San Siro, perché Sala cambia idea sul titolare effettivo?

Ieri il Sindaco di Milano Beppe Sala ha annunciato su Facebook di aver trovato l’accordo con Milan e Inter per la realizzazione del nuovo stadio di San Siro.

Siamo francamente sorpresi e amareggiati nel constatare come la questione del titolare effettivo, e quindi della trasparenza dei capitali investiti, sia stata completamente messa da parte.  

Il Sindaco di Milano si era infatti pubblicamente impegnato a mantenere la barra dritta su questo tema centrale per il futuro di Milano, sottoscrivendo la nostra call to action “Milano Capitale Antimafia“.  

La petizione “Trasparenza X San Siro”

Il 14 luglio 2020 lanciavamo sulla piattaforma change.org la petizione “Trasparenza X San Siro“, nella quale chiedevamo al Sindaco di Milano di pretendere da Milan e Inter la dichiarazione dei propri titolari effettivi, “cioè la o le persone fisiche che possiedono oppure controllano direttamente o indirettamente i due enti con cui l’Amministrazione sta trattando“.

Sul tema vi era stata anche un’illuminante puntata del programma di inchiesta Report, che aveva certificato la totale assenza di trasparenza in particolare del Milan

Il 1° febbraio 2021 inviavamo al Sindaco oltre mille firme al nostro appello, il cui primo firmatario è Nando dalla Chiesa, senza tuttavia ricevere risposta.

La call “Milano Capitale Antimafia”

La risposta l’abbiamo ottenuta quando il Sindaco Sala, lo scorso 23 settembre, ha aderito alla nostra call to action, in cui si impegnava ad assumere 8 impegni sui temi di mafia e corruzione per i prossimi cinque anni.

Il primo punto, “Capitali Trasparenti“, chiedeva esplicitamente:

Chiediamo alla futura amministrazione di continuare a pretendere la dichiarazione del titolare effettivo da parte di ogni soggetto imprenditoriale o fondo di investimento che voglia fare impresa su aree pubbliche o di pubblico interesse, facendo sì che la città di Milano sia capofila nella richiesta a livello nazionale delle modifiche legislative necessarie, a partire dall’entrata in funzione del registro dei titolari effettivi previsto dal Regolamento di Esecuzione (UE) n. 2021/369(1) della Commissione Europea.

Questo strumento si rende necessario per prevenire l’uso del sistema finanziario per fini di riciclaggio di denaro sporco della criminalità organizzata e diventa fondamentale soprattutto in vista dei grandi progetti di rigenerazione urbana come quelli che interessano le aree degli Scali Ferroviari o di Piazzale Loreto ed edifici simbolo della città di Milano come lo Stadio di San Siro.

Ecco perché crediamo sia necessario che la futura amministrazione rifiuti quelle proposte che dovessero arrivare da enti radicati in paradisi fiscali, societari e bancari, dove è oggettivamente quasi impossibile l’accertamento della veridicità della dichiarazione sul titolare effettivo.

Perché Sala ha cambiato idea?

Questa sarà la prima domanda che porremo giovedì prossimo 4 novembre quando incontreremo il Capo di Gabinetto del Sindaco, da lui delegato a discutere con noi proprio i temi legati alla call che ha sottoscritto.

Non ci risulta infatti che sul tema del titolare effettivo ci siano stati significativi passi avanti da parte delle due squadre, la cui struttura societaria e la relativa provenienza dei capitali che vuole investire (1,2 miliardi di euro) restano opache.

Chi ci mette i soldi? Soprattutto: chi assicura che una volta firmata la convenzione, gli attuali proprietari di Milan e Inter non rivendano i propri pacchetti azionari, visibilmente gonfiati dal via libera al progetto? Infine: come si può dichiarare l’interesse pubblico se non c’è stata una consultazione cittadina su uno dei simboli di Milano e non si è nemmeno deciso quale dei due progetti presentati verrà realizzato?

Speriamo di ricevere una risposta soddisfacente su questo tema. Certamente faremo in modo di mobilitare l’opinione pubblica, chiedendo anche agli assessori nominati e ai consiglieri eletti che hanno aderito alla call di battersi su un tema centrale della lotta alla mafia e alla corruzione a Milano.

Il Comune di Milano non può trattare la demolizione di un simbolo della città senza sapere con chi ha a che fare. E senza coinvolgere i cittadini.

Milano, 30 ottobre 2021