Paolo Borsellino: differenze tra le versioni

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=== La morte e i funerali ===
=== La morte e i funerali ===
*''Per approfondire vedi [[Strage di Via Mariano d’Amelio|Strage di Via D'Amelio]]''
*''Per approfondire vedi [[Strage di Via Mariano d’Amelio|Strage di Via D'Amelio]]''
[[File:Strage_via_damelio.jpg|350px|thumb|left|Una foto dopo l'esplosione della bomba]]
[[File:Strage_via_damelio.jpg|200px|thumb|left|Una foto dopo l'esplosione della bomba]]
Il 19 luglio 1992, dopo aver pranzato a Villagrazia di Carini con la moglie Agnese e i figli Manfredi e Lucia, Paolo Borsellino si recò insieme alla sua scorta in via D'Amelio, dove viveva sua madre.
Il 19 luglio 1992, dopo aver pranzato a Villagrazia di Carini con la moglie Agnese e i figli Manfredi e Lucia, Paolo Borsellino si recò insieme alla sua scorta in via D'Amelio, dove viveva sua madre.
Alle '''16:54'''. una Fiat 126 imbottita di tritolo che era parcheggiata sotto l'abitazione della madre esplose non appena Borsellino suonò il citofono: stando alle parole di [[Totò Riina]], intercettato nel carcere di Opera nel marzo 2014, fu proprio Borsellino ad azionare la bomba, nell'atto di citofonare alla madre<ref>"[http://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/03/12/news/l_ultima_rivelazione_di_riina_in_carcere_il_telecomando_era_nel_citofono_cos_borsellino_azion_la_sua_bomba-80790636/ L'ultima rivelazione di Riina: "Telecomando nel citofono" Borsellino azionò la sua bomba]"</ref>. Insieme a lui morirono i cinque agenti della scorta [[Emanuela Loi]] (prima donna della Polizia di Stato caduta in servizio), [[Agostino Catalano]], [[Vincenzo Li Muli]], [[Walter Eddie Cosina]] e [[Claudio Traina]]. L'unico sopravvissuto fu l'agente [[Antonino Vullo]], scampato perché al momento della deflagrazione stava parcheggiando uno dei veicoli della scorta.
Alle '''16:54'''. una Fiat 126 imbottita di tritolo che era parcheggiata sotto l'abitazione della madre esplose non appena Borsellino suonò il citofono: stando alle parole di [[Totò Riina]], intercettato nel carcere di Opera nel marzo 2014, fu proprio Borsellino ad azionare la bomba, nell'atto di citofonare alla madre<ref>"[http://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/03/12/news/l_ultima_rivelazione_di_riina_in_carcere_il_telecomando_era_nel_citofono_cos_borsellino_azion_la_sua_bomba-80790636/ L'ultima rivelazione di Riina: "Telecomando nel citofono" Borsellino azionò la sua bomba]"</ref>. Insieme a lui morirono i cinque agenti della scorta [[Emanuela Loi]] (prima donna della Polizia di Stato caduta in servizio), [[Agostino Catalano]], [[Vincenzo Li Muli]], [[Walter Eddie Cosina]] e [[Claudio Traina]]. L'unico sopravvissuto fu l'agente [[Antonino Vullo]], scampato perché al momento della deflagrazione stava parcheggiando uno dei veicoli della scorta.


Ai funerali privati, tenutisi il [[24 luglio]], parteciparono oltre 10mila persone. La famiglia rifiutò i funerali di Stato e la celebrazione si svolse nella chiesa di Santa Maria Luisa di Marillac, dove il giudice era solito sentir messa, quando poteva, nelle domeniche di festa. L'orazione funebre fu pronunciata da Antonino Caponnetto. Pochi i politici presenti, tra cui il presidente della Repubblica Scalfaro, che aveva rischiato il linciaggio ai funerali degli agenti della scorta, nonostante i 4mila agenti chiamati a mantenere l'ordine, con una folla inferocita che gridava "FUORI LA MAFIA DALLO STATO".
Ai funerali privati, tenutisi il [[24 luglio]], parteciparono oltre 10mila persone. La famiglia rifiutò i funerali di Stato e la celebrazione si svolse nella chiesa di Santa Maria Luisa di Marillac, dove il giudice era solito sentir messa, quando poteva, nelle domeniche di festa. L'orazione funebre fu pronunciata da Antonino Caponnetto. Pochi i politici presenti, tra cui il presidente della Repubblica Scalfaro, che aveva rischiato il linciaggio ai funerali degli agenti della scorta, nonostante i 4mila agenti chiamati a mantenere l'ordine, con una folla inferocita che gridava "FUORI LA MAFIA DALLO STATO".


== Per saperne di più ==
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