Gratteri a Milano, la nostra replica agli attacchi

Ieri è stato un giorno di festa. Eravamo anche noi in piazza a Milano, tra le decine di migliaia di persone venute da tutta Italia. E ci ha fatto anche piacere vedere che, autonomamente, ci fossero cartelli con la frase “Li avete uccisi ma non vi siete accorti che erano semi”, oramai divenuta senso comune nella cultura antimafia italiana.

Ci ha quindi molto sorpreso il violento attacco personale in pubblico al nostro fondatore e direttore Pierpaolo Farina e a tutta WikiMafia da parte di un noto esponente della famiglia del Generale Carlo Alberto dalla Chiesa, eletto alla Camera dei Deputati con Forza Italia. 

L’accusa è aver organizzato l’evento con Nicola Gratteri appositamente per danneggiare la Veglia coi familiari organizzata da Libera lunedì 20 marzo, nella Chiesa di Santo Stefano a Milano. Niente di più falso e diffamatorio.

Ci offende anche solo che si possa arrivare a pensare una cosa del genere: il rapporto che abbiamo con diversi Familiari, l’affetto e la stima che ci legano, l’impegno profuso per far conoscere le storie dei loro cari parlano da soli. Per non parlare della stima che nutriamo nei confronti di don Luigi Ciotti e per il suo più che trentennale impegno.

Cosa abbiamo fatto in occasione del 21 marzo negli ultimi 10 anni

Da quando è nata WikiMafia, il 21 marzo o nei giorni precedenti abbiamo sempre organizzato o preso parte ad eventi in memoria delle vittime.

Il 21 marzo 2013, su invito del nostro professore di allora, Nando dalla Chiesa,  presentavamo WikiMafia alla città di Milano, rendendo accessibili le prime voci enciclopediche realizzate tra ottobre 2012 e marzo 2013.

Nel 2014, 2016 e 2017 abbiamo preso parte alle celebrazioni milanesi, nel 2015 e nel 2019 siamo stati a Bologna e Padova alla manifestazione nazionale di Libera, il 20 marzo 2018 abbiamo organizzato una serata con Nino Di Matteo e il giorno dopo abbiamo partecipato a Mantova alla manifestazione regionale e alla sera a quella milanese di Libera.

Nel 2020 abbiamo organizzato la prima campagna social in memoria di tutte le vittime innocenti delle mafie, lanciata il 5 marzo 2020 (partecipando a quella comunicata successivamente da Libera). 

Nel 2021, nell’ambito della Settimana della Legalità dell’Università degli Studi di Milano, abbiamo organizzato la prima lettura online delle vittime innocenti, coinvolgendo persone da tutta Italia, dato che per la pandemia vi erano ancora restrizioni. Il giorno prima, al mattino del 20 marzo, siamo stati insieme a Libera in Piazza della Scala e il nostro fondatore Pierpaolo Farina ha realizzato il video, donato poi al Coordinamento milanese.

Finalmente nel 2022, finite le restrizioni, abbiamo potuto portare a Milano la teca coi resti della Quarto Savona Quindici e il 21 marzo, alle 18:00, abbiamo organizzato il nostro evento “Erano Semi”, leggendo per la prima volta i nomi di tutte le vittime innocenti nell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Milano.

Libera Milano in quel caso decise di non partecipare, in quanto la nostra lista è diversa, avendo noi nella nostra sezione di approfondimento sull’enciclopedia vittime come Giuseppe Montalbano, da quest’anno inserito però anche nel loro elenco nazionale; al mattino tuttavia noi abbiamo partecipato al loro evento, leggendo i nomi in Piazza Prealpi. 

Per noi l’unità del movimento antimafia è infatti un valore fondamentale.

La genesi dell’evento del 20 marzo 2023

Al termine dell’evento del 21 marzo 2022, a cena, come possono testimoniare anche alcuni ospiti e familiari delle vittime presenti, decidemmo che per il 2023 avremmo replicato l’evento lunedì 20 marzo, con l’idea di invitare Nicola Gratteri, col quale non eravamo mai riusciti a organizzare un evento a causa della sua fitta agenda di impegni.

Inoltre, pensando che il 21 marzo fosse già prenotato altrove, la data del 20 ci sembrava anche congeniale per legarla simbolicamente all’evento del 20 marzo 2018 tenutosi con Nino Di Matteo. 

