Rosario Livatino

Da WikiMafia.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Rosario Angelo Livatino (Canicattì, 3 ottobre 1952 – Agrigento, 21 settembre 1990) è stato un magistrato italiano assassinato dalla Stidda.

Rosario Livatino

Biografia

Nato a Canicattì e figlio dell'avvocato Vincenzo Livatino e di Rosalia Corbo, Rosario Livatino, dopo aver conseguito la maturità presso il liceo classico Ugo Foscolo, si iscrisse nel 1971 alla facoltà di giurisprudenza di Palermo, dove si laureò nel 1975 cum laude. Tra il 1977 ed il 1978 prestò servizio come vicedirettore in prova presso l'Ufficio del Registro di Agrigento. Sempre nel 1978, dopo essersi classificato tra i primi in graduatoria nel concorso per uditore giudiziario, entrò in magistratura presso il Tribunale di Caltanissetta.

Nel 1979 diventò sostituto procuratore presso il tribunale di Agrigento e ricoprì la carica fino al 1989, quando assunse il ruolo di giudice a latere. Nella sua attività investigativa si occupò di quella che sarebbe stata la Tangentopoli siciliana, mettendo a segno parecchi colpi contro le organizzazioni mafiose attraverso il sequestro di beni.

Venne ucciso il 21 settembre del 1990 sulla SS 640 mentre si recava, senza scorta, in tribunale, per mano di quattro sicari assoldati dalla Stidda agrigentina, organizzazione mafiosa in competizione con Cosa Nostra. Del delitto fu testimone oculare Pietro Nava, sulla base delle cui dichiarazioni furono individuati gli esecutori dell'omicidio.

Il Giudice ragazzino

Otto mesi dopo la morte del giudice, l'allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga definì "giudici ragazzini" una serie di magistrati neofiti impegnati nella lotta alla mafia:

«Possiamo continuare con questo tabù, che poi significa che ogni ragazzino che ha vinto il concorso ritiene di dover esercitare l’azione penale a diritto e a rovescio, come gli pare e gli piace, senza rispondere a nessuno...? Non è possibile che si creda che un ragazzino, solo perché ha fatto il concorso di diritto romano, sia in grado di condurre indagini complesse contro la mafia e il traffico di droga. Questa è un'autentica sciocchezza! A questo ragazzino io non gli affiderei nemmeno l'amministrazione di una casa terrena, come si dice in Sardegna, una casa a un piano con una sola finestra, che è anche la porta.»

La polemica per quelle parole fu grande, tanto che "Il giudice ragazzino" divenne il titolo della fortunata biografia del giudice firmata da Nando dalla Chiesa, sulla cui base venne girato il film di Alessandro Di Robilant "Il Giudice ragazzino", uscito nel 1994. Va detto che 12 anni dopo la morte di Livatino, Cossiga smentì che le sue parole si riferissero al giudice scomparso, in una lettera aperta pubblicata l'11 luglio 2002 da Il Giornale di Sicilia e indirizzata ai genitori del giudice.

La causa di beatificazione

Nel 1993 il vescovo di Catania Luigi Bommarito, già vescovo di Agrigento, incaricò Ida Abate, che del giudice fu insegnante, di raccogliere testimonianze per la causa di beatificazione. Nel 2006 fu realizzato anche il film-documentario "Luce verticale. Rosario Livatino. Un martirio." per promuoverne la causa di beatificazione. Il 19 luglio 2011 è stato firmato dall'arcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro, il decreto per l'avvio del processo diocesano di beatificazione, aperto ufficialmente il 21 settembre 2011 nella chiesa di San Domenico di Canicattì.

Bibliografia

  • Nando dalla Chiesa, Il giudice ragazzino, Einaudi 1992