Lea Garofalo: differenze tra le versioni

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=== Processo di 1° grado ===
=== Processo di 1° grado ===
Il processo di primo grado iniziò il [[6 luglio]] 2011. Il limite del procedimento penale fu che non venne richiesta l'aggravante mafiosa (il cosiddetto ex-articolo 7) e agli imputati non venne contestato l'articolo 416bis: per i giudici non si poteva parlare di delitto di 'ndrangheta, quindi a Denise non venne riconosciuto lo status di familiare di vittima di mafia. Nonostante il convincimento dei giudici, Lea Garofalo viene ricordato il 21 marzo, nella Gioranta della memoria e dell'Impegno in ricordo di tutte le vittime innocenti delle mafie, organizzata da Libera ogni anno.
Il processo di primo grado iniziò il [[6 luglio]] 2011. Il limite del procedimento penale fu che non venne richiesta l'aggravante mafiosa (il cosiddetto ex-articolo 7): per i giudici non si poteva parlare di delitto di 'ndrangheta, quindi a Denise non venne riconosciuto lo status di familiare di vittima di mafia. Nonostante il convincimento dei giudici, Lea Garofalo viene ricordato il 21 marzo, nella Gioranta della memoria e dell'Impegno in ricordo di tutte le vittime innocenti delle mafie, organizzata da Libera ogni anno.


In sede processuale, Denise si costituì parte civile (difesa dall'avvocato Enza Rando), dichiarandosi "orgogliosa di essere contro il padre"<ref>[http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/11_luglio_6/donna-sciolta-acido-processo-1901029596471.shtml Donna sciolta nell'acido, la figlia: «Con orgoglio contro mio padre»]</ref>. La seguirono anche il comune di Milano (rappresentato dall'avvocato Maria Sala) e Marisa Garofalo e Santina Miletta, rispettivamente sorella e madre di Lea Garofalo (difese dall'avvocato Roberto D'Ippolito). Sei gli imputati: [[Carlo Cosco]], i fratelli [[Giuseppe Cosco|Giuseppe]] e [[Vito Cosco]], [[Massimo Sabatino]] (che aveva tentato di sequestrare Lea Garofalo a Campobasso il 5 maggio 2009, su commissione di Carlo Cosco), [[Carmine Venturino]] e [[Rosario Curcio]]. L'accusa era di aver sequestrato, torturato e ucciso Lea Garofalo la notte tra il 24 e il 25 novembre 2009, e di averne distrutto il cadavere in 50 litri di acido su un terreno a San Fruttuoso, quartiere di Monza.  
In sede processuale, Denise si costituì parte civile (difesa dall'avvocato Enza Rando), dichiarandosi "orgogliosa di essere contro il padre"<ref>[http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/11_luglio_6/donna-sciolta-acido-processo-1901029596471.shtml Donna sciolta nell'acido, la figlia: «Con orgoglio contro mio padre»]</ref>. La seguirono anche il comune di Milano (rappresentato dall'avvocato Maria Sala) e Marisa Garofalo e Santina Miletta, rispettivamente sorella e madre di Lea Garofalo (difese dall'avvocato Roberto D'Ippolito). Sei gli imputati: [[Carlo Cosco]], i fratelli [[Giuseppe Cosco|Giuseppe]] e [[Vito Cosco]], [[Massimo Sabatino]] (che aveva tentato di sequestrare Lea Garofalo a Campobasso il 5 maggio 2009, su commissione di Carlo Cosco), [[Carmine Venturino]] e [[Rosario Curcio]]. L'accusa era di aver sequestrato, torturato e ucciso Lea Garofalo la notte tra il 24 e il 25 novembre 2009, e di averne distrutto il cadavere in 50 litri di acido su un terreno a San Fruttuoso, quartiere di Monza.  
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Il 23 novembre, il presidente della Corte Filippo Grisolia annunciò di aver ricevuto la nomina a Capo di Gabinetto del ministro Severino. Di conseguenza, il processo subì un arresto, con il rischio che si arrivasse alla scadenza dei termini di custodia cautelare (28 luglio 2012) senza che fosse stata emessa la sentenza. Si ripartì dopo una settimana, con un fitto calendario di udienze fissato dal neo Presidente Anna Introini.  
Il 23 novembre, il presidente della Corte Filippo Grisolia annunciò di aver ricevuto la nomina a Capo di Gabinetto del ministro Severino. Di conseguenza, il processo subì un arresto, con il rischio che si arrivasse alla scadenza dei termini di custodia cautelare (28 luglio 2012) senza che fosse stata emessa la sentenza. Si ripartì dopo una settimana, con un fitto calendario di udienze fissato dal neo Presidente Anna Introini.  


La sentenza fu emessa il 30 marzo 2012: ergastolo per tutti e sei gli imputati.
La sentenza fu emessa il 30 marzo 2012: ergastolo per tutti e sei gli imputati.  


=== Le confessioni di Carmine Venturino e il processo di 2° grado ===
=== Le confessioni di Carmine Venturino e il processo di 2° grado ===
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=== I funerali ===
=== I funerali ===
[[File:Funerali lea garofalo.jpg|300px|thumb|right|Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, e Don Luigi Ciotti, ai funerali di Lea Garofalo]]
[[File:Funerali lea garofalo.jpg|300px|thumb|right|Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, e Don Luigi Ciotti, ai funerali di Lea Garofalo]]
Il 19 ottobre 2013, sulla piazza Beccaria, tremila persone diedero l'estremo saluto a Lea Garofalo. I funerali civili vennero seguiti in diretta da «Rainews 24» e tutte le testate nazionali si occuparono della storia di Lea e Denise. Finalmente alla vicenda, per mesi passata sotto silenzio, venne dato il giusto risalto. Momenti di grande commozione, canzoni, ricordi, e la voce di Denise che, da dietro una finestra, saluta la sua mamma, ringraziandola “''perché se questo è successo, tutto questo è successo, è per il mio bene... Ciao mamma''”. Fu lei a chiedere, lo stesso giorno della sentenza, che sua mamma venisse salutata “come se fosse una festa” a Milano, che tanto si era dimostrata vicina a questa storia. I resti della giovane testimone di giustizia Lea Garofalo riposano oggi al cimitero monumentale di Milano, perché l'amministrazione le ha riconosciuto di aver dato lustro alla città.
Il 19 ottobre 2013, sulla piazza Beccaria, tremila persone diedero l'estremo saluto a Lea Garofalo. I funerali civili vennero seguiti in diretta da «Rainews 24» e tutte le testate nazionali si occuparono della storia di Lea e Denise. Finalmente alla vicenda, per mesi passata sotto silenzio, venne dato il giusto risalto. Momenti di grande commozione, canzoni, ricordi, e la voce di Denise che, da dietro una finestra, saluta la sua mamma, ringraziandola “''perché se questo è successo, tutto questo è successo, è per il mio bene... Ciao mamma''”. Fu lei a chiedere, lo stesso giorno della sentenza, che sua mamma sia salutata “come se fosse una festa” a Milano, che tanto si era dimostrata vicina a questa storia. I resti della giovane testimone di giustizia Lea Garofalo riposano oggi al cimitero monumentale di Milano, perché l'amministrazione le riconobbe di aver dato lustro alla città.


=== La targa in via Montello e l'Ambrogino a Denise ===
=== La targa in via Montello e l'Ambrogino a Denise ===