L’orario delle 18:00 cui leghiamo SEMPRE le nostre iniziative in Università è dovuto al fatto che l’Ateneo alle 20:00 chiude e quindi, per evitare straordinari ai commessi, cerchiamo sempre di finire le iniziative verso le 19:30 / 19:45.

Nel settembre 2022, dovendo stilare preventivamente le eventuali spese legate alle nostre attività culturali per poter accedere ai rimborsi previsti per il nostro gruppo studentesco, nella relazione presentata alla Commissione competente dell’Università degli Studi di Milano indicavamo che avremmo voluto replicare l’evento del 2022 sempre in Aula Magna, con anche la lettura dei nomi. 

Dopo contatti telefonici con la segreteria del Rettore Elio Franzini, l’11 ottobre 2022 presentavamo formale richiesta di autorizzazione all’uso dell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Milano. Il 21 novembre successivo la Commissione competente approvava le nostre iniziative culturali proposte per l’a.a. 2022/2023, ivi compresa quella in Aula Magna, accettando la spesa prevista ad esempio del service esterno e delle locandine.

La notizia del 21 marzo nazionale a Milano

Un paio di settimane dopo (andiamo a memoria) la nostra richiesta di uso dell’Aula Magna, siamo venuti a conoscenza della decisione di Libera di organizzare il 21 marzo nazionale a Milano.

A quel punto il nostro evento, composto da dibattito + lettura, rischiava di essere letto come in contrapposizione alla manifestazione nazionale.

Così, quando tramite Mondadori siamo riusciti a bloccare l’agenda del dott. Gratteri, abbiamo concordato che avremmo fatto un evento di approfondimento sulla ‘ndrangheta nel mondo, a partire dai contenuti del suo ultimo libro.

Inoltre, in una e-mail del 5 dicembre, avvisavamo il Rettore del cambio di programma: “onde evitare di dare sgradevoli apparenze di divisioni che non esistono all’opinione pubblica, come WikiMafia preferiamo per quest’anno accantonare la lettura dei nomi in Università e in Aula Magna, che avrebbe rappresentato la seconda parte dell’evento“.

Tuttavia, per mero scrupolo onde evitare sovrapposizioni, abbiamo tentato inutilmente sia a inizio che a fine novembre di discutere della nostra iniziativa con la referente di Libera Milano. Ci sembrava infatti che comunque l’evento potesse rientrare tra gli utili approfondimenti nell’ambito del 21 marzo nazionale. 

Falliti quei due tentativi, a quel punto abbiamo deciso di bloccare definitivamente a fine novembre l’agenda del dott. Gratteri, non prima però di aver chiesto a un familiare di vittima innocente a noi vicino se fosse prevista qualche iniziativa per lunedì 20 marzo, dato che non eravamo stati coinvolti in alcuna riunione.

Avendo ottenuto come risposta “solitamente c’è solo l’assemblea e la veglia nel primo pomeriggio solo per i familiari”, non ci siamo preoccupati granché della cosa.

Il divieto a tenere l’evento con Gratteri in Università

Dopo settimane di telefonate continue agli uffici del Rettore per sapere a che punto fosse l’autorizzazione per l’uso dell’Aula Magna, solo martedì 24 gennaio 2023 abbiamo ricevuto la comunicazione che non solo l’Università negava il patrocinio e l’utilizzo dell’Aula Magna, ma addirittura vietava l’evento in qualsiasi aula dell’Università per non ben precisate attività istituzionali della c.d. “Settimana della Legalità” dell’Ateneo. Il giorno prima vi era stata una riunione dei vertici di Libera con quelli dell’Ateneo.

In risposta alle nostre proteste per una decisione che consideravamo assurda (e per altro tardiva, vista la nostra richiesta a ottobre), ci è stato risposto in una comunicazione ufficiale del 7 febbraio 2023 che, in virtù del Protocollo firmato con Libera e per via del 21 marzo nazionale a Milano, nella Settimana della Legalità “non vi è spazio per alcuna altra manifestazione, che interferirebbe con la logica progettuale degli avvenimenti e anche con la chiarezza della loro immagine all’interno e all’esterno dell’Ateneo”. 

In sintesi, in virtù di un protocollo con un’associazione antimafia, un’università pubblica ha vietato ai suoi studenti che militano in un’altra associazione di tenere un incontro col magistrato antimafia più scortato d’Italia, nella Settimana di eventi dedicati alla “Legalità”.

