Nello Forti Grazzini candidato all’Ambrogino d’oro alla memoria

Insieme allo storico Liceo Classico G. Parini e al Circolo Carlo Rosselli di Milano, abbiamo candidato il prof. Nello Forti Grazzini, storico dell’arte scomparso prematuramente il 29 ottobre 2021.  

Nato a Firenze il 29 novembre 1954, esattamente cinquantaquattro anni dopo il nonno, l’antifascista Nello Rosselli, ucciso insieme al fratello Carlo in Francia dal regime fascista, il professor Forti Grazzini era unanimemente considerato tra i maggiori esperti di arazzi a livello mondiale.

Forti Grazzini, la passione per l’arazzo

La passione per questa particolare forma d’arte si accese all’Università degli Studi di Milano, quando il professor Pierluigi De Vecchi, all’epoca ordinario della cattedra di Storia dell’Arte Moderna, gli assegnò una tesi sui dodici Arazzi Trivulzio, un ciclo di straordinaria importanza per la storia dell’arte rinascimentale, tra le opere più importanti oggi conservate al Castello Sforzesco, la cui valorizzazione deve molto al lavoro del professor Forti Grazzini.

Da Milano a Mantova, da Bologna a Bruxelles, da Roma a Vilnius, fino a New York, negli anni il professor Forti Grazzini è stato chiamato a studiare e offrire pareri su arazzi rinascimentali, fiamminghi e francesi dal XIV al XIX secolo. Tra i soggetti che hanno richiesto la sua consulenza ci sono stati molti musei pubblici, raccolte private, fondazioni, curatori di rassegne d’arte, case editrici. Era diventato ben presto l’esperto di arazzi per antonomasia. A partire dagli anni Ottanta non c’è stato infatti catalogo di mostra o di museo dedicato ai «panni istoriati», in Italia e all’estero, dove non vi fosse un suo intervento.

Uno storico dell’arte stimato in tutto il mondo

Dal 1985 amatissimo professore di storia dell’arte al Liceo “Giuseppe Parini” di Milano, di cui era stato anche un illustre studente, negli anni ’90 si congedò per un anno dall’insegnamento perché chiamato al Quirinale a catalogare l’immenso patrimonio artistico del Colle sul tema, composto da 261 panni istoriati provenienti dalle principali manifatture e centri di produzione tra il XVI e il XIX secolo.

I suoi volumi pionieristici dedicati agli arazzi del Museo d’Arti Applicate di Milano (1984), a quelli del Quirinale (1994) e della Fondazione Cini di Venezia (2003) restano pietre miliari della storia dell’arte. Ciononostante, non si era limitato negli anni a un’intensa attività di studio e ricerca, ma si era cimentato anche con la divulgazione scientifica, collaborando a molti manuali per i licei e scrivendo recensioni di libri e di mostre sulle pagine nazionali de «l’Unità» (1981-1990), più raramente del «Giornale dell’Arte» e dell’inserto domenicale de «Il Sole 24 Ore».

Forti Grazzini, l’insegnamento del bello come missione

Tra le attività più importanti del professor Nello Forti Grazzini non si può non citare la sua straordinaria capacità di tramandare ai suoi studenti la passione per la bellezza e il bello, in tutte le sue forme, con lezioni degne di un’aula universitaria. Nonostante l’esiguo numero di ore dedicate al suo insegnamento dall’ordinamento scolastico, “il Nello” resta nel cuore di migliaia di studenti ai quali ha insegnato la storia dell’arte, con sobrietà, rigore, passione e, soprattutto, umiltà, dote rara che si riscontra solo in persone dalla grande caratura morale e intellettuale quale egli era.

L’eredità morale dei fratelli Rosselli

Infine, il suo essere nipote, per parte di madre, di Nello Rosselli, lo aveva portato negli anni a tenere viva la memoria e il lascito morale, culturale, civile e politico dei fratelli Rosselli, del cui retaggio il prof. Forti Grazzini andava giustamente fiero, e verso i quali sentiva, in quanto discendente diretto, un autentico e vivo dovere testimoniale, che si manifestò anche in una vicinanza e partecipazione alle attività del Circolo Carlo Rosselli di Milano.

Si potrebbe dire ancora molto del professor Forti Grazzini e di come abbia giovato alla città di Milano, rendendone più alto il prestigio attraverso le sue personali virtù e servendone con disinteressata dedizione le singole istituzioni.

Ecco perché sosteniamo la sua candidatura alla civica benemerenza alla memoria della Città di Milano, che speriamo venga accolta come già successo l’anno scorso con Emilia Cestelli

P.S. Per saperne di più, qui il bel documentario realizzato da Daniela Annaro.