Brusca, lo scandalo è l’ipocrisia dei politici

Giovanni Brusca è tornato libero e subito è cominciato il coro indignato di certa politica che a parole è bravissima contro la mafia e nei fatti apre varchi pericolosi per l’inquinamento dell’economia e della società da parte dei boss (si pensi al ddl semplificazioni).
 
Lo scandalo non è Brusca libero, notizia per altro ben nota a tutti e attesa da anni: ci ripugna umanamente che un criminale del genere, cui due anni fa gli venne negata la liberazione anticipata perché non vi erano concreti segnali di ravvedimento, esca dal carcere dopo appena 25 anni, pur sottoposto nei prossimi 4 alla libertà vigilata. Il “pentimento morale“, tuttavia, non è elemento necessario per la collaborazione con la giustizia.
 
Lo Stato con Brusca ha firmato un patto: benefici carcerari e sconti di pena per informazioni. E benché all’inizio abbia finto di collaborare, poi con le sue informazioni sono stati assestati colpi micidiali a Cosa nostra.
 
Chi invoca una riforma della legge sui collaboratori di giustizia, dimentica che vi fu già nel nel 2001. L’allora Procuratore Pietro Grasso, come trovate sulla nostra voce enciclopedica, dichiarò: “Con questa legge se fossi un mafioso non mi pentirei più“. Per fortuna di collaboratori di giustizia ne abbiamo avuti lo stesso negli ultimi 20 anni, anche nella ‘ndrangheta, e questo è stato fondamentale per contenere il fenomeno criminale.
 
Il dolore e la rabbia delle vittime e dei loro familiari è anche il nostro e loro sono le uniche a poter urlare allo scandalo. Perché ci sono ancora processi in corso, perché chi ha depistato ha fatto gran carriera e perché ancora non sappiamo tutta la verità e i c.d. “pentiti di Stato” ancora non si sono fatti avanti.
 
Non possono farlo i politici italiani, soprattutto di quei partiti che negli ultimi 30 anni si sono interessati di mafia solo in occasione degli anniversari e nulla stanno facendo per impedire lo smantellamento del sistema di prevenzione e contrasto approvato dopo l’uccisione di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Anzi, in alcuni casi lo stanno incoraggiando.
 
Pensiamo all’ergastolo ostativo: quale forza politica, a parte i 5 stelle, ha presentato una proposta di riforma al riguardo che salvaguardi questo istituto? Nessuna.
 
Servirebbe meno indignazione a parole e più fatti legislativi concreti. Ad oggi non ne vediamo. Ecco, il vero scandalo è questo: l’ipocrisia dei politici italiani nella lotta alla mafia. Tutto il resto è squallido teatrino sulla pelle dei familiari delle vittime.
 
Milano, 1° giugno 2021