Resta ferma la piena disponibilità a ospitare l’evento da Lei proposto prima del 15 marzo o dal 25 marzo in poi“, si chiudeva la missiva firmata dalla prorettrice Marilisa D’Amico e dal delegato del Rettore Nando dalla Chiesa

Nicola Gratteri quindi non poteva nemmeno aprire o chiudere la Settimana della Legalità. Doveva restarne fuori, come se non c’entrasse nulla. Inoltre, il dottor Gratteri, non potendo fare le vacanze come le persone normali, ci ha spiegato proprio lunedì che per essere a Milano con noi (e poi a Mozzo in provincia di Bergamo e il giorno dopo a Bergamo) si era preso due giorni di ferie

Con che coraggio potevamo chiedere al magistrato più scortato d’Italia, a tre mesi di distanza, di spostare l’evento a ridosso del 21 marzo per non ben precisate attività istituzionali dell’Università? E diciamo non ben precisate perché in quella comunicazione del 7 febbraio nessuno ha ritenuto di informarci delle iniziative in cantiere (ne siamo venuti a conoscenza il 14 marzo, quando il programma è stato pubblicato).

Il passo indietro della CGIL

Perplessi e abbastanza esterrefatti per una decisione del genere, già subito dopo il 24 gennaio ci siamo messi a cercare una nuova location. Ci è sembrato naturale chiedere una collaborazione alla CGIL Milano, considerato che proprio nel Salone Di Vittorio a Milano il 20 marzo 2018 avevamo organizzato l’evento con Nino Di Matteo. Da parte della CGIL vi è stata subito piena disponibilità.

Tuttavia, nonostante la conferma ottenuta il 1° febbraio via WhatsApp e la definizione al telefono e via e-mail dei dettagli organizzativi, il 16 febbraio il Salone ci è stato revocato per non ben precisate attività della CGIL nazionale.

Chiesti chiarimenti ai nostri interlocutori nazionali in CGIL, abbiamo appreso che in realtà in una riunione del 15 febbraio sempre con Libera era stato richiesto l’uso del Salone per non ben precisate attività legate al 21 marzo nazionale.

Poiché il percorso con Libera aveva la priorità, il Salone per Gratteri non era più disponibile, a 34 giorni dall’evento. Oggi sappiamo che lunedì 20 marzo nel Salone Di Vittorio non si è tenuta alcuna iniziativa.

La travagliata prenotazione dell’Auditorium Testori 

Nuovamente perplessi e anche demoralizzati, stavamo per comunicare al dottor Gratteri l’annullamento dell’evento quando, parlando della questione con alcuni amici, ci è stato consigliato di chiedere a qualche consigliere regionale appena rieletto del Partito Democratico, aderente alla nostra call Parlate di mafia

Vi è stata subito piena disponibilità e, una volta concordate modalità e questioni organizzative anche con Mondadori e col dott. Gratteri, finalmente lunedì 6 marzo abbiamo potuto annunciare il nostro evento, con una richiesta di partecipazione record, ben al di sopra della capienza massima di 350 posti.

Tuttavia, il consigliere direttamente responsabile della prenotazione mercoledì 8 marzo ci ha fatto sapere che intendeva disdire la prenotazione dell’Auditorium, a seguito della segnalazione da parte di esponenti di Libera che alle 18:00 ci sarebbe stata la Veglia dei Familiari nella Chiesa di Santo Stefano. 

Solo a quel punto abbiamo saputo che la messa era stata fissata da Libera in contemporanea al nostro evento (il cui orario il Presidente onorario Nando dalla Chiesa conosceva sin dalla richiesta di ottobre al Rettore). 

Dobbiamo ringraziare l’attore e scrittore Giulio Cavalli che, venuto a conoscenza della cosa, ci ha messo in contatto col consigliere del M5S Nicola Di Marco, che è subentrato il 9 marzo al consigliere del PD nella prenotazione.

Ma perché non ci hanno informato PRIMA?

Salvato l’evento, il nostro fondatore e altri volontari di WikiMafia hanno cominciato a ricevere tutta una serie di messaggi di una violenza inaudita in cui si diceva che se non avessimo fatto “un passo indietro” o “spostato di due-tre giorni” l’evento ci saremmo resi responsabili del boicottaggio del 21 marzo nazionale a Milano (?!), offendendo tutti i familiari delle vittime innocenti delle mafie.

