigna a porre sotto inchiesta i servizi segreti per favoreggiamento aggravato dalla finalità di terrorismo. L'Italia, tuttavia, non chiese mai l'estradizione di Schaudinn.
Nell'ottobre [[1988]] Ferraiuolo e Luongo decisero di interrompere la collaborazione, ritrattando le dichiarazioni rese precedentemente, il primo a seguito di minacce ai propri familiari, il secondo dopo un tentativo di suicidio. Nel frattempo, Friedrich Schaudinn, agli arresti domiciliari per aver presumibilmente costruito l'ordigno utilizzato nella strage, riuscì ad evadere e a fuggire in Germania, aiutato da alcune autorità tedesche, cosa che portò Vigna a porre sotto inchiesta i servizi segreti per favoreggiamento aggravato dalla finalità di terrorismo. L'Italia, tuttavia, non chiese mai l'estradizione di Schaudinn.


=== Processo di I grado ===
== Il Processo ==
Nel processo di primo grado, il [[25 febbraio]] [[1989]] la Corte d'Assise di Firenze condannò all'ergastolo, con l'accusa di strage, Pippo Calò, Guido Cercola, Giuseppe Misso e altri, mentre Schaudinn venne condannato a 25 anni.
Nel processo di primo grado, il [[25 febbraio]] [[1989]] la Corte d'Assise di Firenze condannò all'ergastolo, con l'accusa di strage, Pippo Calò, Guido Cercola, Giuseppe Misso e altri, mentre Schaudinn venne condannato a 25 anni.


=== Processo di II grado ===
=== Appello ===
Nel processo di secondo grado, vennero confermate le condanne a Calò e Cercola, mentre Misso venne assolto per il reato di strage, ma condannato per detenzione illecita di esplosivo; Schaudinn venne assolto per il reato di banda armata, ma condannato per il reato di strage a 22 anni.
Nel processo di secondo grado, vennero confermate le condanne a Calò e Cercola, mentre Misso venne assolto per il reato di strage, ma condannato per detenzione illecita di esplosivo; Schaudinn venne assolto per il reato di banda armata, ma condannato per il reato di strage a 22 anni.


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Il [[18 febbraio]] [[1994]], la Procura di Firenze concluse il procedimento a carico del deputato dell'MSI Massimo Abbatangelo, la cui posizione era stata stralciata dal processo principale: assolto dal reato di strage, Abbatangelo venne condannato a sei anni di reclusione per aver consegnato l'esplosivo a Giuseppe Misso.
Il [[18 febbraio]] [[1994]], la Procura di Firenze concluse il procedimento a carico del deputato dell'MSI Massimo Abbatangelo, la cui posizione era stata stralciata dal processo principale: assolto dal reato di strage, Abbatangelo venne condannato a sei anni di reclusione per aver consegnato l'esplosivo a Giuseppe Misso.


=== Il rinvio a giudizio di Riina nel 2013 ===
== Il rinvio a giudizio di Riina nel 2013 ==
Il [[27 aprile]] [[2011]] i pm Paolo Itri e Sergio Amato della Direnzione Distrettuale Antimafia di Napoli emisero un'ordinanza di custodia cautelare per il capo dei capi [[Totò Riina]], ritenuto il mandante della strage, sulla base di dichiarazioni di nuovi pentiti, tra i quali [[Giovanni Brusca]]. La Cassazione stabilì la competenza della Procura di Firenze, competenti il procuratore Giuseppe Quattrocchi e il magistrato della Dda Angela Pietroiusti: nel dicembre [[2012]] la procura chiuse le indagini e il [[10 maggio]] [[2013]] rinviò a giudizio Totò Riina.
Il [[27 aprile]] [[2011]] i pm Paolo Itri e Sergio Amato della Direnzione Distrettuale Antimafia di Napoli emisero un'ordinanza di custodia cautelare per il capo dei capi [[Totò Riina]], ritenuto il mandante della strage, sulla base di dichiarazioni di nuovi pentiti, tra i quali [[Giovanni Brusca]]. La Cassazione stabilì la competenza della Procura di Firenze, competenti il procuratore Giuseppe Quattrocchi e il magistrato della Dda Angela Pietroiusti: nel dicembre [[2012]] la procura chiuse le indagini e il [[10 maggio]] [[2013]] rinviò a giudizio Totò Riina.
=== L'assoluzione di Riina in primo grado ===
Il [[25 novembre]] [[2014]] si aprì, a Firenze, il processo. Secondo la DDA napoletana l'attentato si inserì in un disegno strategico di Riina per far apparire l'attentato come un fatto politico e come risposta al [[Maxiprocesso di Palermo]]<ref>[http://www.corriere.it/cronache/11_aprile_27/riina-mandante-strage-treno904_8c008120-70a7-11e0-8d74-1cfa48373a9c.shtml Corriere della Sera, 27 aprile 2011]</ref>. Ciononostante, il [[14 aprile]] [[2015]] Riina fu poi assolto per mancanza di prove<ref>[http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/14/strage-rapido-904-toto-riina-assolto-pm-chiesto-ergastolo/1590337/ Il Fatto Quotidiano, 14 aprile 2015]</ref>.
=== L'appello ===
Il [[27 aprile]] [[2017]] la Procura Generale di Firenze ha chiesto nuovamente l'ergastolo per Riina in qualità di mandante della strage. Il processo si chiuse con la morte del Capo dei Capi di Cosa Nostra.


== Note ==
== Note ==
<references></references>


== Bibliografia ==
== Bibliografia ==
* Alexander Höbel, Gianpaolo Iannicelli, "''La strage del treno 904''", Santa Maria Capua Vetere, Ipermedium, 2006
* Saverio Lodato, ''Quarant'anni di Mafia'', Milano, Bur, 2013


[[Categoria:Le stragi di mafia]]
[[Categoria:Le stragi di mafia]]

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