Attilio Aceti

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Attilio Aceti (Figline Vegliaturo, 1921 - San Nicola di Aprigliano, 30 giugno 1983) è stato un imprenditore calabrese attivo nel campo della ristorazione, ucciso dalla 'ndrangheta per aver denunciato i suoi estorsori.

Biografia

Proprietario di un ristorante a Figline Vegliaturo, in provincia di Cosenza, nel corso del 1983 aveva subito pesanti intimidazioni, tra cui due incendi d'auto, per essersi rifiutato di pagare venti milioni di lire come corrispettivo della "protezione". Rivoltosi ai Carabinieri, finse di cedere al ricatto fissando la data per la consegna della prima rata da cinque milioni, in un pacchetto lasciato nei pressi di una fontana in una strada di provincia. Una volta andati a recuperare il pacchetto, la banda di estorsori venne arrestata.

L'omicidio

La mattina del 30 giugno 1983 era andato in un terreno di sua proprietà nella località San Nicola di Aprigliano, dove sparì: i Carabinieri pensarono subito a un sequestro per vendetta, avendo trovato il suo furgone con le chiavi ancora inserite nel cruscotto e le portiere aperte[1].

Il corpo venne rinvenuto due giorni dopo, poco dopo le 18:00, in un terreno di sua proprietà sempre in località San Nicola di Aprigliano, dal fratello Pasquale. Il corpo era nascosto tra cespugli di rovi a ridosso di un pollaio e a pochi metri dal furgone e non riportava ferite. Gli agenti della polizia di Stato ritrovarono una pistola speciale di quelle usate per macellare gli animali, con l'unico proiettile in canna, e una bottiglia di brandy vuota[2].

Le indagini, che seguirono subito la pista della vendetta per la denuncia dell'estorsione, non portarono all'individuazione né dei mandanti né degli esecutori materiali.

Note

  1. La Stampa, E' rapito per vendetta, 1° luglio 1983
  2. La Stampa, Trovato morto in un campo il commerciante (62 anni) scomparso nel Cosentino, 3 luglio 1983

Bibliografia

  • Archivio Storico della Stampa
  • Danilo Chirico, Alessio Magro, Dimenticati - vittime della 'ndrangheta", Roma, 2011