A quel punto, dopo tutto quello che abbiamo subito in questi mesi, la domanda è una e una sola: perché non ci hanno telefonato, anziché telefonare ad altri

Perché, se ritenevano così importante la veglia funebre, hanno voluto organizzarla ugualmente alle 18:00, ben sapendo che da mesi era fissato l’evento col dottor Gratteri?

Ma soprattutto perché calunniarci in privato senza diritto di replica, facendo credere ai Familiari, per i quali abbiamo un rispetto assoluto e a cui chiediamo scusa per questa vicenda assurda, che abbiamo organizzato l’evento con Nicola Gratteri contro di loro?

E infine: ma con che coraggio in un giorno di Festa come è quello del 21 marzo questo noto esponente della Famiglia del Generale Carlo Alberto dalla Chiesa decide di gettare fango pubblicamente su Pierpaolo Farina e su WikiMafia, senza prima chiedere la nostra versione dei fatti?

Siamo delusi, amareggiati e anche abbastanza schifati da questo modo di fare, che va in contrasto con tutto quello che ci è stato insegnato in questi dieci anni. 

Noi siamo tutti volontari, nessuno di noi percepisce uno stipendio, le nostre attività le portiamo avanti nel nostro tempo libero, abbiamo fatto tanto per la memoria delle vittime (anche quelle non presenti nell’elenco di Libera, come Matteo Vinci), non abbiamo mai fatto polemiche pubbliche con nessuno, ieri siamo stati in piazza da semplici militanti e nonostante questo dobbiamo essere messi sotto processo pubblicamente, diffamati e calunniati per aver osato semplicemente organizzare un incontro col magistrato antimafia più scortato d’Italia.

Le nostre scuse ai Familiari

Per quel che può valere a questo punto, ci scusiamo pubblicamente con tutti i Familiari che possano essersi sentiti offesi dalla concomitanza della nostra iniziativa con la Veglia. Non sapevamo che la Veglia sarebbe stata organizzata alle 18:00, a nostra difesa possiamo solo dire che organizziamo sempre i nostri eventi alle 18:00 per favorire un’ampia partecipazione. 

Se fossimo stati avvisati per tempo e se fossimo stati coinvolti nell’organizzazione del 21 marzo nazionale (la nostra esperienza è sempre stata a disposizione, come dimostra il sostegno alle attività di Libera per cinque anni), avremmo certamente evitato sovrapposizioni. 

Noi i nostri tentativi li abbiamo fatti, ma d’altronde non possiamo imporre a nessuno la nostra presenza e in piazza ci andiamo sempre e comunque, soprattutto nei momenti unificanti per tutto il movimento.

Non avremmo mai potuto immaginare che l’organizzazione del nostro tradizionale evento potesse scatenare una rabbia e un odio del genere nei nostri confronti.

Per altro, nonostante tutto quello che abbiamo dovuto subire in questi mesi, eravamo intenzionati a non rendere pubblica la cosa, proprio per rispetto dei Familiari.

Di fronte però a un attacco pubblico che lede la nostra onorabilità, cui è seguita una quantità spaventosa di messaggi di insulti, accuse di essere collusi coi mafiosi fino ad auguri di morte nei confronti del nostro fondatore, non potevamo restare in silenzio

A proposito di blocchi sui social

Facciamo infine presente che è stato il noto esponente berlusconiano della famiglia del Generale Carlo Alberto dalla Chiesa ad averci bloccato su Twitter e su Instagram, e non in questi giorni, bensì quando pubblicammo nel settembre 2021 il nostro sconcerto per l’esito dell’Appello del processo sulla Trattativa Stato-Mafia. Dopo averci contattato in privato su Instagram, rispondendo a una nostra storia, non gradendo le nostre posizioni, ci ha bloccato.

Come ogni circostanza riferita in questo comunicato, abbiamo le prove. Il suo commento è comunque ancora ben visibile sulla nostra pagina, a differenza di quello che ha affermato sul suo profilo.

Per quanto riguarda invece l’ondata di insulti, accuse di essere mafiosi, inviti al suicidio rivolti al nostro fondatore e quant’altro generato da quel violento attacco sferrato in un giorno di festa, abbiamo dato mandato al nostro legale, Marco Griguolo, di adire le vie legali nei confronti dei responsabili per tutelare la nostra onorabilità e reputazione.

In fede,

Le ragazze e i ragazzi di
WikiMafia – Libera Enciclopedia sulle Mafie